Il testo pubblicato su questo sito l’8 luglio a firma di “Anonimo (ex musulmano residente in Italia), pertanto un apostata dell’islam, espone le conseguenze dirette e indirette del “Ramadan” che purtroppo si celebra anche in Italia.

Le conseguenze dirette (1), individualmente dannose, si possono considerare secondarie rispetto alle conseguenze indirette (2), socialmente pericolosissime, a esso correlate.

(1)

Coloro che lo osservano sarebbero da riguardare un po’ come coloro che sono dediti a qualche vizio (tipo alcool, droghe, abusi vari …) o non rispettano le norme di igiene e sicurezza, e le loro azioni od omissioni implicano conseguenze sulla salute -con necessità di ricorrere a cure mediche- e riflessi negativi sulla vita sociale compreso il potenziale verificarsi di incidenti vari. Gli esempi sono numerosi.

(2)

Coloro che oltre a praticarlo lo impongono ad altri (ai figli, ai familiari, o a persone poste comunque sotto la loro sfera di influenza più o meno diretta, abusando della propria “autorità” o con minacce varie) pongono in essere una condotta lesiva del diritto altrui e pertanto violano la Legge;

altresì, se gli scopi delle attività a esso collegate sono finalizzati alla imposizione dell’islamismo nel mondo, come spiega l’Anonimo, diventano complessivamente una questione primaria di sicurezza nazionale.

Non esistono musulmani “moderati” ( per il semplice fatto che non esiste un Corano “moderato” ) e musulmani “integralisti”, bensì esistono soltanto musulmani “FALSI” = quelli che non mettono in pratica i dettami della loro religione, e musulmani “VERI” = quelli che ne mettono in pratica tutti i dettami.

Ritengo di poter affermare che per nostra buona sorte la grande maggioranza dei musulmani che vivono in Italia siano “FALSI”. Dobbiamo prendere le distanze da quelli “VERI” ed esigere dalle Autorità preposte gli opportuni interventi di competenza atti a interdirne le attività istigate dal loro credo.

Il testo dell’Anonimo apostata genera anche alcuni interrogativi interessanti e certo di pubblico interesse.

Quanti musulmani vanno abitualmente in moschea?

Quanti musulmani praticano rigorosamente il “Ramadan”?

Quanti nostri politicanti ne ossequiano pelosamente l’osservanza, forse inconsapevoli di ciò che esso davvero rappresenta e delle conseguenze che comporta a carico della Società?

(Ricordo, tre anni fa, la pessima figura che fece la donna vice-sindaco del Comune di Milano, andando a “rendere pubblicamente omaggio” alla comunità islamica di quella città al termine del “Ramadan” coperta con la tragicomica “bacucchina” e parimenti coperta di ridicolo. E non fu un caso isolato… . Sono curioso di vedere se colei -o altre “progressiste” sue pari- ripeteranno la medesima esibizione quest’anno.)

La presenza stabile di musulmani “veri” nella nostra Società costituisce pertanto un serissimo problema pubblico. Mette alla prova le nostre capacità di difendere ed esigere il rispetto anzitutto delle nostre Leggi, e poi dei nostri Valori.