Buongiorno amici. Perché la Magistratura è severa con gli italiani e assente con gli stranieri? Lo scorso 5 marzo a Firenze è stato giustamente arrestato Roberto Pirrone, un pensionato di 65 anni intenzionato a suicidarsi per un debito di 30.000 euro e le continue litigate con la moglie. Ma gli mancò il coraggio. Uscì di casa con un’arma regolarmente denunciata e sparò al primo che capitò, uccidendo Idy Diene, un ambulante senegalese di 54 anni con regolare permesso di soggiorno. La stessa Procura di Firenze ha smentito le motivazioni razziali del gesto: "Ha sparato alla prima persona che ha trovato per strada dopo aver escluso di sparare ad una mamma e il suo bambino. I fini razzisti sono da escludere. Oltretutto il profilo personale dell'uomo non è collegabile a questo. Non sono emersi suoi legami con gruppi politici di destra o razzisti. Era un collezionista di armi e in casa sono stati trovati anche alcuni cimeli dell'ex Unione Sovietica. L'uomo voleva suicidarsi: i problemi economici continuavano ad assillarlo, quei 30mila euro di debiti erano motivo di continui litigi anche con la moglie".

Nonostante che Perrone fosse un comunista e un pacifista, e che la stessa Procura abbia escluso il movente razziale, gli esponenti dei senegalesi residenti a Firenze insorsero gridando al delitto razziale. Pape Diaw, cittadino italiano di origine senegalese, già Consigliere comunale e candidato al Senato nel 2013 con “Sinistra e Libertà”, portavoce storico dei senegalesi a Fireze, capeggiò la rivolta: "Dicono che non c'è un movente razziale? Ma di tutte le persone, come mai ha beccato un nero? Qui un bianco ha preso la pistola e ha ammazzato un nero e mi dicono che non è razzismo. Ditemi voi cos'è". E di fronte alla telecamera di Repubblica ha chiamato a raccolta gli stranieri per fare la “guerra totale” all’Italia: “No, no, no, no, qualcosa non va. Questa volta faremo casino, ve lo dico. Ci sarà casino questa volta. Non sarà nulla di pacifico questa volta. Sarà una guerra totale in questo Paese. Sarà una guerra totale in questo Paese”. Ebbene: perché ad oggi la Magistratura non è intervenuta per sanzionare Pape Diaw per “istigazione a delinquere”, “insurrezione armata”, “guerra civile” e, dal momento che è cittadino italiano, anche per “alto tradimento”?

Il 6 marzo un centinaio di senegalesi presero d’assalto il centro storico di Firenze devastando fioriere e impalcature comunali, gettando il panico tra la gente, obbligando una camionetta dell’Esercito a fuggire per evitare di essere aggredita. Perché la magistratura non è intervenuta per sanzionare i senegalesi per manifestazione non autorizzata, uso della violenza, devastazione di beni pubblici, minaccia e intimidazione dei cittadini, oltraggio e aggressione alle forze dell’ordine. Perché ad oggi la Magistratura non è intervenuta per sanzionare i teppisti senegalesi violenti?

L’8 marzo i senegalesi di Firenze hanno annunciato che si autotasseranno per riacquistare le fioriere spaccate lunedì in via Calzaiuoli. «Ci vergogniamo per ciò che è accaduto. Chi ha commesso quegli atti vandalici non ama questa città e va punito. Il dolore non giustifica la violenza e il nostro è un popolo pacifico (...) Quel modo di fare non ci appartiene. Chi ha commesso quegli atti violenti veniva da fuori, noi non li conosciamo. Qualcuno aveva anche bevuto, altri invece erano stati aizzati dai centri sociali che stanno cercando di distruggere la nostra realtà. Noi siamo per il rispetto delle regole ed è bene che le teste calde sappiano che mettere a ferro e fuoco Firenze non farà ritornare Idy in vita. Per questo diciamo a tutti: fermatevi!». Belle parole. Resta il fatto che in uno stato di diritto che si rispetti è la Magistratura che stabilisce la tipologia e l’entità della sanzione, non ci si fa giustizia da sé, né quando si devasta il centro storico gettando nel panico i cittadini e assaltando le forze dell’ordine, né quando si decide arbitrariamente che il reato perpetrato debba considerarsi estinto versando al Comune la cifra che autonomamente si riterrà essere pari al costo delle fioriere.

Il 10 marzo a Firenze si è svolta una imponente “Manifestazione antirazzista” con circa 10 mila persone, alla presenza del Sindaco di Firenze Nardella, del Presidente della Regione Toscana, l’imam di Firenze Izzedin Elzir, innalzando degli striscioni con le scritte: “Basta razzismo italiano”, “Contro il razzismo. Diritti per tutte/i”, “Difendiamo la vita contro ogni razzismo”. Com’è possibile che le istituzioni politiche locali si siano piegate alla tesi dei senegalesi sulla matrice razziale dell’omicidio di Idy Diene quando è stata inequivocabilmente smentita dalla Procura di Firenze? Si tratta di una chiara sottomissione alla paura della violenza che i senegalesi hanno dimostrato di perpetrare violando le nostre leggi e offendendo le nostre istituzioni.

Cari amici, il quadro complessivo che emerge da questa tragica e incresciosa vicenda che ha riguardato Firenze, è che ormai l’Italia è percepita come una terra di nessuno da parte degli stessi italiani e che viene trattata come una terra di conquista da parte degli stranieri, al punto che sia la Magistratura sia le istituzioni politiche sono severe con gli italiani ma assenti con gli stranieri, concedendo agli stranieri ciò che non sarebbe mai consentito agli italiani.
Cari amici, dobbiamo tornare a riscattare la certezza e l’orgoglio di chi siamo, dobbiamo diventare forti dentro per essere in grado di farci rispettare. Solo così potremo essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.

 

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