Ieri  la Banca d’Italia ci ha informato che è stato toccato un nuovo livello record del debito pubblico a quota 2104 miliardi di euro, ma che si aspetta una forte diminuzione per il dato relativo a dicembre 2013. Mah…

L’ISTAT certifica che per il 2013 l’inflazione si attesta all’ 1,2% ovvero scende di 1,8 punti rispetto al 2012.

Sempre nello stesso anno, il fantomatico spread Bund-BTP  scende da 300 punti base ai 200 attuali.

Quindi, in conclusione, ci abbiamo guadagnato come Paese?  La risposta è NO!!

La discesa dell’inflazione equivale ad un aumento dello spread. I politici incompetenti, i media asserviti alle lobby gongolano sulla diminuzione dello spread da 300 a 200 punti, ma se anche l’inflazione scende  (dal 3 all’1,2%) per di più di 180 punti base,  alla fine il risultato è che abbiamo perso altri 80 punti base in termini di crescita nominale. Ed  il debito inevitabilmente salirà sempre più.

Mettiamo due numeri giusto per capire perché non abbiamo guadagnato un bel niente: ci occorro tre dati:

il PIL 2013 è sceso dell’1,9 %;

il tasso medio pagato sul debito pubblico italiano è del 4%;

il tasso d’inflazione è 1,2%.

CRESCITA NOMINALE  > TASSO D’INDEBITAMENTO    => condizione che permette di ridurre il debito

CRESCITA NOMINALE < TASSO D’INDEBITAMENTO    =>  condizione che non permette di ridurre il debito

Sostituendo con i numeri dell’economia italiana abbiamo che per il 2014 il debito pubblico crescerà ad un tasso del :

-0,7 < 4%  => il tasso di crescita del debito sarà del 4,7%, cioè saranno necessarie emissioni di nuovi BTP pari a 98,7 miliardi. ( il 4,7% di 2100 è infatti 98,7)

Considerando poi, che nel 2014 andranno in scadenza circa 360 miliardi di titoli di stato, nel prossimo anno l’emissione dei titoli  raggiungerà la cifra di 460 miliardi di euro.

Quindi per la fine del 2014 saremo ben sopra  i 2200 miliardi di debito pubblico sul quale pagheremo interessi per almeno 85-90 miliardi di euro. Un gran bel risultato!!

Per corrispondere gli interessi dovuti lo Stato cosa può fare? Non certo fare tagli pari al 6% del PIL e pari al 10% della spesa pubblica…sono fesserie irrealizzabili. Dunque farà la cosa che gli riesce meglio: tasserà gli italiani (il rischio di patrimoniali finanziarie ed immobiliari, decurtazioni di pensioni e stipendi è sempre più alto).

Quindi scordatevi una riduzione delle imposte  e prepariamoci piuttosto a nuove misure restrittive su credito e reddito. Altro che investimenti per la crescita!!

Concludo infine segnalando la proposta del Governo portoghese (in discussione il 22 gennaio) di tassare con un’aliquota dal 3,5 al 10% tutte le pensioni, pubbliche e private superiori ai 1350 euro per poter accedere ai fondi messi a disposizione dalla Troika (nel caso specifico FMI). Vedremo come andrà a finire, ma il peggio NON è alle nostre spalle.

Siamo all’inizio della fine.