Cari amici, confesso che non so nulla di Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, il trapper (così si definisce), nato a Sesto San Giovanni, che ieri nel giorno del suo ventiseiesimo compleanno si apprestava a tenere un concerto in una discoteca a Corinaldo, vicino ad Ancona. Cinque ragazzini e una madre di quattro ragazzi sono morti calpestati nella calca. 

Sfera Ebbasta non è responsabile della tragedia che si è consumata prima che iniziasse il concerto. Al momento gli inquirenti stanno vagliando la posizione di una persona che ha spruzzato uno spray al peperoncino seminando il panico tra la folla e quella dei gestori della discoteca che hanno venduto circa 1.400 biglietti in un locale che può contenere circa 870 persone, secondo le dichiarazioni rese dal Procuratore capo della Repubblica di Ancona Monica Garulli.

Ma da padre e da nonno che si unisce al dolore delle famiglie distrutte per la perdita dei loro figlioli e di una madre, mi domando chi è questo trapper che piace ai ragazzini e che ha indotto circa un migliaio di loro, alcuni accompagnati dai genitori, a rinchiudersi nella trappola mortale di una discoteca pigiata fino all’inverosimile. 

Ebbene la realtà di questo giovane trapper di 26 anni è inquietante. Da come si presenta, per come ha trasformato il proprio corpo in un enorme tatuaggio, ma soprattutto per il messaggio contenuto nelle sue immagini e nelle sue canzoni, impregnate di trasgressione sociale, nichilismo valoriale, promozione della droga, esaltazione del sesso libero, aspirazione al denaro e al lusso. Il brano “Trap King” inizia così: 

“Nella tomba mi voglio portare soldi ed erba

Ma prima di andarci voglio uscire dalla merda

Spiegarti com'è che vivo, non credo che serva

Hai presente un grammo? pensa ad una serra

Panico se afferra il serramanico, rapido

Sali sulla sella e scappiamo nel traffico

Più in fretta della gazzella

Poi abbandoniamo il mezzo al primo angolo

Siamo giovani promesse del blocco”.

Ebbene come padre e nonno mi domando: possiamo dare in pasto i nostri figli e nipoti a degli pseudo-cantanti che inculcano una concezione perversa della vita e favoriscono una cultura distruttiva? Io credo che dobbiamo mobilitarci per porre un argine a questo degrado culturale che sta nuocendo allo spirito e che si ripercuote nell’integralità della vita dei nostri ragazzi. Mi auguro di cuore che la tragedia di Corinaldo possa almeno servire a far luce su un aspetto cruciale dell’educazione dei nostri figli e che concorre nel determinare la decadenza della nostra civiltà.