Buongiorno amici. Nove anni fa, nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2008, fallì la banca d'affari americana Lehman Brothers. Si tratta della più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti, denunciando debiti per 613 miliardi di dollari e debiti obbligazionari di 155 miliardi di dollari, a fronte di attività di 639 miliardi di dollari.

Il tracollo della Lehman Brothers ci fece scoprire la realtà del denaro virtuale, del tutto sconnesso dall'economia reale, frutto della speculazione di denaro su denaro, il cui ammontare a livello globale fu stimato all'epoca in 787.000 miliardi di dollari, pari a dodici volte il Pil (Prodotto interno lordo) mondiale, cioè pari a dodici volte il valore dei beni e dei servizi prodotti dalle economie reali.

Siamo di fronte alla cosiddetta "finanziarizzazione dell'economia" che si traduce nel fatto che la ricchezza non si sostanzia più di beni e servizi che si possiedono o producono, ma bensì di denaro, a prescindere dal fatto che il denaro sia virtuale o espressione dell'economia reale.

Ebbene chi detiene questo denaro virtuale, per poterlo riciclare sostanziandolo in beni e servizi dell'economia reale, in un contesto dove l'ammontare del denaro virtuale è pari a dodici volte il Pil mondiale, deve di fatto governare il mondo e controllare i governi dei paesi del mondo. 

Il risultato è l'imposizione di un Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla finanza speculativa globalizzata e di dittature finanziarie nei singoli Stati. In Italia abbiamo subito un vero e proprio colpo di stato finanziario nel novembre 2011 con l'avvento al potere di Mario Monti, calato dall'alto da Giorgio Napolitano, estromettendo il capo del governo Berlusconi a suon di impennate dello spread, causando alle sue società quotate in borsa una perdita di un miliardo di euro. 

Cari amici, noi abbiamo il dovere di liberarci di questa dittatura finanziaria e di riscattare un sistema di sviluppo che metta al centro l'economia reale, più in generale che metta al centro la persona anziché la moneta. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo.