Gli ultimi sviluppi della depressione economica in cui versa il nostro Paese sono talmente gravi che pur di ricondurre il quadro economico generale ad un livello accettabile, si è optato per la falsificazione dei dati rilevati dall’Istituto Centrale di Statistica.

I fatti risalgono al mese di giugno del 2013, mese dal quale l’ISTAT varia il modello campionario di riferimento per il calcolo dell’indice sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, senza però avvertire tempestivamente  gli operatori finanziari ed pubblico.

Sulla base del nuovo indice di fiducia, calcolato secondo le nuove impostazioni, si ottiene in Luglio una salita vertiginosa del suo valore che passa da 71,7 a 91,6, innescando una serie di comportamenti sul mercato finanziario che oggi, ma solo oggi, ci permettono di spiegare in larga misura la straordinaria  performance della borsa  di Milano rispetto ad altre piazze europee, salita  da 15.500 punti ad oltre 19.000.

 

Una salita sul nulla. Inutile dire l’eco enorme di cui ha goduto sui media la rinnovata “falsa”fiducia dei consumatori italiani e delle imprese, al punto che le più importanti agenzie di stampa titolavano:

"Italian Business Confidence Rises in June After Letta Measures"
"Italy Consumer Confidence Increases To Two-Year High"...

Insomma il Governo Letta incassava una promozione a pieni voti dai mercati finanziari e dai media; peccato però che si trattasse di una clamorosa bufala.

Al punto che qualche mese dopo, addirittura la Banca d’Italia ha dovuto specificare che il cambiamento della metodologia e del campione di riferimento, hanno reso i nuovi dati “non” confrontabili con quelli dei mesi precedenti. Roba da matti!! 

 

Per fortuna però, ci sono ancora importanti Uffici Studi che elaborano dati credibili, come l’ultima analisi di Mediobanca. Il quadro che viene fuori dalla lettura del report è purtroppo molto più realistico dei goffi tentativi di taroccamento messi in atto del Governo, dall’Istat e propagandati come verità assolute dalla gran parte dei media.

Secondo l’analisi di Mediobanca,siamo in realtà prossimi al capolinea. Insomma , la situazione è di quelle da non ritorno. Basta analizzare il grafico seguente sul credito bancario alle imprese per rendersi conto che il nostro Paese è in agonia, strangolato dalla mancanza di moneta, artificialmente ridotta simultaneamente da Stato e sistema bancario:

 "La recessione si è appiattita, e questo è tutto", dice Antonio Guglielmi di Mediobanca . "Il rapporto tra debito pubblico e PIL è aumentato di 15 punti percentuali [ al 133pc ] nel corso degli ultimi 15 mesi, perché non c'è crescita. E' tutto a causa degli effetti dell'austerità e del moltiplicatore fiscale. Stiamo facendo lo stesso errore che hanno fatto in Grecia."

Finalmente la verità. Sempre dall’analisi di Mediobanca, che per inciso e per correttezza, non dice mai di voler uscire dall’Euro e dalla UE ( credo che comunque tra un pochino di tempo ci arriveranno anche loro ad indicare questa come la soluzione ottimale),si fa notare una cosa che dovrebbe già da sola far comprendere quanto inutile, dannoso, diabolico  sia l’euro.

“Un paese esportatore come l’Italia, è molto sensibile al tasso di cambio a causa delle tipologie di prodotti fabbricati (price sensitive), ben più della Germania. Gli ultimi report segnalano come nel corso degli ultimi 40 anni ogni volta che l'Italia ha agganciato il cambio alla Germania la crescita della sua produttività e competitività si è indebolita, e come si è velocemente ripresa dopo ogni svalutazione.”

Inoltre, mentre il Giappone con l’Abenomics ha svalutato lo yen del 20%, il dollaro anche si deprezza e tutte le monete asiatiche lo seguono, noi, ancorati al marco, cioè l’ euro, ci rafforziamo verso tutte le valute del mondo. Non ha senso.

Siamo agganciati col cambio a l’unica valuta al mondo, assieme allo yen prima che Abe decidesse di indebolirla, che si rafforza sempre; è un suicidio e sta distruggendo il nostro tessuto imprenditoriale e sociale.

Fuori dall’Euro e da questa Europa succube dei mercati e del sistema bancario globale.

Torniamo padroni del nostro destino.