(Il Giornale) - Non era mai successo. In una settimana 11.000 clandestini sbarcati sulle nostre coste e circa 500 morti annegati. Di fronte a questa invasione senza precedenti, o per la precisione auto-invasione, e all’ennesima strage preannunciata, il nostro governo che fa? Ingiunge alle Regioni di ingegnarsi per accogliere chi dovrebbe essere immediatamente espulso per essere entrato illegalmente nelle nostre frontiere, anche mettendo a disposizione gli alberghi a spese degli italiani, mentre 12 milioni di italiani sono ridotti in stato di povertà e circa 6 milioni di italiani fanno letteralmente la fame.

Questa è follia allo stato puro perché, da un lato, favorisce la crescita del traffico di clandestini gestito dalla criminalità organizzata in combutta con il terrorismo islamico che controlla la costa libica, dall’altro, inevitabilmente finirà per scatenare il razzismo da parte degli italiani che sono discriminati a casa propria, culminando in una guerra intestina tra poveri.

Se fossimo uno Stato che si rispetti e se avessimo un governo che ha a cuore l’interesse nazionale dell’Italia e il bene degli italiani, imporremo immediatamente un blocco navale a ridosso delle nostre acque territoriali per chiarire che non siamo più disponibili ad essere l’unico Stato al mondo che ha finora investito fino a 10 milioni di euro al mese per l’auto-invasione. Ripristineremmo il reato penale di clandestinità con la condanna e l’espulsione immediata dei clandestini, che sono comunque corresponsabili con gli scafisti a cui pagano somme che oscillano tra i 1.000 fino ai 10.000 dollari a testa. Bloccheremo l’accoglienza dei richiedenti asilo, veri o presunti, in considerazione dell’emergenza povertà degli italiani. Rimpatrieremmo i clandestini, che si sono comodamente stabiliti a casa nostra con un costo di oltre 1.000 euro al mese cadauno, nei loro Paesi o da dove sono partiti per l’Italia. Chiuderemmo definitivamente i centri di accoglienza e i centri di espulsione. Rimpatrieremmo tutti i detenuti stranieri nelle nostre carceri che all’80% sono clandestini o irregolari.  

Ugualmente prenderemmo atto che siamo in guerra, una guerra che ci è stata dichiarata e che è in atto, e ci prepareremmo a fare la guerra per sconfiggere il terrorismo islamico in Libia, capeggiando una coalizione militare euro-araba che potrebbe includere Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia, Francia, Spagna, Grecia, con l’avallo di Russia, Cina e Stati Uniti se Obama dovesse rinsavirsi.

Per mobilitare il Paese, rigenerare il sentimento di amore della Patria e consolidare le nostre Forze armate, riesumeremmo il servizio di leva. Unificheremmo le forze dell’ordine nel solo corpo della Polizia di Stato a cui destineremmo immediatamente 40 milioni per adeguare la prestazione di almeno 12.000 agenti alla lotta al terrorismo islamico. Favoriremmo il ricambio generazionale in seno alle forze dell’ordine assumendo i giovani, per abbattere drasticamente l’attuale età media che è di 45 anni.

Per tenere sotto controllo il fronte interno, bloccheremmo la nascita di nuove moschee o sale di preghiera islamiche. Chiuderemmo le moschee dove si predica l’odio, che risultano colluse con il terrorismo islamico, che sono legate ai Fratelli Musulmani o che ricevono finanziamenti stranieri. Non ci limiteremmo a espellere gli imam violenti ma arresteremmo i loro seguaci.

Assumeremmo il declino demografico come un'emergenza nazionale da affrontare incentivando la natalità degli italiani, sostenendo le famiglie naturali italiane, offrendo congrui contributi alle madri italiane, aiutando i giovani italiani affinché attraverso la stabilità lavorativa possano affermarsi come rigeneratori di vita. Solo agli italiani assegneremmo le risorse e i servizi gratuiti: pensioni, assegni sociali, assistenza sanitaria, scuola dell’obbligo, posti all’asilo nido, case popolari. Promuoveremmo la cultura dei doveri, delle regole e della responsabilità: i posti di lavoro vacanti verrebbero obbligatoriamente assunti dagli italiani. Nessun sussidio sociale sotto qualsivoglia forma, compresa la cassa integrazione, verrebbe più dato se non a fronte di una prestazione lavorativa.

Questa è l’Italia che sogno e che so bene che questa classe politica non vuole. Ma sono certo che è l’Italia che amerebbero la stragrande maggioranza degli italiani. I sogni e persino i miracoli possono realizzarsi. Dobbiamo crederci e rimboccarci le maniche.