Sono oltre centomila i cristiani uccisi ogni anno per la loro fede. La memoria è in assoluto il dovere etico principale. La memoria della storia e la conoscenza della verità è quello che è successo, quello che è veramente successo, non quello che sarebbe carino che fosse successo, perché così i nostri teoremi tornerebbero e noi potremmo dimostrare che da una parte ci sono i buoni e dall’altra i cattivi come nei film della Walt Disney degli anni ’50 e ’60.

La memoria della storia consiste in una puntigliosa conta dei morti, perché ognuno di loro era una persona, non uno scarafaggio o un cane, ma una persona e se quelli che hanno sterminato quei morti hanno combattuto sotto una bandiera che ha i nostri stessi colori, allora quella conta deve essere ancora più attenta, più fanaticamente puntigliosa. La verità vi renderà liberi, la verità anche quando atroce o scomoda. Solo la conoscenza della storia e della verità ci può fornire le due uniche direttive possibili a qualsiasi azione etica, solo apparentemente in contrasto l’una con l’altra, che sono la fede e il dubbio.

Nel primo periodo della sua vita un bambino fa blocco unico con la madre. Hitler era figlio di madre umiliata e battuta, Osama Bin Laden è il figlio numero 56. È stato un bambino a stento riconosciuto dal proprio padre, che non ne ricordava il nome. Che incredibile odio verso tutti quelli che non sono il figlio numero 56 e che hanno creato società dove non è possibile essere il figlio numero 56!

Un mondo di pace non nascerà mai fino a quando le donne saranno miserabili e schiave. Una donna schiava può diventare madre di un Orco oppure di uno schiavo: il suo dolore diventa la ferocia del figlio oppure la sua acquiescenza alle ingiustizie. Per un mondo migliore non basta l’abbattimento dei tiranni, politici o economici che siano: prima o poi si creeranno altri tiranni. Si creeranno più prima che poi, impareranno ad ammantare i crimini più feroci sotto una bandierina di benevolenza e tutto resterà uguale se non peggiore.

Un mondo libero e giusto può nascere solo attraverso le madri.

I figli di madri libere e forti non diventano né carnefici né schiavi di nessuno. Non è un caso se in Africa i paesi che se la cavano dal punto di vista economico sono quelli dove le donne non sono calpestate e dove la democrazia è rispettata.

La pace del mondo passa dal benessere fisico ed economico delle madri, passa dalla loro alfabetizzazione, dalla loro scolarizzazione, loro diritto inalienabile di scegliere chi sarà il padre dei suoi figli, dal loro diritto inalienabile di non essere battute, vendute, comprate, sfruttate, ripudiate, lapidate, bruciate. Nessun mondo di pace può nascere sulla negazione di questi diritti. Un mondo dove una creatura umana non ha in mano il proprio destino, dove una creatura umana può essere messa a morte per aver voluto sentire il vento sui capelli non può essere un mondo di pace. Nessun mondo di pace sarà costruito sul sangue delle donne lapidate, e sull’educato silenzio che ha commentato la loro lapidazione. Nessun mondo di pace nascerà dove è permesso a una bambina di 9 anni di essere data in sposa e di essere condannata a morte. Nessun mondo di pace sorgerà fino a quando anche solo un’unica bambina potrà essere infibulata, così da ridurre tutta la sua vita a umiliazione e dolore.

Un mondo di pace può nascere solo dalla capacità di non abdicare mai alle idee di libertà e di diritti civili, incluso l’inalienabile diritto di ridere di tutto, incluse le cose più sacre e più serie. Noi osiamo ridere di Dio e della morte: questa è la nostra forza. Chi non vuol essere deriso, si dia da fare per meritare rispetto. Chi usa la condanna a morte per ridurre la derisione al silenzio, dimostra quanto quella derisione sia giustificata.

La nostra libertà non è stata un dono. Il sangue versato non è stato un effetto speciale.