Libanizzazione è il processo di islamizzazione mediante immigrazione e demografia, e progressiva erosione della cultura originaria come avvenuto in Libano..
I veterinari si dichiarano obiettori di coscienza per non assistere alla spaventosa violenza e crudeltà delle macellazioni islamiche, mentre sono sempre di più i casi su suolo europeo di bambini islamici che hanno il divieto di ascoltare musica e quindi tengono le orecchie coperte dai tappi durante le lezioni di musica. Il velo delle donne, che sempre più spesso copre anche il viso, la macellazione halal, la censura su giornali e vignette sono sempre più normali, un lento processo di banalizzazione dell'islam fatto da retorica buonista sulla tolleranza e sui diritti religiosi, ma soprattutto sull'odio per la propria civiltà e la propria storia creato dalla critica marxista, e istillato, libro dopo libro, film dopo film, lezione universitaria dopo lezione universitaria.
Dove ci sia un processo di immigrazione il peso dell'integrazione è interamente sulle spalle del popolo migrante, che deve integrarsi senza violare le regole del popolo di accoglienza.
Dove le regole di accoglienza siano diverse, è il popolo migrante che deve modificare le proprie. Le mie amiche andate in Iran a fare le archeologhe o le professoresse, ci sono state con la testa coperta, nessuna di loro ha mai fumato i pubblico (arresto immediato) né si è fatta vedere mangiare in pubblico durante il Ramadan.
Dove il peso di modificare le leggi sia sulle spalle del popolo di accoglienza siamo di fronte ad un processo di colonizzazione.
Ogni popolo ha diritto ad una terra dove si parli la sua lingua, dove la sua lingua e le sue tradizioni e la sua cultura non siano profanati, offesi, dove i suoi figli non siano disprezzati, altrimenti quel popolo si sta preparando a diventare un popolo senza terra.
La musica è un caposaldo assoluto irrinunciabile della nostra religione, Re Davide danzava al suono del flauto, nelle nostre chiese c'è un organo, un caposaldo assoluto di tutta la nostra civiltà è la musica. Nessuna nostra cerimonia è concepibile senza musica.
Chi disprezza la musica, chi la considera impura, forse non lo abbiamo capito bene, disprezza noi.
Ogni popolo che per motivi di interesse, manodopera a basso costo, o di buonismo isterico, tollera sul proprio suolo una civiltà che disprezza la sua cultura, la sua religione i suoi figli considerandoli impuri è, per usare un termine della buonanima del principe De Curtis, in arte Totò, una società di fessacchiotti, oppure, se la volete i termini più alti un popolo che si sta candidando a diventare un popolo di schiavi.
Ma non succederà.
Lentamente nonostante il fiume di menzogna che annichilisce le coscienze, lentamente, l'Europa si sta svegliando. E l'Italia si sta svegliando. Sempre di più.