Per prima cosa vorrei fare una domanda a ognuno di voi? Posso venire a casa vostra e uccidere uno dei vostri bambini? O qualcuno che amate molto. Posso ferivi, che il vostro corpo sanguini, che lunghe e dolorose operazioni siano necessarie. E dopo che avrò fatto questo, voi mi darete denaro, amore incondizionato, sostegno, accetterete ogni mia affermazione come oro colato, perché chiunque venga a casa vostra a uccidere uni dei vostri figli, non può che essere una persona meravigliosa, al di sopra di ogni possibile critica, dalla parte della ragione. E dopo che ho assassinato sotto i vostri occhi uno dei vostri bambini, darete per scontato che ogni affermazione dei miei nemici sia falsa, che ogni sua motivazione sia indegna, che nessuna etica sia concepibile nei nemici di chi vi ha sterminato un figlio.

Ebbene, questo è quello che sta succedendo, all’Europa, al mondo occidentale, e all’Italia, ovviamente, certo.

Prendiamo il caso dell’Italia. Uno dei vostri figli, ho detto. Ci sono vari significati della parola madre, uno di questi è madre patria, la nazione. Siamo figli dell’Italia, si dice giustamente così. Una nazione normale si indigna e reagisce quando i suoi stessi figli vengono sterminati, co0me un genitore no0rmale si indigna con chi gli ha assassinato un figlio, non lo invita a cena.

Noi non abbiamo fatto alcun male al gruppo di islamici che oggi viene designato come popolo palestinese e che per ragioni di semplificazione anche io, per il momento, in questo articolo designerò così.

Noi italiani non abbiamo mai fatto nulla al popolo palestinese, non c’era una dichiarazione di guerra, non siamo nemmeno confinanti, eppure i palestinesi sono venuti nella nostra terra a insanguinarla.

Le due stragi dovute ai due attentati all’aeroporto di Fiumicino (1972 1985, quest’ultimo in contemporanea della strage all’aeroporto di Vienna) hanno ucciso quarantacinque italiani, non v’indigna questo numero, quarantacinque? Ieri un soldato israeliano, facendo il suo dovere che è quello di difendere la sua terra dal nemico, ha ucciso un palestinese penetrato in territorio israeliano, dopo la “tregua”, una tregua da burla durante la quale il lancio di missili da Gaza è solo diminuito.  in realtà è diminuito perché gli israeliani hanno distrutto un bel po’ di rampe) e tutti si sono indignati. Questo popolo crudele e feroce che passa sotto il nome di palestinese è venuto sulla mia terra ad assassinare quarantacinque miei fratelli durante una tregua, mentre io ero in pace, e quindi è mio nemico.  Ai palestinesi non importa un accidenti di uccidere italiani innocenti: non italiani, come i francesi, gli statunitensi, i tedeschi, per loro siamo carne da macello, siamo spazzatura, siamo non uomini. Per loro l’innocenza non esiste. Tutti sono assassinabili.

Ai palestinesi dobbiamo l’attentato alla Sinagoga di Roma, 1982. Terroristi palestinesi hanno aperto il fuoco sulle persone che uscivano dalla Sinagoga dopo la funzione del sabato, e quelle persone erano cittadini italiani. Un bambino di due anni è stato ucciso, tra i feriti suo fratello, ricoverato giorni e giorni in ospedale prima che qualcuno avesse il coraggio di dirgli che Stefano, in fratellino di due anni non c’era più, hanno aperto il fuoco su delle persone che erano italiani ebrei, non israeliani. Per i palestinesi essere ebrei è una colpa da lavare con il sangue, non solo essere israeliani. I palestinesi assassinavano ebrei sul suolo europeo già dal 41 e sul loro suolo da sempre, ma con particolare entusiasmo dopo il 1918. Non solo l’articolo 1 di Hamas come l’articolo 1 di Al Fatah dichiara che l’unico scopo è la distruzione dello stato di Israele, certo, ma l’articolo 7 dello statuto di Hamas recita che è un dovere assassinare ogni ebreo, non israeliano, ogni ebreo. Gli ebrei di Roma avevano deciso di continuare a vivere a Roma, invece che trasferirsi in Israele, quindi se la “colpa “ è essere israeliani, loro avrebbero dovuto essere innocenti.

Ai palestinesi dobbiamo il sequestro dell’Achille Lauro e l’assassinio di un passeggero, ebreo americano, ebreo, non israeliano. Era venuto sulla nostra terra come turista, a portarci il suo affetto e il suo denaro e noi lo avevamo accolto con l’obbligo di ospitalità che appartiene alla nostra civiltà. È stato ucciso: i maschioni  ipercazzuti palestinesi lo hanno scaraventato in mare sulla sua sedia a rotelle e poi hanno riso. Questi criminali vi piacciono? Allora è il caso che parliamo della salute della vostra psiche.

All’eroico popolo palestinese, ai suoi estimatori, ai suoi sostenitori dobbiamo la strage della stazione di Bologna, la cui matrice palestinese è ormai dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio, al punto tale che anche il filo palestinese e antisionista stato italiano sta cominciando a doverlo riconoscere.  Ormai non è più possibile fingere di non sapere.

All’eroico popolo palestinese dobbiamo l’assassinio di due giovanissime sorelle di Cuneo: una delle due aveva appena avuto una delusione e il loro papà aveva detto: andate a Sharm En Sheik, ve lo paga papà, così vi distraete, tornate abbronzate. Sono tornate in una bara. Nel loro hotel c’erano dei turisti israeliani e la bomba non ha fatto distinzioni.

La domanda è: perché amiamo questo popolo crudele che è talmente criminale da essere venuto sulla nostra terra  ad assassinarci mentre eravamo in pace. I palestinesi sono nostri nemici, eppure li amiamo, scodinzoliamo davanti a loro.

Esistono popoli che hanno subito ingiustizie talmente atroci da poter essere, quelle sì, definite tragedie. Uno di questi è il popolo tibetano. Nessun monaco buddista è venuto a sparare su degli italiani, così come nessun curdo, nessun berbero, eppure  sono popoli al momento sotto attacchi terribili.

Ogni volta che abbiamo avuto un terremoto, gli israeliani sono venuti ad offrirci aiuto, denaro e soccorso.

I palestinesi sono venuti ad ammazzarci.

Eppure li amiamo.

I palestinesi li amiamo perché ci forniscono l’alibi e l’assoluzione per i nostri crimini contro gli ebrei, inclusa la Shoà.

Noi, europei cristiani, abbiamo fatto la Shoà.

È sufficiente che ci inventiamo che gli israeliani in “Palestina” sono cattivi quanto i nazisti, e il gioco è fatto.

Per questo affermazioni deliranti come quelle del cardinale Raffaele Martino, vengono allegramente accettate.

Per questo i ridicoli video sulla questione palestinese continuano a girare.

Vorrei parlarvi di uno di questi video