Cari amici, ho già scritto le ragioni per cui voterò “No” al Referendum sul taglio dei parlamentari. Ora voglio chiarire il fatto che è indispensabile andare a votare a prescindere dal fatto che si scelga di votare “Sì” o “No”.

Il Referendum di domani e dopodomani sul taglio dei parlamentari è confermativo di una legge costituzionale già approvata quasi all’unanimità nel quarto e definitivo passaggio alla Camera dei deputati, ma che attende l’esito del Referendum per entrare in vigore non avendo ottenuto la maggioranza qualificata dei due terzi nel secondo passaggio al Senato. 

Essendo un Referendum confermativo di una legge di riforma della Costituzione non richiede il quorum. Anche se andassero a votare solo tre elettori il risultato sarebbe vincolante per i 60 milioni di italiani. Ecco perché è indispensabile andare a votare per accreditare la propria scelta.

Considerando che alla Camera dei deputati tutti i maggiori partiti, sia quelli al Governo sia quelli all’opposizione, hanno approvato la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari, tutti i maggiori partiti hanno dato indicazione di votare “Sì”.

Pertanto chi è contro questa legge costituzionale deve essere consapevole che non andare a votare si traduce nel favorire la vittoria del “Sì”, che è l’indicazione di voto di questo Governo e in particolare del M5S. Matteo Salvini e Giorgia Meloni dopo aver dato il loro assenso in Parlamento, ora sono costretti a dire che voteranno “Sì”, ma è del tutto ovvio che sperano nella vittoria del “No” perché si tradurrebbe in una sconfitta politica del Governo, in particolare del M5S, che è stato il principale fautore del Referendum. 

Io voterò “No” per ragioni sostanziali. Questo Referendum è una truffa e una trappola. È una truffa innanzitutto perché raggira gli italiani illudendoli che il taglio di una somma corrispondente allo 0,007 per cento della spesa pubblica regalerebbe agli italiani un Parlamento più democratico. Ma è una truffa soprattutto perché non affronta le cause reali della deriva della nostra democrazia che sono:

1) La corretta rappresentatività basata sul rapporto fiduciario tra gli elettori e gli eletti, incarnando la sovranità popolare attraverso il voto di preferenza che assicura che la scelta degli elettori corrisponda all’elezione degli eletti; 2) La governabilità effettiva, garantendo al soggetto politico vincitore delle elezioni di disporre della maggioranza politica per poter concretamente assumere il Governo della comunità che è chiamato ad amministrare; 3) La costruttività operativa, vincolando il soggetto politico eletto e il Governo a ottemperare agli impegni assunti di fronte agli elettori e finalizzati alla salvaguardia del patrimonio storico, ambientale, civile e politico in cui sussiste la comunità, alla tutela del bene primario dei cittadini, alla crescita dello sviluppo per conseguire una migliore qualità di vita dei cittadini. 

Così come è una trappola perché, non essendo gli italiani al corrente che il Referendum confermativo non contempla un quorum, il rischio è che coloro che sono per il “No” immaginino che non andando a votare determinino la sconfitta del “Sì”.

Cari amici io andrò a votare e voterò “No” contro il furto della sovranità popolare da parte della partitocrazia in assenza del voto di preferenza; contro il rifiuto di garantire la governabilità a chi vince le elezioni, attribuendogli un adeguato premio di maggioranza, pur di spartirsi il potere in un consociativismo tra maggioranza e opposizione; contro l’assenza della garanzia che chi vince ottemperi concretamente alle promesse fatte in campagna elettorale. 

La probabile vittoria del “Sì” consoliderà la realtà della partitocrazia, del consociatismo e dell’arbitrio di chi non rappresenta il popolo e non opera per il bene degli italiani. Sono consapevole che l’eventuale e difficile vittoria del “No” non cambierebbe la realtà di questa nostra democrazia svilita, corrotta, degradata e svenduta. Ma la vittoria del “No” sarebbe un chiaro messaggio al Governo e a tutti i partiti, la manifestazione forte del popolo italiano della volontà di essere rappresentati e governati da chi veramente ha a cuore l’interesse supremo dell’Italia e il bene primario degli italiani.