MAGDI CRISTIANO ALLAM (Il Giornale, 31 luglio 2016) - Dico "No" ad accogliere oggi i musulmani nelle chiese in Francia e in Italia alla messa domenicale, perché significa riconoscere l'islam che ha legittimato i terroristi islamici che il 26 luglio hanno sgozzato un sacerdote proprio mentre recitava la messa in chiesa. 
 
Dico "No" alla follia di immaginare che a salvarci dai terroristi islamici tagliagole, quelli che sgozzano, decapitano, massacrano e si fanno esplodere, potranno essere i terroristi islamici taglialingue, quelli che ci impongono la legittimazione dell'islam a prescindere dai suoi contenuti e di concedere loro sempre più moschee per consolidare l'islamizzazione dell'Europa.
 
È un dato di fatto che gli assassini di Padre Jacques Hamel l'hanno sgozzato urlando "Allah è il più grande", dopo aver pronunciato un sermone ispirato dall'ordine di Allah di annientare ebrei e cristiani. Così come è un dato di fatto che la violenza fisiologica ed endemica in seno all'islam, da 1400 anni ha infierito in modo particolare contro gli ebrei e i cristiani, che hanno subìto un vero e proprio genocidio passando dal 98% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo al 3%. 
 
Che il gesto voglia corrispondere alla legittimazione dell'islam, è manifesto nella dichiarazione di Papa Francesco, resa 24 ore dopo che per la prima volta in Europa un sacerdote è stato sgozzato in chiesa, in cui ha sostenuto che "non è una guerra di religione", ma è piuttosto una "guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli. Tutte le religioni vogliono la pace, capito?". Quindi più che una manovra subdola degli islamici per riscattare costi quel che costi l'islam, la realtà si configura come la deliberata volontà di suicidio della Chiesa, perché è il Papa stesso che si spende per assolvere l'islam costi quel che costi, sconfessando le prove inconfutabili della matrice islamica dell'atroce crimine di un sacerdote cattolico e più in generale la verità storica dell'islam che è sempre stato intrinsecamente violento, conflittuale al suo interno, aggressivo e colonialista all'esterno per sottomettere i non musulmani.
 
Un giorno la Storia individuerà nell'immagine del sacerdote di 86 anni che viene sgozzato da due connazionali islamici ventenni, mentre recita la messa all'interno di una chiesa pressoché vuota con soli 4 fedeli anziani, il simbolo non solo della morte del cristianesimo come fede e cultura, ma anche dell'eutanasia dell'Europa decadente, vecchia, scristianizzata, senz'anima, al punto di vergognarsi delle proprie radici cristiane. Nel coltello che recide la fonte che veicola la nostra spiritualità cristiana c'è la sintesi di una folle strategia che ha intenzionalmente voluto scardinare le nostre radici, relativizzare le fondamenta della nostra civiltà fino a negare la nozione stessa di verità, abbandonarci a un tracollo demografico pressoché irreversibile, favorire la sostituzione delle nostre società, affermare ovunque nel mondo una umanità meticcia, omologata, omogeneizzata, in cui ciascuno di noi sarà ridotto a semplice produttore e consumatore di materialità. 
 
Non sono i musulmani che dobbiamo invitare in chiesa, ma i cristiani. Dobbiamo ripopolare le chiese di cristiani, non relativizzare il cristianesimo legittimando l'islam. Dobbiamo mobilitarci tutti, cristiani e laici, credenti e non, per liberarci dall'islam e salvaguardare l'unica civiltà che garantisce a tutti, inclusi i musulmani, la vita, la dignità e la libertà.