Buongiorno amici. Mobilitiamoci a difesa della vita di Alfie Evans, un bambino di circa due anni ricoverato all’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool, affetto da una malattia degenerativa non diagnosticata. Alfie apre gli occhi. Accenna sorrisi. Gli alzi le braccia e lui le mantiene sollevate o le abbassa lentamente controllando i muscoli. Sente il solletico, i pizzicotti, il freddo e il caldo, ascolta le parole, apre gli occhi, sbadiglia. Ma è stato condannato a morte dalla Corte suprema del Regno Unito e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Nelle prossime ore gli verrà staccata la spina che gli consente di alimentarsi e di respirare artificialmente.

Il suo giovane padre, Thomas Evans, denuncia che la “sentenza di morte” si deve a ragioni economiche: «Nel Regno Unito è molto costoso mantenere in vita dei bambini disabili. Costerebbe oltre un milione di sterline per Alder Hey mantenere Alfie in vita per un anno e l’ospedale non ne vuole sapere, perché i medici sono convinti che mio figlio non avrà una buona qualità di vita. In questo paese i portatori di handicap sono discriminati. Dovrebbe esserci un diritto a morire in modo naturale. Ci sono altri genitori nella mia condizione. Nel Regno Unito si fanno calcoli sulla pelle della gente e salvare il servizio sanitario nazionale è la cosa più importante, anche se ad andarci di mezzo sono degli innocenti».

L’Alder Hey Children Hospital ha ottenuto dalla Corte Suprema della Gran Bretagna l’autorizzazione a staccare la spina: “È opinione unanime dei dottori che l’hanno esaminato che quasi tutto il suo cervello è stato distrutto” anche se “nessuno sa perché”, e ciò fa sì che “Alfie non possa respirare, mangiare o bere senza trattamenti medici sofisticati” e che non c’è speranza che possa migliorare. Di conseguenza “non ci sono motivi per ulteriori ritardi” e “l’ospedale deve essere libero di fare quello che è stato deciso essere nell’interesse migliore per Alfie”. Il “migliore interesse di Alfie” sarebbe ucciderlo staccandogli la spina.

L’Ospedale Bambin Gesù a Roma e il Gaslini di Genova si sono offerti di accogliere il piccolo Alfie. Andrea Williams, Presidentessa del Christian Legal Centre, ha detto che un'eliambulanza polacca e 3 ospedali son pronti a dare assistenza a Alfie. Ma la sentenza della Corte suprema lo vieta. Il papà Thomas, in un’intervista a “Famiglia Cristiana” spiega: «Dicono che morirà durante il viaggio, ma noi sappiamo che non è così perché degli specialisti ci hanno confermato questo. L’ospedale di Liverpool ha paura che, se nostro figlio arriva in Italia, viene curato e si riprende, la loro reputazione ne risentirà e io mi farò risarcire i danni da un tribunale. Credo che abbiano paura di questo. Ci sono tanti altri genitori nella mia situazione a Liverpool che hanno accettato di far staccare la spina, perché non avevano altra scelta». Anche la Corte europea per i diritti dell’uomo ha dato ragione alla Corte suprema della Gran Bretagna.

Cari amici, come nel caso del piccolo a Charlie Gard a cui fu staccata la spina il 28 luglio 2017 contro la volontà dei genitori, anche Alfie è stato condannato a morte perché tenerlo in vita costerebbe troppo al Servizio sanitario nazionale. Prendiamo atto che siamo in un’Europa che fa prevalere il denaro sulla vita. E che proprio quest’Europa che rinnega la cultura della vita rischia di scomparire sul piano demografico perché promuove la cultura della morte. Si fanno sempre meno figli in un’Europa dove si concepisce che l’apice della civiltà siano l’aborto, l’eutanasia, l’eugenetica, l’utero in affitto, il matrimonio omosessuale. Mobilitiamoci affinché non si stacchi la spina al piccolo Alfie, affinché quest’Europa riconosca la sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, affinché si promuova la cultura della rigenerazione della vita sostenendo la famiglia naturale, aiutando le madri, favorendo i giovani. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.