Da numerosi Paesi dell’Occidente, in ordine sparso, alcune giovani donne (addirittura alcune poco più che adolescenti…) sono andate a raggiungere il nascente “Stato Islamico”.

In linea di principio, le possiamo considerare figlie di quelle madri che la scorsa generazione erano le cosiddette “FEMMINISTE” quelle che “tremate tremate le streghe son tornate”, “io sono mia” … etc etc o, quanto meno, figlie di quell’epoca oramai trascorsa… .

Paradossale: le “scappate da casa” alla volta dell’ISIS forse, o probabilmente, in relazione alla loro complessiva scelta (attività prevista e luogo di destinazione) non avranno ricevuta una educazione da parte delle summenzionate Madri–Femministe (o dalla Società nella quale sono nate e vissute), idonea o sufficiente a fornirle di un “corredo etico” tale da evitare loro scelte degradanti per la dignità femminile, oltre che oggettivamente molto pericolose.

In tale caso, una grave responsabilità incombe sulle loro Madri-Femministe siccome sono state incapaci di trasmettere alle figlie i valori per i quali -giustamente- avevano lottato e che avevano conquistato. E una non trascurabile responsabilità fa pure capo alla Società nativa, parimenti incapace di fornire loro una solida e persistente educazione (civica ed etica).

Peggio per entrambe… .

D’accordo: rimangono poi anche il “libero arbitrio”, le inclinazioni personali, le passioni… ma se non erro Aristotile diceva “i Nostri figli sono come creta nelle nostre mani : e la creta assume la forma che le nostre mani di Educatori le sanno imprimere…”.

Alcune “fuggiasche” sono autentiche native dell’Occidente : sentono il profumo del “frutto proibito” ?

Altre sono invece di origine islamica o islamizzata, ancorché nate in Occidente in famiglie “integrate” da tempo : sentono “il richiamo della foresta” ?

E tutte, indistintamente, inseguono “il sol dell’avvenire” ?

Comunque sia: nella faccenda delle “Meretrici ISIS” ( come perfidamente ma non del tutto immotivatamente sono state definite quelle “fuggiasche” da certi organi di informazione anglo-americani, considerato il fatto che da tali Paesi ne sono partite parecchie, per andare a “sposare” un “jihadista” ) l’Occidente -tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato- non rimedia una gran bella figura… .

Grottesco, poi, che in Gran Bretagna si siano addirittura levate voci piangenti ( musulmane e non ) che sollecitano interventi di “salvataggio” delle povere ragazze… come se le stesse fossero state “rapite” ( stile “ratto delle sabine”… ) anziché fuggite spontaneamente.

Occorre afferrare un concetto: quelle giovani, le quali col loro comportamento hanno manifestato la loro devozione verso i nemici giurati dell’Occidente, sono delle rinnegate; non appartengono più al Nostro mondo

( ammesso e non concesso che mai vi siano appartenute ) : devono essere considerate ostili, una concreta minaccia per la sicurezza nazionale. Non deve essere consentito il loro ritorno a “casa”. Restino per sempre dove hanno scelto di andare. Restino da vive e da morte.

In Occidente ancora molti devono apprendere il cinismo e la spietatezza indispensabili a ogni legittima ed efficace autodifesa.

Rimane peraltro la consolazione che -seppure numerose- le “fuggiasche” rappresentino una quota statisticamente trascurabile delle giovani donne occidentali.

Fa maggior romore l’albero che cade, d’una foresta che cresce.

Parafrasando Virgilio, possiamo così dire (almeno per ora…) “rare le annegate, nel vasto mare”.

Le incapaci di “nuotare” (metaforicamente) in una Società libera e civile, fanno la fine che meritano.