La cultura europea, l’unica cultura che deve e può valere in Europa afferma che nessun corpo di bambino e bambina possa essere mutilato. La circoncisione maschile, soprattutto se eseguita all’ottavo giorno, ha una funzione di prevenzione della balanoprostite e non compromette la capacità di provare piacere.
La circoncisione femminile non previene nulla e distrugge la capacità di provare piacere, anche dove non ci sia l’escissione totale del clitoride, perché il clitoride resta inglobato in un cercine cicatriziale, non può essere stimolato e nel caso la donna fosse eccitata, l’erezione sarebbe resa impossibile a causa delle cicatrici e quindi bloccata dal dolore.

La circoncisione femminile con "solo" escissione distale della clitoride è raccomandata dalla sharia e raccomandata dai siti islamici in Italiano, qui l’indirizzo di uno dei tanti.

http://mondoislam.altervista.org/la-circoncisione-femminile-e-linfibulazione/

Cari colleghi, non trovate osceno e ripugnante che siano torturate delle bambine?

Non lo trovate immondo?

Allora siete contrari al multiculturalismo.

La cultura europea è basata sulla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, che l’islam non può accettare, com’è stato dichiarato a Teheran e al Cairo. Il 2 agosto del 1990 al Cairo è stata redatta la Dichiarazione sulla Libertà dell’Uomo islamico di seguire la Umma, che è la negazione della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo. L’uomo islamico deve essere libero di circoncidere una bambina e di lapidare un’adultera, altrimenti la sua libertà di seguire la Umma è violata.

Prima di concedere l’altissimo onore, lo straordinario gesto di fratellanza, di far parte delle nostre nazioni, di essere inscritti ai nostri ordini, deve essere obbligatorio pretendere un giuramento di fedeltà alla Dichiarazione dei Diritti dell’ Uomo. Chi accetta la fedeltà a quella dichiarazione è un benvenuto concittadino, gli altri no, perché un luogo dove tutto e il contrario di tutto siano tollerati, e solo l’anfiteatro di una guerra civile.

La civiltà europea è una civiltà dove valgono leggi: le nostre leggi garantiscono la più assoluta libertà di parola e puniscono l’istigazione a delinquere. Chiarisco con un esempio: deve essere lecito che nelle moschee e nella madrasse, quindi in scuole non parificate e senza valore legale,  circolino gli opuscoli sauditi dove si dichiara che i cristiani sono maiali e gli ebrei scimmie, perché fa parte della libertà di parola. Come scrisse Ibn Abbas gli ebrei, popolo del sabato, sono scimmie mentre i cristiani, infedeli della comunione di Gesù, sono porci . Ibn Abbas è un congiunto di Maometto, suo braccio destro. Questa affermazione, insieme al fatto che è giusto odiare tutti coloro che non appartengono all’islam, che scopo dell’islam è la conquista è l’asservimento del mondo, sono tutti pilastri dell’islam wahabita. Tutti i cittadini dell’Arabia Saudita, tutti senza alcuna eccezione, sono stati educati su testi dove si insegnano questi principi. Bene cari colleghi dell’Ordine dei Medici, qualche scimietta e tanti porcellini, come ci si sente ad essere chiamati maiali e scimmie da uno degli assi portanti di un’altra religione?  L’iman della moschea olandese dove si è “formato” l’assassino di Theo Van Gogh ha sempre tenuto sermoni dove si dichiara che i cristiani sono maiali e gli ebrei scimmie ( agli ebrei è andata meglio), e fin qui fa parte della libertà di opinione, ma anche che ebrei e cristiani sono come i rami secchi: vanno legati tutti insieme e buttati nel fuoco. Questa è istigazione a delinquere, qualcuno avrebbe dovuto intervenire, ma erano tutti troppo intenti a processare Oriana Fallaci e Wilders per istigazione all’odio religioso. Sono loro che istigano all’odio? Non sarà un religione che dichiara che altri sono maiali e scimmie e che produce frange estremiste che dichiarano che gli altri stanno meglio da defunti, non sarà un po’ odiosa? Appena, appena? Non tutti gli islamici vogliono la mia morte, ma sul corano c’è scritto che è giusto dare la morte a chi si oppone all’islam, ed io, Come Oriana, come Bat Ye’or, come Spencer, come Magdi Cristiano Allam, mi oppongo. E poi, non ho bisogno che tutto l’islam voglia uccidermi per morire. Mi basta un unico terrorista. Un unico terrorista la cui mano sarà stata armata da quell’80 % di iman europei che approvano ufficialmente l’assassinio di Theo Van Gogh, mentre la corte di nostri intellettuali, parola dall’etimologia sempre più incomprensibile, che si esibiscono in un balletto di distinguo.  

