Ho partecipato questa mattina nel Parlamento Europeo a Bruxelles al Convegno "Il crimine organizzato e il traffico di droga e di esseri umani" organizzato dall'europarlamentare bulgaro Slavi Binev. Ho evidenziato che, a dispetto dello stereotipo che lega l'Italia alla presenza della Mafia, in realtà l'Italia è al 19 posto su 28 paesi membri dell'Unione Europea per il tasso di omicidi, ha un livello di delitti denunciati (2630 nel 2009) inferiore a quello della Francia e della Germania. Sullo stato dell'ordine pubblico pesa il fatto che circa la metà della popolazione carceraria (oltre 60 mila detenuti) è composta da stranieri, con un costo medio di 500 euro al giorno a detenuto, così come pesa la massiccia presenza di clandestini (oltre 30 mila sbarcati nel 2013) che ugualmente comportano un dispendio di denaro pubblico notevole, in un contesto gli italiani vivono in condizioni sempre più difficili con 4 milioni e 100 mila italiani che fanno letteralmente la fame. Ho denunciato come il Trattato di Schengen abbia accresciuto la criminalità in Italia perché ha consentito ai criminali dei vari paesi europei, soprattutto quelli dell'Est, di venire in Italia contando sul buonismo delle nostre istituzioni. Ho infine osservato che proprio perché è manifesto il rapporto tra l'allargamento dell'Unione Europea e la crescita della criminalità, noi italiani dobbiamo rivalutare e rivalorizzare la dimensione della piccola comunità, del localismo, perché in seno a una piccola comunità è più facile prevenire e controllare il crimine.