Non abbiamo ancora finito di contare i corpi degli studenti kenioti massacrati i maniera atroce perché cristiani che già ci stanno spiegando che l’islam non c’entra un accidenti, è solo un’impressione che c’entri qualcosa, e che sarebbe terribile che ci abbandonassimo all’islamofobia. Sempre più numerosi ci spiegano che la cristianofobia va messa sullo stesso piano dell’islamofobia e dell’antisemitismo.

Ma avete avuto l’encefalite? La cristianofobia e islamofobia sono termini che indicano temere il cristianesimo e l’islam, l’antisemitismo l’avversione agli ebrei. Stiamo parlando di pensieri. Agli israeliani non gliene importa un fico che a Teheran li trovino antipatici: quello che li preoccupa è che gli iraniani potrebbero tirare una bomba atomica sulla loro testa. Un pensiero che può essere giustificato o ingiustificato, e anche quando ingiustificato deve far parte della libertà di pensiero.

I morti ammazzati non sono un pensiero, sono morti. Se fossi vissuta in quel 1600 in cui Giordano Bruno è salito sul rogo, il cristianesimo lo avrei temuto parecchio. Ma da cento anni a questa parte il cristianesimo è sempre e solo vittima, in Turchia, nei gulag nei lagoi, nei lager, nei tostadores, nelle tremende terre dove l'islam regna padrone assoluto e crudele delle menti, delle anime e dei corpi.

Personalmente condivido la lunga serie di intellettuali, da Claude Lavy Strauss, Schopenauer, Robert Redaeker, Oriana Fallaci, Bet Ya Yor, Magdi Cristiano Allam e così via che vedono nell’islam non una religione ma un sistema politico militare per dominare il mondo e inchiodarlo in una teocrazia mostruosa e demente. Non solo temo fortemente l’islam, ritengo un mio dovere proteggere gli uomini liberi dal rischio della libertà e mio dovere liberare gli uomini schiavi della teocrazia islamica dalle loro catene. Non solo brillo e scintillo per islamofobia, ma non nutro nemmeno un’eccelsa stima per le capacità cognitive di quelli che l’islam non lo temono e tacciano di razzismo.

Facciamo un'enorme attenzione a tutte le briglie che "con le migliori intenzioni" imbavagliano le democrazie distruggendone il caposaldo, la libertà di parola: il processo a Magdi Cristiano per islamofobia in molti paesi europei avrebbe avuto un esito disastroso. Il reato di istigazione all'odio razziale e religioso è la maledetta trappola con cui la comunità europea vuole estendere a tutta l'Europa il reato che punisce con tre anni di galera, chiunque parli contro l'islam.

L'imam della mosche che ha formato l'assassino di Theo Van Gogh continua serenamente a dire che cristiani e ebrei sono come fascine: vanno legati e buttati nel fuoco, ma Wilders subisce processi per islamofobia. Nessuno va a chiedere ragione ai siti non global che inneggiano allo sterminio degli israeliani perché sono considerati "campioni dell'antirazzismo".

Chiunque può essere demariofobo, chiunque può detestarmi, anche scrivermi insulti, suo pieno diritto, basta che non mi spariate e che non inventiate calunnie su di me, perché la calunnia non fa più parte del diritto di parola, ma del danno.

Il Corano che raccomanda di uccidere tutti gli infedeli ovunque si trovino quindi è un esempio di pietas religiosa, ma temerlo è un esempio di razzismo.

E adesso mi fermo, e metto via il sarcasmo e l’ironia, perché in realtà sto piangendo.

Sto piangendo quei corpi straziati, sto piangendo le madri che li comporranno nelle bare.

E l’unica cosa che ci può dare consolazione è la fede, sapere che quei ragazzi sono nella luce, che avranno consolazione eterna.

Ma adesso che il coraggio rinasca, che le nazioni che hanno il potere di combattere, combattano.