La cultura che 20 secoli fa ha graziato l'adultera e quella che sette secoli dopo l' ha condannata di nuovo non possono convivere. Nessuna convivenza è possibile e il delirio multiculturale ci porterà o alla guerra civile nelle strade, come già sta succedendo, o alla libanizzazione.

Ci credete davvero alla fratellanza con chi vi ritiene inferiori? Ma ci credete davvero che la convivenza con l'islam sia possibile? Come si concilia una cultura che ha come suo baluardo la libertà di parole e di stampa e chi non può tollerare l'offesa a Maometto? In cosa avere la guerra civile nelle strade come già abbiamo nelle periferie francesi e belghe, a Stoccolma e a Londra, ci renderà migliori? Noi crediamo che accettare in mezzo a noi chi ci vuole uccidere, chi festeggia suoi siti i morti italiani nei terremoti, quelli statunitensi nei tornados come giusta punizione di Allah agli fedeli sia un gesto di gentilezza che genererà altra gentilezza. Invece è letto come un gesto di giusta sottomissione e genera altra violenza ed altro arbitrio.

Essere buoni con chi nega la shoà, pretende che non sia insegnata nella scuole, dare denaro a che inneggia alla morte di tutti gli ebrei e prega per questo, come per esempio il presidente dell’Egitto,  (http://www.memritv.org/embedded_player/index.php?clip_id=3614), negare la realtà storico del nazismo islamico, non aumenta la nostra tolleranza, non ci fa passare da coccinella a caposcout, non ciu dà punti per la beatificazione, è solo un gesto di osceno antisemitismo. Il terrorismo islamico contro obiettivi israeliani, tollerato e incoraggiato dai nostri intellettuali, parola dall’etimologia sempre più impenetrabile, è giustamente, inevitabilmente diventato terrorismo islamico contro obiettivi cristiani. Sono decine di migliaia i cristiani massacrati in terra islamica perché si rifiutano di sottomettersi alla teocrazia. La loro morte vi è chiara? Avete pubblicato le file dei cadaveri carbonizzati davanti alle chiese in Nigeria? Ho sul mio computer foto terribile che mi arrivano dai cristiani siriani, bambini sgozzati, un uomo cui è stata tagliata via la faccia da vivo, foto che non metto sul web per non causare imitazione.

Il giorno dell'attentato di Londra mio figlio era lì. Io ero folle di terrore, anche perché il suo cellulare non rispondeva, dava segni di non esistenza. In realtà, l'ho scoperto dopo, tutta le rete era stata bloccata. Ero in un centro commerciale e tutti i televisori trasmettevano le immagini di Londra, e davanti a quelle immagini un gruppo di uomini magrebini rideva in piena letizia. Non c'era mio figlio tra quei morti e quei feriti, ma c'erano i figli di altre madri. L’islam è tanto buono? Andatelo a raccontare alle vostre sorelline minori se ne avete? Non tutti gli islamici ridevano? Certo: ma tutti quelli che ridevano erano islamici. Nessun buddista ha riso di quei morti, nessun induista, nessun sick. Preferisco convivere con religioni che non prevedono mai il mio assassinio o quello di altri, nemmeno nella loro forma più integralista. Altrimenti mi sia concesso di scrivere che una religione che prevede la mia morte, sia pure solo nella sue forme più integraliste, certo, è una religione inferiore.

Avete sussultato, vero? Questa parola, inferiore, mio Dio quanto suona male! Sa proprio di nazifascismo, di razzista, di nazionalista becero.

Eppure nessuno protesta quando Taric Ramadan dichiara candidamente il cristianesimo religione inferiore rispetto all’islam, gli manca un pezzo, il più importante dei profeti. Gli intervistatori annuiscono davanti a questa affermazione, seri e rispettosi. Nessuno ha mai contraddetto Taric Ramadan quando dichiara la cultura europea ed occidentale essendo priva di spiritualità e rapporto con Dio, cioè con Allah, nettamente inferiore a quella islamica.

Allora, cosa vale la civiltà occidentale , ebraico cristiana , e cosa vale quella islamica, ve lo faccio dire da un uomo nato nell’islam, Ibn Warraq un uomo che oggi è vivo e domani non si sa.

