Il bilancio dell'Unione Europea per il 2014 sarà di 135,5 miliardi di euro, pari a circa l’1% del Pil degli Stati europei e circa l’8% del Pil italiano.

L’Italia è un contributore netto, cioè versa più di quanto riceve. Negli ultimi 12 anni ha già versato circa 171 miliardi di euro e ne ha ricevuti 111 miliardi con un saldo negativo di circa 60 miliardi di euro.

L’Italia è il maggiore contributore netto d’Europa rispetto al proprio Pil e in valori assoluti è seconda, con 6,2 miliardi di euro, dopo la Germania.

Scopo del bilancio dell’Unione Europea sarebbe quello di ridurre le divergenze e aumentare la coesione tra i Paesi europei. Ma di fronte alla crisi sempre più grave delle nostre imprese, che paradossalmente muiono non perché hanno dei debiti ma perché vantano dei crediti, ci troviamo costretti a rivedere sia la realtà dell’euro e della perdita della nostra sovranità monetaria sia anche le drastiche misure di austerità imposte dall’Unione Europea.

Oggi prendiamo atto che il bilancio europeo e le complesse procedure messe in atto per l’accesso ai fondi, si rivela un paravento per interferire pesantemente nei bilanci nazionali. Se il bilancio europeo è solo l’1% del Pil dei Paesi dell’Unione Europea, il suo valore reale è il potere di decidere l’utilizzo del restante 99% delle risorse nazionali.

La conclusione è che non solo l’Italia è il primo Paese donatore di risorse all’Unione Europea ma è anche il primo Paese ad essere danneggiato dall’Unione Europea.