Ripartiamo! Sul fatto che dobbiamo proseguire nella nostra missione politica non ho mai avuto nessunissimo dubbio. Proprio perché si tratta di una missione in cui ci si crede e per la quale ci si dona, concepita come un dovere per conseguire il bene comune di tutti gli italiani, nostro, dei nostri figli, dei nostri nipoti, di tutti quelli che condividono le nostre proposte e anche di tutti quelli che legittimamente non la pensano come noi nel contesto di uno stato di diritto e di una sana democrazia, noi c'eravamo, ci siamo e saremo in prima linea per la vittoria dei valori non negoziabili alla vita, alla dignità e alla libertà della persona, della famiglia e della comunità.

Proprio perché siamo consapevoli che chi si impegna in politica lo fa assolutamente per vincere e non semplicemente per testimoniare, noi vogliamo e dobbiamo ripartire imparando dagli errori commessi e colmando le lacune che indubbiamente ci sono. Sottolineo che il nostro obiettivo è vincere perché noi aspiriamo seriamente a cambiare l'Italia promuovendo una riforma etica dello Stato, dello Sviluppo e della Società. Rendere testimonianza è parte integrante dell'impegno politico. La testimonianza è un patrimonio da valorizzare per cambiare la cultura politica, mantenendo fermo l'obiettivo della vittoria. La testimonianza di fede, valoriale e identitaria deve essere funzionale alla vittoria politica, non un ostacolo alla vittoria politica. Non dobbiamo essere confusi per un gruppo religioso o un gruppo di preghiera. Noi siamo un gruppo politico che rivendica apertamente e orgogliosamente le radici giudaico-cristiane della civiltà laica e liberale dell'Italia e dell'Europa. Ecco perché non deve più ripetersi, così come è accaduto in campagna elettorale, che uno sale sul palco e chiede a tutti i presenti di alzarsi per recitare il Padre Nostro e l'Ave Maria, in un teatro pubblico dove la cittadinanza era stata invitata a partecipare a un comizio politico. Il chiarimento sulla identità laica di Io amo l'Italia, conformemente all'insegnamento di Gesù “date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”, è il primo punto da cui ripartiamo.

E' fondamentale chiarirci e condividere questa premessa: Io amo l'Italia non è né un gruppo religioso né un gruppo di preghiera. Siamo un soggetto politico impegnato all'aggregazione del consenso e alla raccolta dei voti di tutti gli italiani di buona volontà, a prescindere dalla loro fede, ideologia e cultura. Voglio essere ancor più chiaro: non siamo e non dobbiamo essere percepiti come un partito cattolico o semplicemente cristiano, non solo perché oggi purtroppo i cattolici o i cristiani non cattolici praticanti impegnati in politica rappresentano una minoranza oltretutto sparpagliati in mille rivoli, ma perché è sostanzialmente sbagliata la commistione tra la religione e la politica.

Noi siamo e dobbiamo essere chiaramente percepiti come un soggetto politico laico. Valuterò con calma anche l'opportunità di cambiare il nome e il simbolo del nostro Movimento affinché sia ancora più manifesto il cambiamento, senza cui non andremmo mai molto distanti dallo 0,1% ottenuto alle recenti Elezioni nazionali. Nella prossima puntata della valutazione del risultato elettorale affronterò il tema cruciale dell'organizzazione. Un abbraccio fraterno e un mondo di bene.