Notizie atroci arrivano dalla Siria. Foto di chiese depredate e bombardate, miliziani della jihad islamica che mostrano in caroselli fatte con le auto le croci divelte come bottino di guerra. La foto di un bambino sgozzato. La foto di un uomo con il volto tumefatto cui per ridere è stato divelto un occhio. La foto di un cadavere cui è stata tagliata via la faccia da vivo.
Un gruppo di bimbi è accoccolato sulle macerie del convento che fungeva da orfanatrofio.
Una decina di bambini dorme per terra sul pavimento di un’aula scolastica: sono i profughi in Libano, accolti nelle scuole perché non c’è altro.
Anche gli islamici soffrono in questa guerra terribile: trecentomila sono in Giordania, racconti in campi profughi, ma per loro almeno c’è qualche aiuto, per loro si alzano campi profughi: tende, cucine, latrine campi giochi. Per i cristiani non ci sono aiuti. Gli aiuti internazionali sono distribuiti da organizzazioni islamiche che non soccorrono i cristiani. Perché dovrebbero? Uno degli scopi della guerra civile in Siria è “purificare la Siria dal cristianesimo”. La Siria è la seconda culla della cristianità. Le trecento chiese più antiche sono in Siria, o forse sarebbe più corretto dire che erano in Siria, fino all’anno scorso. Ora non so cosa ne resti. La terza culla della Cristianità è il posto che adesso si chiama Turchia, perché prende il nome dai turchi, popolazione arrivata dall’Asia centrale. La città che ora si chiama Istanbul si chiamava Costantinopoli ed è la città dove la cristianità è uscita dalla persecuzione, quindi dovrebbe essere una città santa del cristianesimo. Costantinopoli è caduta il 29 maggio del 1453 ed era martedì. L’evento è stato una tale tragedia da essere stato messo dal popolino sullo stesso piano della crocifissione di Cristo avvenuta di venerdì, e ricordato in una specie di proverbio. Di Venere e di Marte non ci si sposa e non si parte e non si comincia un’arte. La superstizione è un tentativo di rendere prevedibile la storia sottraendola alla follia, e contiene, come ogni mito , la realtà degli eventi. Cominciò con il massacro della presa di Costantinopoli l’estirpazione della cristianità dal Mediterraneo. I cristiani erano il 100% della popolazione della “Turchia”, all’inizio del secolo scorso erano il 30%, poi il genocidio degli Armeni, le conversioni forzate e la fuga ne hanno ridotto il numero allo 0,6%. Nella città dove è stata scritta l’Apocalisse di San Giovanni il cristianesimo non esiste più. L'Apocalisse si rivolge alle Chiese d'Asia, perché il Cristianesimo era un religione asiatica: dall'Asia è quasi completamente estirpato. I turisti in Turchia sono accompagnati da guide che mostrano rovine con scritte greche e latine che loro non sanno decifrare: perché dovrebbero? La lingua degli sconfitti, come la loro cultura è spazzatura. Il cristianesimo tra non molto non esisterà in Siria, per eliminarlo occorre annientare i corpi dei cristiani, ucciderli, torturarli, spingerli alla fuga. Il loro dolore è inascoltato. Ascoltarlo è politicamente scorretto, vuol dire far saltare la grande menzogna del dialogo interreligioso: andate a dialogare con i miliziani che urlano felici dopo aver distrutto una chiesa e sulle loro jeep vanno a caccia di cristiani. Vuol dire far saltare la menzogna che non è in atto uno scontro di civiltà. Vuol dire far saltare la menzogna che il problema è Israele. Molte gerarchie religiose amano l’islam, diciamocela questa verità, perché è maledettamente vera. Violando il Vangelo che ordina, un ordine tassativo, assoluto, l’obbligo principale di ogni cristiano, di evangelizzare, portare la buona Novella, che è una e una sola, affermano che tutte le religioni portano a Dio e rifiutano di “fare proseliti”, cioè convertire. Il cardinale di Milano ha compiuto l’agghiacciante gesto di inchinarsi davanti al ramadan: il suo compito era affermare che il ramadan è una pratica crudele che costringe a soffrire la fame e la sete e distrugge la capacità di lavoro, distrugge gli stessi neuroni, e affermarlo fino al martirio.
