Cari amici buongiorno e buona domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d'amore per la vita.
In Ucraina, il 27 agosto 2014 Petro Porosenko, ricco imprenditore considerato esponente dell'oligarchia, capo del Partito “Solidarietà europea”, fu eletto Presidente dell'Ucraina, succedendo a Viktor Janukovyc. 
Quest'ultimo fu di fatto estromesso da un colpo di stato, ispirato dall'Unione Europea, dopo che aveva deciso di sospendere l'Accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione Europea e di consolidare i rapporti con la Russia. Per aiutare l'Ucraina, l'Unione Europea era disposta ad offrire 838 milioni di dollari in prestiti, mentre la Russia era disposta a offrire 15 miliardi di dollari, in aggiunta a prezzi del gas più economici. La decisione di Janukovyc provocò delle violente reazioni filo-europeiste, conosciute come Euromaidan o Eurorivoluzione, culminate con l'assalto alle sedi istituzionali e la fuga di Janukovyc.

Ebbene, è stato lo stesso miliardario americano di origine ungherese, George Soros, ad ammettere che il governo ucraino insediato nel 2014 fu deciso da due società di selezione del personale, Pedersen & Partners e Korn Ferry, che individuarono 185 potenziali candidati tra gli stranieri presenti a Kiev e tra i membri della comunità ucraina che lavoravano in Canada, Stati Uniti e Regno Unito. Dopo i colloqui, restrinsero la rosa a 24 candidati con i requisiti richiesti per far parte del Governo da ministri o funzionari altamente qualificati. L’iniziativa fu sostenuta dalla Fondazione  “International Renaissance Foundation” (IRF), rete di consulenza politica finanziata da Soros. Nel periodo dal 1990 al 2010, la IRF ha sostenuto numerose organizzazioni non governative ucraine, gruppi comunitari, istituzioni accademiche e culturali, case editrici, per un importo di oltre 100 milioni di dollari.
Il Kyiv Post – il quotidiano in lingua inglese più importante in Ucraina, vicino a Soros, ha scritto che Soros ha pagato 82,200 dollari per sostenere le due società coinvolte nella selezione di personale. 
Il 25 maggio 2014 lo stesso Soros in un'intervista a Fareed Zakaria trasmessa dalla Cnn, ha ammesso di aver contribuito a rovesciare il regime filo-russo in Ucraina per creare le condizioni di una democrazia filo-occidentale: «Ho una fondazione in Ucraina da prima che l’Ucraina diventasse indipendente dalla Russia. Questa fondazione è sempre stata in attività e ha giocato un importante ruolo negli eventi di oggi».
Soros ammette inoltre di aver finanziato gruppi e attività di dissidenti nell'Unione Sovietica durante le rivoluzioni del 1989, culminate con la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Porosenko è stato un convinto europeista, ha iniziato il processo di integrazione con l'Unione europea firmando l'accordo di Associazione Unione europea-Ucraina, così come ha allontanato l'Ucraina dalla Russia, nel momento in cui la Russia aveva formalmente annesso la Crimea ed era esplosa la guerra nel Donbass, con l'eccidio della popolazione indipendentista russa.
Eppure, alle elezioni per un secondo mandato, svoltisi il 31 marzo (primo turno) e il 21 aprile (secondo turno) del 2019, Porosenko è stato nettamente sconfitto dall'attore e comico Volodymyr Zelenskyj, che esordiva in politica con il partito “Servitore del popolo”, realizzando nella realtà il ruolo da lui stesso interpretato in una serie televisiva conclusasi proprio alla vigilia del voto.
La sconfitta di Porosenko, uomo di Soros, filo-europeista e anti-russo, e lo strepitoso successo di Zelenky, che ha ottenuto il 30,24% al primo turno e ben il 73,23% al secondo turno, ha colto di sorpresa tutti gli osservatori politici. L'unica spiegazione plausibile è che Soros, l'Unione Europea e, soprattutto, gli Stati Uniti avessero bisogno non di un alleato, ma di un pupazzo da insediare al vertice del potere in Ucraina.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”

Domenica 21 maggio 2023