Se la Corte Internazionale Penale dell’Aja non dovesse incriminare il presidente turco Erdogan per “crimini di guerra” per aver fornito armi ai terroristi islamici dell’Isis e del Fronte Al Nusra legata ad Al Qaeda; se l’Unione Europea non dovesse interrompere immediatamente il processo di adesione della Turchia prendendo atto della totale incompatibilità con il nostro sistema di valori e democratico; se l’Occidente non dovesse porre fine al sostegno ai Fratelli Musulmani e al Milli Gorus turco nell’illusione di poterli avere come alleati per sconfiggere i tagliagole, vorrebbe dire che il cosiddetto “mondo libero” è complice dei terroristi islamici.

C’è qualcuno di voi che non sapeva che la Turchia sostiene i terroristi islamici sia fornendo armi ed esplosivi, sia acquistando il greggio estratto nel sedicente “Stato islamico” di contrabbando a prezzi stracciati, sia infine consentendo l’intenso flusso di terroristi in entrata e in uscita lungo la propria frontiera? Diciamolo: era il segreto di Pulcinella. Sappiamo tutti che lo “Stato islamico” dell’Isis non potrebbe sopravvivere un solo giorno senza il volere della Turchia. Comunque sia ora abbiamo la prova inconfutabile del coinvolgimento del regime islamico di Erdogan al fianco dei terroristi islamici, attestata da un video e da immagini sul trasferimento di armi su camion gestiti dai Servizi segreti turchi (Mit), bloccati e perquisiti alla frontiera dalla Gendarmeria.

Mi auguro che il Parlamento Europeo denunci immediatamente la Turchia e non avalli le elezioni legislative del 7 giugno che si svolgono in un clima di terrore. Se è ancora alla ricerca di un nome a cui conferire il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, il candidato indiscutile è Can Dundar, direttore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, che ha pubblicato il video e le immagini che incastrano Erdogan. Il quale, da autentico democratico, l’ha accusato pubblicamente di “spionaggio e partecipazione ad azione criminale insieme a membri delle organizzazioni parallele, con la pubblicazione di video e informazioni falsi consegnategli da organizzazioni parallele”, mentre un pubblico ministero addomesticato ha repentinamente chiesto l’ergastolo per Dundar. Quel che resta della Turchia laica si è ribellata manifestando la propria solidarietà, giornalisti, intellettuali ed artisti che si sono esposti con il loro volto sostenendo nella prima pagina di Cumhuriyet “il colpevole sono io”.

Che altre prove occorrono per prendere atto che la Turchia sempre più islamizzata di Erdogan è in assoluto il Paese più pericoloso del Medio Oriente? È il socio occulto dei terroristi islamici, così come è lo sponsor politico dei Fratelli Musulmani che sono ancor più insidiosi dei tagliagole, che all’occorrenza praticano il terrorismo anche nella sua versione suicida come fa Hamas nei Territori palestinesi, che sono riusciti a destabilizzare l’Egitto in poco più di un anno dopo aver preso il potere, che se è opportuno indossano giacca e cravatta per accreditarsi come interlocutori dialoganti con l’Occidente in cambio del controllo di uno “Stato islamico” in nuce all’interno del nostro Stato di diritto, fatto di moschee, scuole coraniche, enti assistenziali e finanziari islamici, tribunali e università per diffondere la sharia, centri studi e studi legali per accreditare il reato di islamofobia.

Ora basta complicità con questa Turchia islamizzata. Condanniamo senza ambiguità Erdogan, il più pericoloso sponsor del terrorismo dei tagliagole e dei taglialingue. Sveglia!