Sherif  Azer è stato aggredito, è il presidente della Comunità Copta di Torino e vicepresidente dell’Associazione Salviamo i cristiani, è un mio carissimo amico. Abbiamo tenuto insieme io, lui e Emanuel Segre Amar, una conferenza, che si può trovare a pezzi, a bocconi su youtube. E’ un uomo estremamente coraggioso, è venuto in Italia dall’Egitto, è laureato in Lettere, è riuscito a creare un’impresa edile, ha delle bellissime figlie, e tutte fanno l’università, meno la più piccola perché è troppo piccola. Lui è un cittadino italiano nel senso vero del termine; la cittadinanza, l’ha meritata, perché ama profondamente l’Italia, perché ama la cultura, il che non vuol dire che ha rinnegato la sua, ma che ama la nostra. Ama profondamente questa Nazione e la sua struttura democratica. E’ stato aggredito da un gruppo di islamici, in quella parte di Torino che è ormai islam. Ho conosciuto Sherif mentre insieme a Magdi Cristiano Allam e a poche altre persone sfilavamo in una Torino gelida ricordando gli assassinati della notte di Capodanno.

Sherif si muove in mezzo ai musulmani, li aiuta a trovare lavoro, e parla loro della sua religione, perché possano scegliere.

La scelta nell’islam non è permessa.

Alcuni fulgidi rappresentanti della religione di pace gli hanno detto di rendere omaggio alla figura di Maometto e rispettare il Ramadan; lui ha risposto che non lo avrebbe fatto ed è stato massacrato a colpi di spranga e catene, per fortuna la polizia è intervenuta.

Le stesse cose raccontano i cristiani pachistani rifugiati a Bergamo: gli islamici pakistani rifugiati a Bergamo, li minacciano, li aggrediscono. Le linee di violenza si ripetono. Londra sta sempre più diventando il Londonistan, ma lo stesso vale per Amsterdam e Bruxelles. Noi abbiamo l’enorme responsabilità di aver permesso che la violenza si arrivata fino da noi. Il male si traveste da bene per trascinarlo nel baratro, travestito da antirazzismo, da pauperismo, da assistenza e compassione per i più deboli. Lo schema di tolleranza alla violenza islamica ha moltiplicato la violenza nelle nostre strade, nelle nostre carceri, nelle scuole, sui campi di calcio e l’ha spinta fino al parossismo nei luoghi dove il cristianesimo è minoritario e  l’ebraismo semplicemente non esiste più, violenze ogni giorno più atroci contemplate con assoluta indifferenza dalla totalità dei nostri cosiddetti intellettuali (parola dall’etimologia sempre più oscura) e di quelle che dovrebbero essere le gerarchie religiose.

Prima quelli del sabato e poi quella della domenica, è stato scritto addirittura sulle mura della Chiesa della Natività di Betlemme.

Sherif Azer è stato aggredito da un gruppo di islamici che ha ripetuto in Italia uno schema che è sempre più frequente in Francia, in Germania, in Belgio, ovviamente in Inghilterra. Chi tollera tutto e il contrario di tutto è un connivente. Il momento è venuto di trovare il coraggio dell’indignazione.

In Egitto la prima sconfitta decisa dei Fratelli Musulmani segna il passo. Una volta al potere i Fratelli Musulmani, la miseria e la disoccupazione sono saliti vertiginosamente.

L’Egitto, il luogo da cui proviene la cristianità copta, da cui proviene Sherif, è in questo momento l’ago della bilancia del mondo, il luogo da cui comincerà la spallata all’integralismo e alla follia.

E noi tutti abbiamo il grandissimo onore di conoscere due degli artefici di questa spallata, Magdi Cristiano e Azer Sharif.

Evviva.