Dopo la difficile giornata di ieri, e dopo una delicata negoziazione, questa notte all'una circa ho convinto il collega Marcello Di Finizio a scendere dalla Cupola di San Pietro in Roma dove era salito 2 giorni fa per protestare contro la errata applicazione della Direttiva Servizi, meglio conosciuta come Bolkestein, alle concessioni balneari.

I fatti di cui sono stato testimone:

Informato del suo gesto da alcuni colleghi accorsi in Piazza San Pietro, preoccupati per la cosa, sono stato messo in contatto con la Gendarmeria Vaticana e mi è stato richiesto, forse per velocizzare le questioni diplomatiche fra due Stati e in qualità di Presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria, di coinvolgere un rappresentante del Governo che potesse convincere l' imprenditore triestino, che voleva con la sua azione richiamare l' attenzione sul problema Bolkestein, a scendere.

Ho individuato nel Ministro Lupi, per competenza e per sensibilità personale, l' interlocutore che mi sembrava più idoneo per coinvolgere in questa trattativa. E' iniziato così uno scambio continuo di telefonate tra me e la Segreteria particolare del Ministro rappresentata dall' On. Di Caterina per avviare un dialogo con Marcello Di Finizio.

Nella tarda serata dell' altro ieri, dopo alcune telefonate con il  Colonnello Alessandrini, Vicecomandante della Gendarmeria Vaticana, preoccupato per la situazione abbiamo concordato di tentare, il giorno successivo, a convincere Di Finizio a scendere. Per questo motivo ieri mattina mi sono imbarcato per Roma per tentare una soluzione.

Arrivato a Porta San Pietro, dove mi era stato indicato di trovarmi, sono iniziate le difficoltà. Infatti coloro che mi avevano chiesto di aiutarli nel tentativo, per un evidente  cambio di strategia di comportamento nei confronti di chi stava occupando la Cupola, si sono resi irreperibili e con mio particolare stupore mi sono ritrovato a osservare il nostro collega dalla Piazza centro della cristianità come un normale turista, impotente senza la possibilità di rendermi utile come mi era stato richiesto. Ho continuato a sentirmi telefonicamente con il Segretario del Ministro Lupi, l' On. Di Caterina per favorire un collegamento diretto con il Ministro delle Infrastrutture.

Nel contempo, nonostante le mie insistenti telefonate alla Gendarmeria Vaticana, non riuscivo più a riprendere i contatti con i responsabili della loro Sicurezza e sorpreso da questo comportamento, mi sono indignato perchè in quelle difficili ore, per cercare di indurre l' uomo a scendere, gli è stata negata anche una bottiglietta d' acqua !

Visto il cambio di rotta delle autorità vaticane, la mia presenza fisica sul posto era diventata pressochè inutile e perciò ho deciso di rientrare a Genova da dove ero partito la mattina, continuando però a monitorare la situazione per telefono.

Dopo circa un' ora il mio atterraggio a Genova, ho ricevuto con mia grande sorpresa la telefonata del Colonnello Alessandrini che mi chiedeva dove fossi, scusandosi per quanto era avvenuto, e non potendomi dare, ovviamente, spiegazioni in merito, mi ha aggiornato circa la situazione rassicurandomi sulle condizioni del concessionario che non intendeva comunque scendere.

Ristabiliti i contatti con la Gendarmeria, dopo altre sollecitazioni, è finalmente arrivata la telefonata a Di Finizio del Ministro Lupi durata circa 50 minuti, il quale si è reso disponibile ad un incontro per affrontare i problemi che il concessionario balneare triestino gli ha illustrato telefonicamente.

Ma ancora la situazione non era risolta, infatti era rimasto aperta la questione del Foglio di Via, che in occasione della sua precedente salita sul Cupolone, gli era stato notificato dalla Questura di Roma, Foglio di via che solitamente si notificava a prostitute o a delinquenti comuni. Non era questo il caso. Qui ci troviamo davanti ad un imprenditore che, disperato per la sua drammatica situazione personale, ha cercato seppur con un modo che non condivido e che non può essere condivisibile, di richiamare l' attenzione delle Istituzioni e dell' Opinione Pubblica rischiando in prima persona, senza coinvolgere nessuno e senza violenza. Per questo mi sono sentito in dovere di perorare la sua causa nuovamente allla Segreteria del Ministro affinchè, risolvendo la questione, si potesse convincerere Marcello Di Finizio a scendere dalla sua pericolosissima postazione. Ho ricevuto una telefonata da un funzionario di Polizia Italiana che mi ha spiegato gli iter burocratici per chiedere l' annullamento di questo provvedimento, ma ben più importante la telefonata del Segretario Di Caterina che mi ha rassicurato sul fatto che il Ministro abbia proposto la questione al Questore di Roma per vedere di come si potesse risolvere la cosa per aiutare chi stava difendendo il suo lavoro.

Con queste rassicurazioni, di cui sono stato testimone, ho parlato con Di Finizio convincendolo a porre fine alla sua protesta e a scendere, anche perchè la stanchezza a quel punto poteva essere davvero pericolosa. La telefonata alle 1,21 a.m. con il Colonnello Alessandrini, stanchissimo ma contento per l' epilogo di questa vicenda, mi ha rassicurato sulle sorti del nostro collega, al quale sono stato contento di augurare una Buona Notte. 

 

Fabrizio Licordari

Presidente Assobalneari Italia

Federturismo Confindustria