Cari amici buongiorno. Nella comunicazione politica o sociale finalizzata a diffondere il messaggio, a focalizzare l’attenzione, a innescare un dibattito e in definitiva a creare o confermare la popolarità di un personaggio o l’interesse per un fatto, la regola aurea è: non importa se parlano bene o male di te, l’importante è che parlino di te.

Soprattutto nella nostra collettività globalizzata sempre più relativista sul piano dei contenuti al punto da aver eliminato il concetto di verità che si sostanzia di oggettività, assolutezza e universalità, finendo per concepire che ciascuno sia depositario della propria verità e che tutte le verità vanno accettate sullo stesso piano; sempre più degradata sul piano morale al punto da aver eliminato la distinzione e il valore intrinseco del bene e del male, del buono e del cattivo, del bello e del brutto, dell’essenziale e del superfluo, dell’utile e dell’inutile, del salubre e del nocivo; ebbene i personaggi della politica, dello spettacolo e persino della scienza si prodigano nell’apparire il più possibile sulle scene pubbliche, in particolare nella televisione e nelle piattaforme virtuali della Rete a prescindere da ciò che dicono o richiedono loro di dire, prestandosi a mettere in scena uno spettacolo preferibilmente sensazionalistico o anche scandalistico, adottando linguaggi coloriti e toni accesi, dove non si parla ma si urla, secondo un copione prestabilito la cui finalità è carpire l’attenzione del pubblico il più ampio possibile costi quel che costi. 

La ragione, da un punto di vista economico, è ovvia: solo se un programma riscuote un vasto interesse e consenso di pubblico potrà beneficiare della pubblicità, cioè i soldi che servono per sostenere le spese complessive dell’azienda di comunicazione, senza cui sarebbe costretta a non fare quel programma. 

E dato che a dare i soldi sono rimaste le società che nonostante la crisi economica generalizzata dispongono di risorse da destinare alla pubblicità e sono prevalentemente le grandi società e le multinazionali ormai parte integrante del progetto del Nuovo Ordine Mondiale, di fatto sono loro a ispirare i contenuti relativisti, omosessualisti, immigrazionisti, globalisti, immorali e anti-cristiani, per destabilizzare sempre di più la nostra società comunque destinata a estinguersi per l’irreversibile tracollo demografico, e per dare il colpo di grazia alla nostra civiltà che è già decaduta.

Cari amici, vi invito pertanto a non seguire e a non commentare i programmi relativisti e degradati che abbondano nelle televisioni omologate e nella Rete piena zeppa di contenuti spazzatura, in quanto sottomesse alla dittatura finanziaria, sanitaria e mediatica, perché fareste comunque il loro gioco e realizzereste seppur involontariamente i loro obiettivi finanziari e ideologici. Dobbiamo purtroppo prendere atto che il totalitarismo globalista ha già vinto, ha già omogeneizzato l’umanità tramite un’ipnosi di massa che più facilmente alimenta lo spirito di emulazione, sta trasformandoci antropologicamente e geneticamente in transumani controllabili e condizionabili per ridurci a semplici codici virtuali, strumenti di produzione e di consumo della materialità privi di un’anima. 

Personalmente sono decenni che non vedo il Festival di Sanremo. Sono anni che non guardo più i telegiornali e i programmi di confronto-scontro politico e sociale. Vi assicuro che si vive meglio. Possiamo informarci selezionando i contenuti delle fonti di comunicazione più oggettive e serie, possiamo godere di programmi di vario genere, di cinema e di vera musica scegliendoli noi direttamente. Dobbiamo essere noi i protagonisti della nostra scelta di vita, non ridurci a pedine di una strategia mondialista disumana. 

Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Giovedì 3 febbraio 2022