Uno dei grandi privilegi di essere di lingua italiana, è poter leggere in lingua originale la Divina Commedia, il poema della bellezza e del divino. Lo scrittore argentino Borges e molti altri hanno imparato l’italiano solo per poter leggere la Divina Commedia, poema talmente profondamente religioso, che esiste il dubbio che quella raccontata sia in realtà una visione mistica.

Contrariamente alle sciocchezze che dice Benigni, la Commedia è cristianesimo in ognuna delle sue straordinarie sillabe, forse, appunto, addirittura la descrizione di una visione mistica, e in questa visione Dante, che ama profondamente la Chiesa, pone nell’inferno due Papi, Niccolò III, aspetta, Bonifacio VIII, e pone tra i vili un terzo Papa, colui che non ha impedito l’ascesa di un malvagio.

Questo per chiarire un equivoco: si può amare profondamente la Chiesa e provare un’infinita vergogna per le sue gerarchie. Tra i doveri di un cattolico c’è quello della verità.

Nessun danno può venire dall’affermazione della verità, solo danno dal celarla.

Ogni singolo giorno il numero dei cristiani assassinato per la loro fede è di circa cinquecento e la cifra continua a salire. Ogni giorno vengono assassinati, innocenti, un numero di cristiani il cui numero è pari a quello dei palestinesi che perdono la vita ogni anno in un conflitto scatenato dai palestinesi stessi.

La Nigeria, in una sola diocesi, Boko Haram ha ucciso 5 mila cattolici e distrutto oltre 350 chiese dal 2009. Continuano in Nigeria gli orrori dell’organizzazione terroristica Boko Haram (che significa “L’educazione occidentale è peccato”). Grazie ad un rapporto della diocesi di Maiduguri, nel nord del paese, e dell’associazione “Aid to the Church in Need” (Acn), è emerso che solo in questa zona, dal 2009 gli estremisti islamici hanno ucciso più di 5 mila cattolici, più di 100 mila sono fuggiti a causa degli attentati; ci sono 10 mila bambini orfani e circa 7 mila vedove ed oltre 350 chiese sono state distrutte, in molti casi più di una volta, dopo essere state ricostruite. Ancora, dei 40 centri parrocchiali della diocesi, più della metà sono stati abbandonati dai fedeli, altri sono stati occupati dai terroristi islamici. Quattro dei cinque conventi del posto hanno dovuto chiudere.

La paura della gente è tanta e chi ha potuto tornare alle proprie case, le ha trovate devastate. Se non altro a sorreggere la comunità rimane la fede e la consapevolezza che Dio è sempre vicino a loro, dalla loro parte. Il vescovo Oliver Dashe Doeme afferma di aver ricevuto un mandato divino per guidare altri nella recita del rosario fino alla scomparsa del gruppo terroristico islamico. “Verso la fine dello scorso anno, mi trovavo nella mia cappella davanti al Santissimo Sacramento. Stavo recitando il rosario, e all'improvviso è apparso il Signore”, ha riferito il presule alla CNA il 18 aprile. Nella visione, ha affermato, Gesù all'inizio non ha detto nulla, ma ha teso una spada verso di lui, che l’ha afferrata. “Non appena ho preso la spada, si è trasformata in un rosario”, ha confessato il vescovo, aggiungendo che Gesù gli ha detto tre volte: “Boko Haram è scomparso”. 
“Non avevo bisogno di alcun profeta che mi spiegasse quel fatto”, ha detto. “Era chiaro che con il rosario saremmo stati capaci di espellere Boko Haram”. 

