Buon Sabato Santo e Buona Santa Pasqua amici. Sono trascorsi dieci anni da quando ricevetti il dono immenso del battesimo, della cresima e dell’eucarestia dalle mani del Papa Benedetto XVI, nella sontuosità della Basilica di San Pietro. La messa solenne, protrattasi per tre ore, iniziò allo scadere del Sabato Santo, nella notte della Veglia Pasquale, che cadde il 22 marzo.

Lo considero il giorno più bello della mia vita. Ricevere il dono della fede cristiana nella ricorrenza della Risurrezione di Cristo per mano del Santo Padre è stato un privilegio ineguagliabile e un bene inestimabile. Per me, che avevo 56 anni, fu uno spartiacque nella mia vita, un fatto storico, unico e indimenticabile, che segnò una svolta radicale e definitiva rispetto al passato. 

Sono stato per 56 anni musulmano. E sono stato il musulmano che più di altri si è prodigato per affermare un “islam italiano”, un “islam moderato”, compatibile con le leggi laiche dello Stato e con i valori che sostanziano la nostra civiltà. Mi sono dovuto arrendere di fronte a reiterate condanne e minacce di morte proferite da altri musulmani che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. Fu così che presi atto che i musulmani come persone possono essere moderati, ma che l'islam come religione non è moderato. 

Ho aderito alla fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, individuando nel cristianesimo la mia dimora ideale, in perfetta armonia con una mia fede interiore, che da sempre s’incarna nei valori assoluti e universali che sostanziano l’essenza della nostra comune umanità: la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta personale. Nel momento in cui ho preso atto che questa mia fede interiore non era compatibile con ciò che Allah prescrive nel Corano e con ciò che ha detto e ha fatto Maometto, ho abbandonato l’islam. 

Nel 2013, poco dopo il suo insediamento, ho pubblicamente annunciato la mia dissociazione dalla Chiesa di Papa Francesco, cogliendo sin dall’inizio del suo apostolato due fatti che considero incompatibili con la mia fede interiore: la sostanziale legittimazione dell’islam come religione, concependolo aprioristicamente alla stregua del cristianesimo una religione d’amore e di pace; l’enfasi sulla cosiddetta “accoglienza” dei cosiddetti “migranti”, pur essendo di fatto una strategia di auto-invasione che si tradurrà nell’auto-sostituzione etnica della nostra popolazione e nel suicidio della nostra civiltà decadente che sarà travolta da una crescente islamizzazione demografica.

Sia abbandonando l’islam sia dissociandomi dalla Chiesa di Papa Francesco, sono stato coerente con la mia fede interiore che per me rappresenta il faro che mi illumina dentro e orienta il mio percorso esistenziale. Mi considero cristiano e mantengo viva dentro di me la presenza di Gesù. Non potrei mai aderire ad una fede che sia in contrasto con la ragione, così come trovo inaccettabile una istituzione religiosa o di altra natura che contrasti con il nostro legittimo e sano amor proprio. 

A dieci anni dal mio battesimo prendo atto che il mondo in cui viviamo è cambiato. L’Italia da Stato ricco si è trasformata in una popolazione sempre più povera; ha rinunciato pressoché del tutto alla propria sovranità, con la prospettiva di essere fagocitata dall’Eurocrazia e assoggetta al Nuovo Ordine Mondiale governato dalla grande finanza speculativa globalizzata; è diventata una terra di nessuno eliminando le proprie frontiere, dove chiunque può entrare, scorrazzare e uscire dal territorio nazionale sprovvisto di documenti, finendo inevitabilmente per trasformarsi in una terra di conquista; è diventata il secondo Paese al mondo con il minor tasso di natalità e chi ci governa anziché aiutare le famiglie, le madri e i giovani italiani per metterli nella condizione di rigenerare la vita, investe un fiume di denaro per attribuire il compito del riequilibrio demografico a milioni di altri giovani africani, asiatici e mediorientali che sono prevalentemente musulmani. 

In questo contesto di inarrestabile tracollo demografico, declino economico, perdita della sovranità e della sicurezza, la Chiesa di Papa Francesco sta dando il colpo di grazia alla nostra civiltà decadente imponendo la dittatura del relativismo, che legittima aprioristicamente e acriticamente l’islam; promuovendo l’immigrazionismo al punto da elevarlo a sacramento religioso, in un contesto in cui la sua Chiesa emerge come il principale beneficiario economico del giro d’affari più lucroso nel nostro Paese a discapito dei cittadini italiani; aderendo alla dittatura globalista che opera per l’abbattimento degli Stati nazionali e l’annientamento delle identità localistiche; predicando il pauperismo come il traguardo a cui far convergere una umanità omologata in un meticciato globale, in cui ciascuno di noi sarà ridotto a semplice strumento di produzione e di consumo della materialità al più basso costo possibile.

Noi tutti oggi, che ne si sia consapevoli o meno, che ci si comporti in modo responsabile o meno, ci troviamo tutti sulla stessa barca. O riusciremo a salvare la nostra civiltà che mette al centro la persona, la famiglia naturale, la comunità locale, l’economia reale, la fede nei valori assoluti e universali della sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta personale, la cultura che bilanci tra diritti e doveri, tra libertà e regole, oppure finiremo per soccombere ed essere sottomessi alla dittatura finanziaria, informatica, relativista, immigrazionista e islamica. 

Ebbene cari amici, auguro a voi tutti una Buona Pasqua con l’auspicio che la Resurrezione di Gesù Cristo ci conforti e incoraggi a realizzare il miracolo della rinascita della nostra civiltà decadente proprio per il venir meno della fede e la perdita dei valori. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo a tramandare ai nostri figli e nipoti un’Italia e un’Europa dove possano continuare ad essere pienamente se stessi dentro casa propria.