Qualche giorno fa ci è arrivata una voce disperata dal Congo.
I numeri di questa immane tragedia sono:
650.000 i profughi congolesi costretti a fuggire dalle proprie case da quando è iniziata l’offensiva del gruppo ribelle M23.
Qualche decina di migliaia, almeno ventimila, morti. I feriti non proviamo nemmeno a contarli. I numeri sono incerti perché non c’è un censimento della popolazione, ma sono decine di migliaia.
250.000 sfollati nel Nord Kivu nell’ultima settimana, 339.000 nel Sud Kivu. Altri 40.000 fuggiti in Uganda e 15.000 in Ruanda. Corpi di uomini, donne e bambini ovunque nelle strade. I campi allestiti dall’UNHCR sono al collasso, colera e malaria e aids mietono vittime come le epidemie medioevali, perché battono su popolazioni stremate e disperate. Lo stupro etnico è la norma. I corpi straziati di donne e bambine rimarginano ferite che spesso diventano piaghe aperte. Lo stesso avviene per le anime.
L’indifferenza del mondo e dei media è agghiacciante.
Ancora una volta il cosiddetto popolo palestinese, occupa la scena mondiale. In Cisgiordania e Gaza la scolarità è fino a 16 anni, la mortalità infantile più bassa di qualsiasi paese islamico senza petrolio, inclusa la Turchia, eppure occupa la scena.
Secondo una mia approssimativa statistica questo è il valore della morte.
Raggiungere la visibilità mediatica è equiparato a valore 1
1 morto palestinese, se ucciso da altri palestinesi, magari trascinandolo ancora vivo dietro una macchina oppure linciandolo ad un lampione in quanto oppositore politico di dittature sostenute economicamente dall’occidente antisionista e da Obama.
Valore zero. Questi morti e le loro atroci foto sono sempre fuori da qualsiasi racconto sui media. Bisogna cercarli su internet ed essere bravi a trovarli.
Morti israeliani inclusi bambini e donne incinte ( famiglia Fogel, attentato in Bulgaria) o ebrei non israeliani inclusi bambini ( Tolosa) valore 1, cioè raggiungono la visibilità mediatica, ma…La frase che racconta delle loro vite spezzate è sempre seguita da un ma. Il ma è una congiunzione usata tra due frasi di cui la seconda è in opposizione alla prima, e ne è più importante. Le due parti non hanno lo stesso peso: quello che precede il ma è molto meno importante di quello che segue. Si, certo, la loro morte è disdicevole ma, prima di tutto, dobbiamo capire eccetera.
Cioè questi morti sono ricordati per giustificarne l’assassinio.
Morti cristiani uccisi nelle terre dell’islam. Valore 0,1: raggiungono visibilità mediatica, equiparata a 1, solo se sono in numero di almeno 10. Quelli sfusi non compaiono, come non compaiono quelli costretti a conversioni forzate mediate aggressione, tortura o imprigionamento. Non compaiono i feriti, non compiono le ragazzine rapite fuori dalla scuola e costrette a matrimoni forzati con islamici, come seconde o terze mogli, così che la loro discendenza sia islamica. La prima regola per distruggere un popolo è levargli le donne, quindi la discendenza. Peraltro una volta raggiunta la visibilità, questi morti la perdono immediatamente perché non c’è risonanza emotiva per loro. Il corriere della sera ( minuscolo, non è un errore) ha ricordato la strage in Nigeria, l’ultima, a pagina 17 con poche righe. La prima pagina era occupata, su 4 colonne, dall’esercito israeliano che ha ucciso, come suo dovere, un palestinese , un nemico, uno che dichiara che di Israele vuole la distruzione nell’articolo 1 dello statuto del suo governo, Hamas, perché stava forzando il confine e entrando nel suo territorio.
Islamici uccisi da altri islamici. Valore 0.05. Bombe a grappolo su un campo di bambini in Siria? Chi se ne frega.
Africani: Congo : 0.00001. Per fare un palestinese ci vogliono 100.000 congolesi? No. Un unico palestinese , se ucciso dagli israeliani, ha un peso superiore a 100000 morti in Congo.
Ogni morto palestinese ucciso dall’esercito israeliano che difendeva il suo paese colpito da migliaia di missili, dai 50 agli 80 al giorno, con devastazioni apocalittiche che non diventano stragi per l’efficienza dei ricoveri e della protezione civile: valore mediatico 1000. Le foto dei bambini massacrati in Siria girano sul web spacciate per foto fatte a Gaza.
Se anche tutto quello che latrano contro Israele fosse vero ( è tutto falso) il diverso peso dato ai morti, non dovrebbe essere sufficiente a farci capire la violenza dell’antisemitismo che c’è dietro al cosiddetto antisionismo?
Possiamo anche cominciare a capire che i palestinesi da 60 anni occupando la scena ci impediscono di vedere il vero panorama mondiale?
È un gioco di prestigio. Il prestigiatore tiene la vostra attenzione concentrata sulla mano destra, e nessuno si accorge della mano sinistra, il riflettore illumina il coniglio e non vediamo l’elefante.
Non sono i fatti quelli che contengono la verità perché raccontandone uno piuttosto che un altro cambio il senso della narrazione.
I numeri sono quelli che contengono la verità.
Quando il nostro coinvolgimento emotivo davanti a migliaia di morti innocenti è piccolo, svogliato, ebbene sì, ci stanno fregando.
O ci stanno provando.
E non ci sono riusciti perché siamo in gamba, e stiamo cominciando a capire.
E lo stiamo spiegando anche agli altri.
Che stanno capendo tutti, ogni giorno di più