Carissimi amici di Io amo l'Italia, ho atteso qualche giorno prima di commentare la marea di reazioni, prevalentemente critiche e di condanna, alla mia decisione di dissociarmi dalla Chiesa cattolica.

Innanzitutto denuncio il linciaggio mediatico da parte di chi, come cristiani, dovrebbero far primeggiare l'amore per il prossimo a prescindere dalle sue idee, dalla sua fede e dalle sue eventuali colpe o peccati. E' invece mancato persino il rispetto che dovrebbe vigere in una società civile. E' vergognoso e scandaloso che fra tanti cattolici covi un eccesso di livore, odio, volgarità, dileggio, intolleranza nei confronti di chi non è a loro immagine e somiglianza. Ma ringrazio sentitamente la minoranza di cattolici, religiosi e laici, che mi hanno pubblicamente e privatamente espresso vicinanza e comprensione, pur disapprovando la mia scelta. Ho chiesto di conservare tutti gli scritti inviati, sia sul sito di Io amo l'Italia sia nei profili della Rete, affinché restino come testimonianza di uno spicchio di cattolicesimo che attesta lo sbandamento presente in seno alla Chiesa.

Voglio subito chiarire che io non ho abiurato il cristianesimo. Sono e intendo restare cristiano, amante di Gesù. Considero valido il mio battesimo che mi ha consacrato cristiano, con il dono immenso di riceverlo dalle mani di Benedetto XVI.

A questo punto mi si domanderà: come puoi accettare il battesimo del Papa e non accettare la Chiesa che il Papa incarna? Effettivamente è proprio il venir meno di questa unitarietà tra la dimensione della fede e la dimensione comportamentale della Chiesa ciò che ha maturato la mia decisione. E' proprio nel momento in cui ho toccato con mano che anche da parte dei Papi veniva meno la coerenza tra ciò che si afferma, ciò in cui si crede e ciò che concretamente si fa, che ho preso atto che non sussiste l'unitarietà tra la dimensione della fede e quella comportamentale della Chiesa. Il caso emblematico è la legittimazione da parte della Chiesa dell'islam come vera religione, all'insegna della litania delle tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche, del Libro, che mettendole sullo stesso piano a prescindere dai loro contenuti, fa venir meno l'assolutezza e il primato del cristianesimo come unica vera religione fondata sulla fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nato, morto e risorto. Sottolineo: la legittimazione dell'islam come vera religione, cosa sostanzialmente diversa dalla legittimazione del dialogo e della convivenza con i musulmani come persone, a cui come cristiani dobbiamo rispetto e amore quali depositari di diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà.

Il messaggio che ho recepito dal polverone delle contestazioni alla mia critica ai Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco I, ciò che mi ha portato a domandarmi pubblicamente se la Papalatria sia un dogma o un'aberrazione, se sia lecito o meno criticare il Papa, è che la Chiesa è da concepirsi come una grande famiglia che accoglie nel suo seno tante espressioni diverse del cattolicesimo, che possono convivere pur contrapponendosi su questioni anche cruciali, attinenti all'obbedienza al Papa, al riconoscimento del primato della Chiesa, alla sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, alla centralità e unicità della famiglia naturale. C'è in seno alla Chiesa una schiera di sacerdoti che contestano apertamente i dogmi della Chiesa e le posizioni dei Papi eppure continuano ad essere consacrati, a impartire l'eucarestia, a predicare come custodi della verità cristiana. Di fatto la Chiesa è un calderone dove dentro c'è tutto e il contrario di tutto. E' intuibile che la stragrande maggioranza dei religiosi sono schierati su posizioni relativiste, globaliste, buoniste. E' verosimile che se si votasse all'interno della Chiesa emergerebbe una netta maggioranza di sinistra progressista o comunque su posizioni diverse dal conservatorismo tradizionalista.

Tutto questo, mi è stato fatto notare, è sempre stato così quantomeno negli ultimi 60 anni dopo il Concilio Vaticano II. Pertanto un cattolico, che nasce cattolico, neanche ci fa caso perché lo vive come se corrispondesse ad un dato di fatto. Nel mio caso ci faccio caso perché, provenendo dal mondo islamico dove in assenza di un Papa la pluralità e la conflittualità interna all'islam è un dato strutturale e un'esperienza storica, ho immaginato che la presenza del Papa, del vicario di Cristo, si traducesse in una grande compattezza interna alla Chiesa. Ecco perché fatico a scindere la dimensione della fede da quella comportamentale della Chiesa.

Così come mi domando sul convincimento profondo che Cristo e la salvezza dell'anima sono soltanto all'interno della Chiesa. Che ne è della stragrande maggioranza degli italiani che, pur essendo battezzati, non frequentano la Chiesa e ricevono la comunione solo a Natale e a Pasqua? E che ne è di tutti i cristiani non cattolici? Sono tutti fuori da Cristo e sono tutti dannati? Perché c'è stato questo infierire nei miei confronti per delle domande che mi sono posto sulla Chiesa e una libera scelta di dissociarmi dai comportamenti relativisti, globalisti e buonisti, arrivando a condannarmi come Giuda, Satana, apostata, traditore? 

Io continuo ad essere disponibile all'ascolto e alla riflessione in un contesto in cui mi auguro prevalgano il rispetto e la fraternità.