Un papa che non ci ha ordinato, ordinato, non chiesto, di pregare ogni giorno per la Nigeria è un falso Papa. Mentre i bambini muoiono, le donne sono stuprate, le chiese bruciate, è un’affermazione opinabile che non si debbano prendere le armi in pugno per andare a salvarli, è discutibile che la pace sia un valore superiore all’obbligo di soccorso, ma è un’opinione comprensibile. Non è opinabile, se siamo credenti, se siamo una religione e non una succursale della corrotta ONU, l’obbligo di pregare. Un Papa che non abbia dato questo ordine è un indegno. Quindi il momento è venuto di ricordare che è Sacra la Chiesa, non i suoi capi che sono uomini, e più di una volta sono stati uomini ignobili. Ricordiamo che è diritto, anzi dovere di un credente , come già hanno fatto Dante e Savonarola, dichiarare la verità, e la verità è che in questo momento chi siede sul seggio di Pietro non è degno di quel luogo.

Cominciamo noi a fare le cose giuste, a definire “angelo della pace” i sacerdoti nigeriani che stanno vicini al loro popolo. Cominciamo noi a fare le cose che la Chiesa non può più fare perché sta sbandando nella tempesta senza timoniere, o peggio con un traditore simoniaco al timone, che ha venduto la Chiesa di Cristo per la benevolenza di un mondo folle e anticristiano. Cominciamo noi a fare le cose che fanno i credenti, pregare  e ricordare i martiri, perché è assolutamente folle che una Chiesa indegna, giunta al punto più basso della sua storia, non ci chieda nemmeno di pronunciare il rosario per la Nigeria, la Siria, l’Iraq.

In Iraq le violenze sulle donne e bambine cristiane e di ogni altra minoranza, sono atroci. Ogni donna o bambina è stata venduta decine di volte, prima di finire nei bordelli, chi tenta di resistere è bruciata viva. Bambine sono morte di peritonite, stuprate a morte, con i fornici vaginali sfondati per le violenze subite: è una morte atroce, lo shock da gram-negativi e la peritonite sono una morte atroce. Noi non abbiamo pregato, noi non stiamo pregando, l’unico giorno di preghiera e digiuno è stato per salvare dalla guerra il regime di Assad, nessuna preghiera per bambine di 10 anni stuprate a morte dopo aver assistito alla decapitazione dei fratelli e dei padri.

Padre Douglas Al Bazi, sacerdote iracheno della diocesi di Erbil, nel Kurdistan, sa bene cosa significhi soffrire la persecuzione, la perdita della casa, la tortura. Dal 2 agosto, si prende cura di centinaia di famiglie scappate dall’Isis. Intervistato dalla BBC ha raccontato la sua storia, parlando anche del perdono dei nemici.
Il dovere sarebbe stato definire Padre Douglas Al Bazi “angelo della pace”, ma questo padre non è nemmeno stato ricevuto in Vaticano, come non sono stati ricevuti il marito e il figlio di Asia Bibi, non sono stati ritenuti degni di un’udienza.
Il dovere sarebbe stato  definire Asia Bibi “angelo della pace”, la sua famiglia, il ragazzo pachistano diciassettenne bruciato vivo perché cristiano, il meraviglioso ministro pachistano ucciso dopo aver lasciato un testamento che è una delle più belle professioni di fede: “Il mio nome è Shahbaz Bhatti. .. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio sforzo e in questa mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire.”

Shahbaz Bhatti doveva essere definito “angelo della pace”.
Invece “angelo della pace” è stato definito dal Papa il presidente di un’associazione il cui Statuto all’articolo numero 1 si impegna alla distruzione di un’intera nazione, Israele, presidente di una terra che ha fatto dono al mondo del terrorismo, ha fatto dono al mondo del concetto di terrorista suicida, dell’idea del bambino terrorista.
 
“Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si ritengono saggi e si credono intelligenti! Guai a quelli che …assolvono il malvagio per un regalo, e privano il giusto del suo diritto!” (Isaia, 5)
 
“La verità vi renderà liberi.
Lotta sino alla morte per la verità
e il Signore Dio combatterà per te”. (Siracide, 4:28-30)

La verità su chi siede sul trono di Pietro in questo momento è estremamente semplice.