La cristianità non esisterà tra breve in Nord Africa, che quando era cristiano era ricco, verde, la Libia era il granaio dell’impero, era colto: la biblioteca di Alessandria, le dispute filosofiche, le pitture belle come quelle di Fayum: tutto cancellato, tutto perso. L'agricoltura affidata a schiavi ha distrutto l’irrigazione, che presuppone lavoro intelligente, non coatto, di gente che lavora per sé e per i propri figli. Il taglio degli alberi per fabbricare le navi che per secoli hanno fornito schiavi, era la mia gente, ha desertificato il Nord Africa. Il Sudan è stato un luogo ricco e colto, culla della civiltà copta, che dall’Egitto ha raggiunto l’Etiopia. I regni copti di Dongola e Axum hanno partecipato alla prima crociata. Lo hanno fatto per liberare il Santo Sepolcro, distrutto dagli islamici, che crocifissero i pellegrini: l’idiozia dell’islam religione di pace e tolleranza lasciamola ai deliri del regista Ridley Scott, l’idiozia delle crociate fatte per motivi economici, in un’epoca in cui dell’economia non si aveva nessuna idea, lasciamola alla critica degli storiografi marxisti, che, poveretti, partono dal presupposto che Lenin fosse intelligente e Marx buono, che non sono nemmeno riusciti a capire che il marxismo altro non è che la teorizzazione del ritorno allo stato feudale e quindi sono allenati alla storiografia fantastica. Ma non è stato il solo motivo: c’era anche la necessità di salvare la testa dei loro figli e il ventre delle loro donne: una volta diventato il Mediterraneo un mare islamico, la cristianità sarebbe stata distrutta, come l’ebraismo. Islamico, il Sudan è un luogo di dolore, miseria, sterminio.
La cristianità preferisce aggredire Israele, inventarsi che il popolo palestinese, così si chiamano adesso gli occupanti islamici di Samaria e Galilea, che gli egiziani spostati nella Striscia di Gaza da Nasser siano un popolo che sta subendo un’occupazione militare, un popolo che ha il “diritto” di distruggere lo stato di Israele, o perlomeno di continuare a provarci, senza che gli israeliani abbiano il diritto di difendersi.
Cosa c’entra Israele con i cristiani massacrati in Siria? E con i copti massacrati in Egitto? E con i cristiani bruciati vivi in Nigeria: c’è un agghiacciante filmato che mostra corpi in fiamme che cercano di sottrarsi.
C’entra, anzi è tutto lì. La parte più ignobile e folle della cristianità, o delle persone che si credono cristiane, si è schierata contro Israele. Nella mente di molti, di troppo, è rimasta l’idea folle che un popolo abbia la responsabilità del Deicidio. La responsabilità del Deicidio ce l’ha Dio. Gesù Cristo deve andare verso la morte, è necessario, non la evita e la cerca. Lui è l’unico responsabile di una Morte che è il Dono a tutti noi, la certezza che nel dolore c’è Dio, non una sua punizione. Dal punto di vista storico la crocifissione, supplizio romano, è stata eseguita da soldati Romani, sotto l’impero romano, per ordine di un prefetto romano. Gesù è stato ucciso da romani, non dai romani, tutti, ma da alcuni romani, quelli lì, quelli presenti, in quel momento. Era stato condannato a morte da ebrei, non dagli ebrei, da alcuni ebrei, altri erano suoi seguaci, la maggioranza non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo e nemmeno chi fosse Gesù perché non abitavano a Gerusalemme e non l’avevano mai incontrato. Coloro che lo avevano condannato a morte avevano chiesto la sua morte, non che fosse ucciso in maniera così atroce. In realtà ricordiamoci che Cristo era ebreo, uno di loro, e che i romani erano gli altri, i nemici, gli occupanti. Esiste una teoria, e non è del tutto balzana, che il sinedrio abbia condannato a morte Gesù dando per scontato che con la sua dialettica davanti a Pilato se la sarebbe cavata, evitando la pena di morte. Era una maniera per rimettere in riga un eretico. Ma Gesù davanti a Pilato tace, perché deve andare incontro al suo destino, che è la nostra salvezza.
