Morire per l’euro? Sì perché siamo vittime di un crimine epocale che sta riducendo l’Italia ricca in italiani poveri. Anche una semplice massaia sa bene che fino al 2001 con un milione e cinquecentomila lire una famiglia italiana viveva dignitosamente mentre l’equivalente in euro, a partire dal gennaio 2002, si è tradotto in povertà.

Morire per l’euro? Sì perché stiamo subendo una guerra in cui paradossalmente le imprese muoiono non perché hanno dei debiti ma perché vantano dei crediti e dove il principale debitore insolvente è lo Stato, che deve circa 130 miliardi di euro alle imprese. Ebbene dal momento che questi soldi lo Stato non li ha e per averli deve continuare ad indebitarsi, emettendo titoli di debito per ripianare il debito, ecco che la questione dell’euro emerge come la questione centrale e vitale non solo sul piano finanziario ed economico, ma anche sul piano della sopravvivenza della nostra società e della tenuta della nostra civiltà.

Morire per l’euro? Dobbiamo continuare cocciutamente e ciecamente a dipendere da una moneta che viene emessa da una banca privata, la Banca Centrale Europea, che ha a cuore solo la stabilità dell’euro e l’interesse delle banche e che sulla base del suo statuto e del suo mandato non può né emettere moneta in quantità necessaria a rilanciare lo sviluppo né garantire il debito sovrano dello Stato?

Morire per l’euro? Dobbiamo anteporre, costi quel che costi, l’euro, le banche, i mercati, il Pil, il debito e lo spread, oppure mettere al centro la persona, la famiglia, l’impresa, la comunità locale, i valori, le regole e il bene comune?

Morire per l’Euro? Vi aspetto martedì 3 dicembre ore 11 nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. Ne parleranno tre prestigiosi economisti, Claudio Borghi Aquilini, Antonio Maria Rinaldi e Alberto Bagnai, alla presenza di Nigel Farage, presidente dell’Ukip (United Kingdom Independence Party) e co-presidente dell’Eld (Europa della Libertà e della Democrazia) e di Marco Scurria, europarlamentare del Ppe (Partito Popolare Europeo). Modera Stefano Di Francesco

 

Potete confermare la vostra presenza scrivendo alla mail magdicristiano.allam@europarl.europa.eu o telefonando al +32.228.47883 o al +39.348.6482960