Cari amici buongiorno. Lo strombazzato accordo la scorsa notte dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea sull’embargo al greggio russo conferma per l’ennesima volta la disunione sugli interessi strategici e evidenzia un livello di ipocrisia mediatica degno dei regimi dittatoriali che mistificano perennemente la realtà per aggirare i problemi e raggirare i cittadini.

Sostanzialmente l’accordo concerne l’embargo sul petrolio ma non sul gas russo, in un contesto in cui l’Unione Europea è principalmente dipendente dalle importazioni di gas e non del petrolio russo.

L’embargo concerne le importazioni di petrolio via mare ma non tramite gli oleodotti.

L’embargo, che formalmente entra in vigore subito, concretamente si realizzerà entro sei mesi, significa che le importazioni non subiranno alterazioni significative per tutto il 2022.

La salvaguardia delle regolari forniture del greggio russo tramite l’oleodotto Druzhba, che significa «Amicizia», in prima battuta soddisfa le condizioni poste da Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, ma rappresenta soprattutto l’accondiscendenza alle condizioni seppur tacite della Germania che beneficia di quel greggio.

Infine l’accordo a varare «misure di emergenza» in caso di interruzione delle forniture di greggio o di gas da parte della Russia, sottolinea che questo è il vero problema dell’Unione Europea perché il coltello dalla parte del manico ce l’ha Putin. Proprio ieri Gazprom, la società che gestisce la produzione e l’esportazione degli idrocarburi in Russia, ha tagliato le forniture alla società olandese GasTerra perché non ha aderito alla condizione di pagare in rubli.

L’Unione Europea dipende dalla Russia per circa il 40% del gas di cui necessita. I paesi più dipendenti sono la Germania e l’Italia. La Germania importa dalla Russia il 65,2 per cento del totale del gas di cui necessita, mentre l’Italia ne importa il 43,3 per cento.

L’Italia ha aumentato il proprio approvvigionamento del gas naturale dalla Russia con un incremento di 1,5 miliardi di euro tra il 2013 e il 2021, pari al 19,7%, che si traduce in un incremento della dipendenza dal gas russo dal 37,1% al 46,6%. Già nel 2021 le importazioni di gas russo erano aumentate di oltre 3 miliardi di euro rispetto al 2019.

Cari amici, da sempre dico che l’Italia deve rendersi autonoma sul piano del fabbisogno energetico e in particolare affrancarsi dalla dipendenza dagli idrocarburi, che sono comunque delle risorse esauribili oltre che fortemente inquinanti. Lo sviluppo tecnologico oggi ci consente di produrre energia pulita, rinnovabile e di fatto perpetua dal riciclo dei rifiuti che comunque ci sono e vanno smaltiti e dai motori all’idrogeno, in aggiunta all’energia prodotta dalle centrali nucleari di ultima generazione e dai già presenti impianti che sfruttano il sole, il vento, l’acqua dei fiumi e le correnti marine.

Ciò che manca è la volontà politica di realizzare l’interesse supremo dell’Italia e il bene primario degli italiani. Noi facciamo la nostra parte cominciando a acquisire e diffondere informazione corretta per fortificarci dentro coltivando la certezza della realtà e la fiducia in noi stessi.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Mercoledì 1 giugno 2022