Buongiorno amici. Donald Trump si è comportato come avrebbe fatto Barack Hussein Obama o Hillary Clinton. Si è fidato ciecamente della versione dei fatti data dai terroristi islamici che occupano la città siriana di Idlib, sostenuta a viva voce dal presidente-aspirante Califfo turco Erdogan che ha invocato la vendetta di Allah, accreditata dalle Ong che campano con i fondi delle Nazione Unite e di magnati globalisti, dall’Unione Europea che è da sempre islamofila. 

Questa notte Trump ha ordinato di colpire con 59 missili Tomahawk, lanciati dalle navi americane nel Mediterraneo, la base aerea siriana da dove sarebbero partiti gli aerei che avrebbero lanciato delle bombe con armi chimiche, che avrebbero provocato 86 morti tra cui 30 bambini e 20 donne. I video prodotti dai terroristi islamici mostrano i bambini allineati mentre esalano l’ultimo respiro o sono morti asfissiati. Questa versione dei fatti è stata smentita dalla Russia, che sostiene che i gas che hanno stroncato la vita dei civili siriani si sono sprigionati da un deposito di armi chimiche dei terroristi islamici, colpito dagli aerei siriani. Già in passato le Nazioni Unite avevano dovuto prendere atto che le armi chimiche, che erano in possesso del regime di Assad e che sono state distrutte con la supervisione internazionale, sono state invece utilizzate dai terroristi islamici contro i civili siriani.

Trump ha definito Assad un “dittatore” e ha così spiegato la sua decisione di bombardare la Siria:

«Questa notte ho ordinato un’azione militare mirata sull’aeroporto in Siria da cui è partito l’attacco chimico. È nell’interesse vitale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione di armi chimiche letali. Non c’è alcun dubbio che la Siria abbia queste armi terribili, violando i suoi impegni previsti dalla Convenzione sulle armi chimiche e ignorando gli inviti del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Non sono serviti anni di tentativi per indurre Assad a cambiare atteggiamento. E’ stato un fallimento e un fallimento molto drammatico. Il risultato è che la crisi dei rifugiati continua ad aggravarsi e le regione continua a destabilizzarsi, minacciando gli Stati Uniti e i suoi alleati. Questa sera faccio appello a tutte le nazioni civilizzate a porre fine alle stragi e allo spargimento di sangue in Siria e a porre fine al terrorismo di ogni tipo».

Se la strategia di Trump in Siria fosse basata sull’equidistanza tra il regime di Assad e i terroristi islamici, sarebbe un errore storico. Piaccia o meno Assad è il detentore della legalità internazionale ed è soprattutto l’unico riferimento laico in grado di riscattare la sovranità, l’unità territoriale e la stabilità della Siria qualora fosse adeguatamente sostenuto militarmente e politicamente. A me non piace Assad e credo che non piaccia nemmeno a Putin. Ma oggi la priorità deve essere sconfiggere il terrorismo islamico nella sua globalità, senza continuare nell’assurda e infondata distinzione tra presunti terroristi islamici “moderati”, come i Fratelli Musulmani, e terroristi islamici “radicali” come l’Isis o il Fronte Al Nusra legata ad Al Qaeda presente a Idlib. Una volta sconfitto il terrorismo islamico e ripristinato uno Stato laico, allora si potrà procedere con la sostituzione di Assad. Ma se Assad dovesse soccombere ora, la Siria farebbe la fine dell’Iraq del dopo Saddam Hussein o della Libia del dopo Gheddafi, piombando nelle grinfie del terrorismo islamico.

Ci auguriamo che la decisione di Trump sia un incidente di percorso. Ci auguriamo che Trump mantenga fede alla promessa di “eliminare dalla faccia della terra il terrorismo islamico”, fatta nel suo discorso di investitura il 20 gennaio scorso. Ci auguriamo che Trump unisca le forze con Putin per ristabilire nel Mediterraneo dei governi laici con cui noi italiani ed europei potremo dialogare e convivere, combattendo con maggiore efficacia il terrorismo islamico autoctono ed endogeno che si è radicato all’interno stesso dell’Europa.