Cari amici siamo di fronte ad un bivio epocale. La strategia in atto in Italia e altrove nel mondo, che si sostanzia del blocco di gran parte delle attività produttive e dell’isolamento forzoso di gran parte della popolazione, da un lato limita indubbiamente il contagio del Coronavirus (più correttamente Covid-19 o Sars-Cov-2), ma dall’altro sta uccidendo il sistema produttivo nazionale e condannando alla fame gli italiani. La prospettiva è che dopo i morti da Coronavirus ci saranno molti più morti per fame, povertà, disperazione, criminalità, teppismo, terrorismo. 

Ritengo che i medici devono limitarsi a fare i medici, curando gli ammalati e promuovendo la prevenzione. Così come ritengo che il Governo debba occuparsi del benessere dei 60 milioni di italiani. I medici devono correttamente calarsi nella contingenza dell’emergenza dell’epidemia di Coronavirus. Ma il Governo deve dare soluzioni adeguate ai problemi dell’oggi ma senza trascurare la prospettiva del futuro prossimo, deve combattere il Coronavirus ma continuando a garantire il lavoro agli italiani, deve avere a cuore la sorte dei nostri concittadini malati ma salvaguardando il benessere della stragrande maggioranza degli italiani sani. 

Considero  che sia tragicamente sbagliato che il Governo si comporti come se fosse un medico, appiattisca la sua attività alla dimensione medico-ospedaliera, al punto da delegare ai medici non solo la gestione dell’emergenza da Coronavirus ma anche della fase successiva con la motivazione che l’emergenza si protrarrà fino a quando non sarà scoperto il vaccino e che l’emergenza potrebbe ripresentarsi come accade con le influenze stagionali. 

Il Governo dovrebbe essere consapevole che l’Italia, al pari della Germania o degli Stati Uniti, ha potuto affrontare l’emergenza Coronavirus, anche se con differente efficacia, solo perché disponiamo di un sistema di sviluppo avanzato, anche se il nostro in modo particolare è stato pesantemente logorato negli ultimi decenni. Gli ospedali, la terapia intensiva e l’assistenza sanitaria pubblica ci sono solo grazie al lavoro degli italiani, alle tasse versate dagli imprenditorie e dai liberi professionisti, dalle famiglie e dai cittadini. Ma se a causa della sospensione dell’attività produttiva lo Stato non riscuoterà le tasse, non potrà garantire la sanità pubblica, gli stipendi ai dipendenti pubblici, le pensioni a 16 milioni di pensionati. 

Il Governo ascolti i medici che si occupano di circa 100 mila pazienti positivi di cui circa 4 mila sono in terapia intensiva, ma poi faccia il Governo decidendo a favore del benessere di 60 milioni di italiani. E così come è corretto che siano i medici a occuparsi degli ammalati e a suggerire le misure idonee alla prevenzione, si impedisca ai medici di sostituirsi al Governo decretando loro il futuro di 60 milioni di italiani.