Buongiorno amici. Proprio mentre Italia e Francia sono ai ferri corti per l’accoglienza dei cosiddetti “migranti”, dopo che il Presidente francese Emmanuel Macron ha condannato come “irresponsabile” e “vomitevole” la decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alle navi delle Ong (Organizzazioni non governative), Papa Francesco ieri si è schierato dalla parte di Macron accogliendolo in Vaticano e riservandogli sia l’udienza più lunga concessa ai capi di Stato dall’inizio del suo pontificato (57 minuti), sia consentendogli una intimità nell’abbraccio senza precedenti nel protocollo che definisce in modo rigoroso ogni dettaglio degli incontri con il Papa. Macron si è permesso di accarezzare la guancia e di baciare Papa Francesco con una affettuosità incomprensibile nell’ambito dei rapporti tra due capi di Stato che, oltretutto, si sono incontrati per la prima volta. 

Negli scorsi giorni Salvini ha preannunciato un suo incontro con Papa Francesco. Ebbene sarebbe opportuno che l’incontro, che a questo punto potremmo definirlo “riparatore”, avvenisse al più presto possibile. Anche se non credo che a Salvini, sempre che lui ne fosse capace, verrà concesso di accarezzare alla guancia Papa Francesco e di baciarlo con una particolare affettuosità. Papa Francesco non dimentichi che l’accoglienza dei cosiddetti “migranti”, che ha elevato a nuovo sacramento della Chiesa, la fa in Italia e con i soldi degli italiani. Il minimo che noi italiani dovremmo attenderci dalla Chiesa è la gratitudine. Non certamente né la condanna né il tradimento con chi, come Macron, sul tema dell’accoglienza predica bene e razzola male.