Moltissimi cristiani conservano l’odio per gli ebrei, l’odio per Israele, si sono alleati spiritualmente o fisicamente con l’islam perché distrugga Israele e realizzi così l’antisemitismo che conservano nelle loro menti minuscole e nei loro cuori aridi e secchi come il deserto che ha racchiuso la grandezza di Cristo per 40 giorni senza esserne toccato e senza germogliare. Racchiudono La certezza che il popolo di Israele debba essere “punito” con la diaspora, e che quella diaspora non debba finire.
Questa teoria è contenuta nelle parole di molti Padri della Chiesa, che erano Uomini, e come tali fallaci. Grandissimi da un lato, peccatori di odio e superbia dall’altro. Come sbaglia Abramo per alcuni versi grandissimo e per altri ignobile: quando spaccia una bellissima sposa per sua sorella, quando si unisce alla schiava. Come sbaglia Davide, grandissimo re che commette l’azione ignobile di mandare a morte il soldato fedele per rubargli la sposa. Noi siamo uomini. E possiamo essere grandissimi e ignobili e nessuno è al riparo da questo. Solo Cristo non commette errori, solo Maria non commette peccati. Gli altri sì, anche i grandissimi, anche i patriarchi, anche i padri della Chiesa. Cristo non è morto in croce perché si fondasse una religione dogmatica dove la parola di altri valga più della sua.
“Perdona loro che non sanno quello che fanno” è stato pronunciato: da quell’istante tutti i veri responsabili della crocefissione, un pugno di ebrei intolleranti e un pugno di romani molti crudeli, sono stati perdonati e chiunque violi quel perdono sta violando la volontà di Dio. In quale punto del Vangelo Cristo vi ha incaricato di vendicarlo?
Il cristianesimo davanti al nazismo che era un pericolo mortale, che dichiarava Cristo e Maria e Pietro appartenenti a una razza inferiore, ha preferito non riconoscere lo scontro di civiltà. Usare saggezza, cioè viltà. Gli ebrei sarebbero stati massacrati, salvo qualcuno salvato in qualche convento, ma non basta, e la cristianità non sarebbe stata toccata. Il risultato è stato Auschwitz.
Ora di nuovo una parte del cristianesimo, o di sedicenti cristiani, commette lo stesso crimine: si schiera contro Israele, si vende alla causa del terrorismo islamico, ingentilisce la propria voce davanti al mostro.
Non è per avere la salvezza fisica dei propri figli. I figli del cristianesimo erano al sicuro negli anni 60. E’ stata l’approvazione occidentale e di una mostruosa parte di gerarchie ecclesiastiche al terrorismo palestinese che ha scatenato la belva. Il Sinodo dei Vescovi del medio Oriente ha assolto il terrorismo islamico affermando che ogni suo gesto è dovuto all’esasperazione dell’esistenza di Israele, “un corpo estraneo che rode” è stato definito. Di ogni gesto contro i cristiani sarà ritenuto responsabile Israele: la belva è stata scatenata. Certo che Israele è un corpo estraneo: un luogo di democrazia, di civiltà di pace dove i cristiani aumentano e non sono perseguitati. Certo che “ rode” che in paese che, quando islamico era una terra di sassi, paludi e scorpioni, ora sia un luogo di progresso e benessere. Per gli stessi motivi, sono oasi di lavoro, di benessere, di pace, sono considerate corpi estranei che rodono le comunità cristiane.
I risultati li abbiamo sotto gli occhi.
La Provvidenza non permette che lo stesso errore, lo stesso crimine, venga commesso due volte e la storia nemmeno. O la cristianità si schiera con Israele, o afferma che l’islam è un nemico mortale per entrambi, o riconosce che nessun dialogo è possibile con chi ha condannato l’adultera dopo che era stata graziata, o verrà spazzata via.
E questo non può succedere.
Non succederà. Se succedesse vuol dire che quello che è successo sul Carmelo non ha avuto senso.
Quindi non succederà. Non può succedere.
Cominciamo noi. Basta un’unica fiaccola perché il buio non sia assoluto. E da una candela all’altra, da una fiaccola all’altra la luce riconquista il mondo e il buio viene vinto.