Il 21 febbraio tre esplosioni successive nel quartiere Mazraa della capitale siriana hanno provocato 53 morti e 235 feriti e gravissimi danni materiali in particolare ad una scuola e ad un ospedale, ma la lotta è sempre più cruenta, negli ultimi tre giorni i ribelli hanno bombardato  i centri cristiani di Damasco e le chiese di Bab Tuma, Kassas, Shnaia e Jaramana.
Nella periferia di Damasco hanno bombardato Malula (unico villaggio al mondo in cui si parla “aramaico” la lingua Gesù) e, dove c'è il più antico altare nel mondo, e ancora  Sednaya un altro importante villaggio dove c'è un antico convento mariano.  
Nelle eparchie di Homs, Latakia, Safita e Marmarita (Valle dei cristiani con 143 villaggi), di Houran, Aleppo e Damasco, la situazione della popolazione, in generale, e nostri fedeli, in particolare, è catastrofica. Circa 20 chiese sono state distrutte, danneggiate, devastate, abbandonate. Non si è più celebrata la Divina Liturgia.                                
All’interno della guerra civile siriana, terroristi ed estremisti islamici si sono inseriti nella battaglia tra il regime di Bashar al-Assad e i diversi gruppi di ribelli. I terroristi stranieri sono i più abili nella guerriglia e servono alla causa, prendono di mira le comunità cristiane e derubano e rapiscono i cittadini siriani, e tanti sacerdoti  sono stati sequestrati, e ancora non si hanno notizie di loro.
Anche questa Quaresima è iniziata in questo clima di terribile sofferenza di tutta la popolazione siriana, più che la Quaresima, i nostri fratelli cristiani stanno vivendo il Venerdì Santo,  che dura, e che ancora non lascia intravvedere le luci della Pasqua.
Chiedo alla comunità internazionale e ai Paesi più importanti del mondo di sostenere la Siria negli sforzi di dialogo, per arrivare ad una soluzione diplomatica della crisi, e dal profondo del mio cuore, lancio un grido alla coscienza del mondo interno, ai dirigenti degli Stati, in particolare dei Paesi arabi, e alle istituzioni internazionali, agli Episcopati del mondo cristiano,e li supplico di ascoltare la voce e le sofferenze del popolo siriano, perché nessuno può negare la sua responsabilità di fronte al massacro, alle distruzioni, alle esplosioni, alle violenze, né di fronte all’odio e al rancore tra i figli della stessa patria.
 Mi rivolgo infine a Stati Uniti e Russia perché proseguono i loro sforzi per il dialogo ed una soluzione politica e globale e ai responsabili della Santa Sede Apostolica di Roma, perché lancino un’iniziativa diplomatica della Chiesa cattolica basata sulla sua influenza spirituale mondiale.


 Padre Nader Jbeil
 

 Direttore di Radio Sawt el Sama
 

la situazione dei Cristiani Siriani rifugiati in Libano
è sempre più drammatica e richiede sempre più il nostro aiuto


Vi invitiamo a voler inviare il vostro contributo a

WECARE  onlus
IBAN IT68 X030 3210 3000 1000 0001 482  

Il conto postale 73840522
Specificando per Cristiani Siriani
E per chi volesse donare il suo 5x1000 il codice fiscale è 01330580059


Grazie e un sorriso dal segretario Maurizio Baiotti