Buongiorno amici. Il cosiddetto “imam di Pordenone”, sfruttando in modo arbitrario e arrogante lo spazio consentito per porre delle domande dopo la presentazione del mio nuovo libro “Maometto e il suo Allah” a Sacile venerdì scorso 13 ottobre, ha fatto un comizio in cui prima mi ha screditato e diffamato dandomi del “falso” perché “mente sull’islam”, poi mi ha accusato di “diffondere odio contro l’islam tra gli italiani”. Infine ha negato sia che Maometto concepì le donne come esseri inferiori rispetto agli uomini, sia che Maometto partecipò personalmente alla strage di circa 900 ebrei della tribù dei Banu Qurayza nel 627 a Medina. Pur ammettendo che la strage fu effettivamente perpetrata dai musulmani, l’ha giustificata perché si sarebbe consumata nel contesto di una guerra.

Ebbene i giornali locali che si sono occupati del caso, anziché entrare nel merito dei contenuti, verificare se fu Maometto a dire “la donna è manchevole sul piano dell’intelletto”, accertare la verità sulla strage della tribù ebraica dei Banu Qurayza così come attestata anche dalle fonti ufficiali islamiche; anziché domandarsi cosa comportino le accuse del cosiddetto “imam di Pordenone” e quale sarà la reazione degli estremisti islamici che si riterranno in dovere di uccidermi per aver oltraggiato l’islam e Maometto, hanno  rappresentato l’accaduto come un civile confronto culturale in cui il cosiddetto “imam di Pordenone” viene osannato perché ha tre lauree e sarebbe un uomo del dialogo interreligioso, ma a cui sarebbe stato impedito di esprimere in modo compiuto il suo punto di vista sull’islam e su Maometto. Si tralascia il fatto che 150 persone erano venute ad ascoltare una mia conferenza e che il cosiddetto “imam di Pordenone” ha cercato di imporre loro di subire un suo comizio non richiesto e non condiviso. 

Cari amici, la disinformazione è parte integrante della decadenza della civiltà europea succube dell’islamicamente corretto, ammalata di islamofilia, che ha paura di guardare in faccia la realtà dell’islam. Invito i giornalisti sia a studiare leggendo i libri e non svolazzando su Wikipedia, sia a coltivare il sano amor proprio salvaguardando la nostra civiltà che è l’unica al mondo che si fonda e che legittima la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta personale. 

Cari amici, noi andiamo avanti comunque a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo a realizzare con successo la missione di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.