Il 16 aprile 2015 ha destato scalpore la notizia dei cristiani assassinati sui barconi in quanto cristiani. La signora Boldrini ci ha informato che le sembra improbabile che su un barcone si facessero discussioni teologiche, deve quindi essere rimasta convinta che gli uccisi siano stati soppressi per altri motivi che non la loro fede religiosa. Quello che pensiamo della signora Boldrini lo abbiamo già scritto, quindi per questa volta saltiamo un giro.
A nessuno è venuto in mente che l’assassinio, sempre, è solo la punta di un iceberg, la parte più clamorosa di una tragedia fatta di vessazioni e intimidazioni e ovviamente stupri. Siamo assolutamente certi che non tutti gli islamici siano violenti, ma sicuramente quelli che non lo sono si guardano bene dall’intervenire e dal denunciare.
Le violenze della maggioranza islamica contro la minoranza cristiana continuano nei centri di accoglienza, continuano nell’indifferenza generale.
Amici cristiani pachistani ci hanno segnalato il clima di intimidazione che i cristiani subiscono all’interno dei centri di accoglienza, dove molti di loro celano la loro fede.
È indispensabile che venga immediatamente riconosciuto lo stato di rifugiato politico a tutti i cristiani in fuga dai paesi islamici, sia da parte dell’Italia che dell’Europa, in maniera da levarli dai centri di accoglienza e dalla presenza dei loro persecutori. I cristiani in fuga dagli inferni islamici sono fratelli perseguitati, che hanno rischiato tutto per raggiungere l’Italia e l’Europa, nella speranza di libertà e giustizia, per trovarsi in centri di accoglienza dove, di nuovo, per loro regna la paura, quella paura che da sempre li accompagna, come la loro ombra...