E’ successo qui a Rovereto che sabato 17 novembre Aicha Mersar, musulmana che siede in Consiglio comunale della nostra città nelle fila del Pd, ha mentito pubblicamente sul giornale “Il Trentino” affermando che Magdi Cristiano Allam –alla fine del suo discorso tenuto il giorno precedente al “Filarmonica”- le aveva proibito di parlare. Accusa falsa perché tutta l’Assemblea presente sa che Magdi Cristiano Allam, si è rivolto a lei invitandola a formulare una domanda e a non fare un “sermone” come aveva iniziato a fare lei.

A nome del Movimento Io amo l'Italia (che ha promosso l'incontro con il Presidente), il Coordinatore cittadino Sergio Guidotto ha contestato  la consigliera sullo stesso giornale il giorno 21 denunciando le istigazioni alla violenza del Corano e la subdola avanzata in Italia dell’islam.

Scrive Sergio:“La consigliera nel giornale si chiede dove il Corano incita all’odio?”.

Per questo è sufficiente leggere alcuni  versetti, ripresi dall’edizione italiana a cura di Hamza Roberto Piccardo, con la revisione e il controllo dottrinale dell’Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia), la più radicata organizzazione islamica italiana  che riunisce 122 associazioni sia territoriali che di settore e gestisce circa 80 moschee e 300 luoghi di culto non ufficiali (Newton Compton, 2002). Purtroppo questa versione -che contiene terrificanti commenti anticristiani, antiebraici, antioccidentali lesivi della piena dignità della donna e più in generale, dei diritti fondamentali della persona- è la più diffusa nelle moschee d’Italia e, pertanto, è quella che maggiormente incide nell’indottrinamento ideologico di quanti le frequentano.

Ecco cosa recita per esempio il versetto  V,33: “ La ricompensa per coloro che fanno la guerra ad Allah e al suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra. Ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita, nell’altra vita avranno castigo immenso”. Poi ci sono i versetti: (IX, 29-30),(LXVII), (II,191), (VIII,12-17); (IX,5) e molti altri contenenti incitamenti all’odio e alla violenza.

Sergio dubita che la consigliera Aicha Mersar che ha posto una simile domanda abbia

chiaro il concetto di odio e si chiede: “Forse che per lei condannare a morte chi con

chiarezza della realtà e coraggio della verità chi intende aderire ad altra fede (per esempio ogni musulmano che si converte ad altra religione) è gesto di misericordia?”,  e prosegue  affermando che “la millenaria esperienza dei rapporti con l’islam deve insegnarci che il dialogo è possibile solo con quei musulmani che, riconoscono come detestabili certe affermazioni aberranti del Corano ( tra cui figurano il massacro e la persecuzione dei cristiani, la negazione del diritto di Israele all’esistenza, la condanna a morte dei musulmani convertiti, la legittimazione del terrorismo islamico, la discriminazione e la violenza nei confronti della donna e, più in generale dei diritti  dell’uomo)”.

A questo punto Sergio denuncia: “Purtroppo la dittatura del relativismo che pervade

l’intero Occidente ci impone, mettendo in soffitta la ragione, di considerare che tutte le religioni, le culture e i valori siano pari a prescindere dai loro contenuti, fino al punto che in nome di questo pensiero relativista e nichilista si rimuovono anche i crocifissi da alcune scuole dell’infanzia della nostra città e si legittima la diffusione dell’islam senza ricordarsi che esso è incompatibile con i valori non negoziabili della sacralità della vita, della pari dignità tra uomo e donna e della libertà di scelta religiosa”.

E conclude mettendoci in guardia contro l’avanzata dell’islam: “Oggi l’islam esige la rinuncia definitiva alla nostra facoltà di criticare il Corano e Maometto, opzione questa che potrebbe culminare di fatto con l’archiviazione del nostro legittimo diritto alla libertà d’espressione”.