Lancio un appello a difesa di Robert Chardon, sindaco di Venelles, sulla Costa Azzurra, che per aver sostenuto “bisogna vietare per legge il culto musulmano in Francia”, sta per essere espulso dal suo partito, l’Ump presieduto da Nicolas Sarkozy, lo si vorrebbe rimuovere dalla carica di sindaco e sarebbe stato addirittura internato in un ospedale psichiatrico.

Attraverso messaggi diffusi su Twitter, Chardon ha chiesto la modifica della Costituzione per vietare l’islam così come fece Luigi XIV che vietò il protestantesimo, “proclamare che la Repubblica favorisce la pratica del culto cristiano”, perché “la nostra cultura è giudaico-cristiana”, mentre “chi contravviene a questa disposizione prenda la barca o l’aereo... L’islam torni in Maghreb. Bene così”.

Subito su di lui si è abbattuta la scure censoria di Sarkozy: “Condanno questa affermazione nonostante che la laicità significa anche fissare dei limiti. Diritti e limiti vanno di pari passo. La laicità significa riconoscere il diritto di ciascuno di vivere la propria religione”. Che cosa Sarkozy intenda concretamente l’ha chiarito la vice-presidente del partito, Nathalie Kosciusko-Morizet: “Ho chiesto che una procedura di espulsione sia intrapresa per sanzionare delle affermazioni assurde che non corrispondono in alcun modo ai valori e ai progetti dell’Ump”.

Intanto è esploso un giallo sulla sorte di Chardon, che da alcuni mesi si sta curando da un tumore alla bocca. Secondo l’Afp sarebbe stato internato in un ospedale psichiatrico su richiesta “di una parte terza tenendo conto dell’incoerenza delle sue affermazioni”. La Prefettura nega questa notizia, ma la principale collaboratrice di Chardon, Patricia Saez, tende ad accreditarla sostenendo che le affermazioni di Chardon “sono da addebitare al difficile stato di salute in cui si trova da mesi”, aggiungendo che “la Giunta municipale sta valutando tutte le soluzioni da adottare per porre fine all’attuale difficile situazione, d’intesa con le autorità competenti”.

È proprio in Francia che l’islamologo Laurent Lagartempe nel suo libro “Il Corano contro la Repubblica. I versetti incompatibili” (Editions de Paris), ha individuato più di 400 versetti coranici che istigano a commettere crimini e delitti contro la persona, in particolare nei confronti delle donne, degli ebrei, dei cristiani, degli apostati, degli adulteri e degli omosessuali. Ci sono versetti che sono incompatibili con il nostro codice penale contemplando le mutilazioni corporali e la condanna a morte, fondandosi sul principio della vendetta personale e della legge del taglione. In generale il Corano sancisce il dovere dei “credenti”, che sono solo i musulmani, a sottomettere con la violenza i “miscredenti”, che sono tutti i non musulmani. Lagartempe osserva che “la libertà religiosa è vincolata al rispetto delle necessità di tutela dell’ordine e della moralità pubblica”. Si domanda se “la diffusione di un testo che è alla base dell’insegnamento nelle moschee ed altre istituzioni religiose islamiche, soddisfa a queste necessità, dal momento che contiene elementi contrari alle leggi della Repubblica”. E conclude: “Dobbiamo necessariamente interrogarci sull’opportunità di consentire la diffusione in Europa di questa insolita moralità coranica”, che aggiunge, è in contrasto con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. Ciò che afferma Chardon sulla messa al bando dell’islam è la deduzione logica dello studio oggettivo di Lagartempe.

Dobbiamo tristemente prendere atto che nella nostra Europa formalmente laica, libera e democratica non è più possibile denunciare l’islam, sulla base di ciò che Allah ha prescritto nel Corano e di ciò che ha detto e fatto Maometto, risultando incompatibile con i valori che sostanziano l’essenza della nostra umanità e i principi su cui si fonda la nostra civiltà, a partire dalla sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta.

Ebbene se in Europa dovesse accreditarsi il reato di “islamofobia” finiremo per cancellare dalla nostra Storia diversi suoi illustri protagonisti che hanno condannato l’islam, Allah, il Corano e Maometto: San Francesco d’Assisi, San Tommaso d’Aquino, Dante Alighieri, San Manuele II Paleologo, Martin Lutero, Montesquieu, Voltaire, Arthur Schopenhauer, Alexis de Tocqueville, San Giovanni Bosco, San Pio X, Winston Churchill, San Giovanni XXIII, San Giovanni Paolo II, Oriana Fallaci, Benedetto XVI.

La vicenda di Chardon dimostra che siamo noi stessi europei i responsabili del suicidio della nostra civiltà, imponendoci l’autocensura nei confronti dell’islam, radiando in quanto criminale o pazzo chi osa condannare l’islam. Ebbene noi non possiamo renderci corresponsabili di questo suicidio. Diffondiamo l’appello di solidarietà #iostoconchardon