Roma. “Perché milioni di persone rischiano la vita per arrivare in occidente e non in Arabia saudita, Iran o Pakistan? Scappano da regimi teocratici per cercare libertà e tolleranza in occidente, dove la vita è un libro aperto”. Dopo aver dedicato una vita allo studio critico del Corano e dell’islam, Ibn Warraq, acclamato autore di “Why I am not a muslim”, scritto dopo l’affaire Rushdie e che tanta eco ebbe negli Stati Uniti, torna con un libro di battaglia: “Why the West is best”. Perché l’occidente è migliore dell’islam. Questo “Spinoza islamico”, nato nel 1946 a Rajkot (India) e che all’Università di Edinburgo si è formato accanto al grande interprete dell’islam Montgomery Watt, ci spiega che ha deciso di scrivere questa apologia dell’occidente per “rispondere a una visione dominante relativista e orientalista dei nostri rapporti con il mondo islamico”.

“Vita, libertà e ricerca della felicità: queste parole succinte definiscono la superiorità della civiltà occidentale”, dice Ibn Warraq, capofila della nuova generazione di critici americani dell’islam (Ayaan Hirsi Ali lo chiama “nostro maestro” e Christopher Hitchens ebbe a definire “Why I am not a muslim” “il mio libro preferito sull’islam”). “Il primato dell’occidente non è soltanto economico, ma anche scientifico e culturale. Una cultura che ha prodotto Mozart e Beethoven, Wagner e Schubert, Raffello e Michelangelo, non ha bisogno di lezioni da società che segregano le donne, le mutilano e le fanno sposare contro la loro volontà, gettano loro l’acido in faccia e condannano a morte le adultere”.
La chiave del libro di Ibn Warraq è nell’ironia: “La satira ha un posto centale nella tradizione occidentale e deriva dall’antichità classica. L’umorismo è un ingrediente indispensabile della nostra cultura. Può assumere la forma dell’autocritica, che è una virtù dell’occidente. E anche come valvola di sfogo sociale, perché ci consente di ridere delle fobie altrui. Come ha detto Matthew Arnold, gran parte della letteratura occidentale dai greci a oggi può essere vista come una forma di critica della vita. Questa vena satirica va indietro fino alle commedie di Aristofane e agli esametri di Lucilio, e su fino a Orazio, le novelle picaresche di Petronio, le invettive di Seneca, Giovenale e Luciano. Senza questa ironia, i musulmani sono invece sempre pronti all’offensiva. Hanno persino inventato un diritto: il diritto di non essere offesi. Persino l’Unione europea sembra determinata a non permettere alcuna ironia sull’islam promulgando leggi che mettono a tacere la critica e i vignettisti quando trattano di islam.
Il fondamentalista islamico con le sue certezze assassine non può sostenere lo sguardo ironico. Odia essere criticato e deriso, uccide coloro che pensa abbiano insultato il Profeta. L’ayatollah Khomeini una volta ha detto che non si scherza nell’islam. Società che non tollerano l’ironia sono destinate al fallimento”. Lo stesso vale per l’alcol: “Il piacere civilizzante dell’alcol è parte della nostra civiltà, mentre ogni liberal sa che puoi essere punito per bere del vino in Pakistan”. IbnWarraq sostiene che l’occidente non nasca con l’illuminismo francese, ma dall’interazione di Roma, Atene e Gerusalemme: “La superiorità occidentale nasce da queste tre città. I greci ci hanno dato la città e la cittadinanza, la democrazia e la libertà, la scienza e il razionalismo. I romani hanno sistematizzato la legge, la proprietà privata e la responsabilità individuale.

Il giudeo-cristianesimo ci ha dato la coscienza, la giustizia e il tempo lineare, consentendo il progresso. L’etica ebraica ha rigettato il male”. Warraq demolisce il relativismo: “Certi intellettuali e accademici hanno indebolito l’occidente inculcando il relativismo morale, il postmodernismo e il multiculturalismo, consumati dal senso di colpa per il passato coloniale. E i liberal d’occidente hanno scelto l’appeasement e l’autocensura. Basta pensare all’abbandono della libertà nel caso Salman Rushdie. O a come negli anni recenti l’Arabia saudita e altri paesi islamici abbiano stabilito cattedre in prestigiose università occidentali. Lo studio critico del Corano è stato così scoraggiato e ci sono studiosi che hanno perso le proprie cattedre per non aver insegnato l’islam approvato dai sauditi”. Infine, Ibn Warraq dice di non essere ottimista sugli esiti della primavera araba. “Andrebbe rinominata la primavera dei Fratelli musulmani. Gli islamisti hanno nutrito il senso di colpa di giornalisti occidentali come Thomas Friedman nascondendo molto bene il loro vero scopo: imporre la sharia e uno stato teocratico”.
Come Magdi Cristiano, amo gli uomini e le donne nati nell’islam, e mi batto contro la teocrazia che tiene in ostaggio le loro anime e le loro menti, impedendo la libertà, la gioia, il senso dell’umorismo ed il progresso scientifico.