Oggi, 6  novembre,  al caffé/libreria di piazza Roncas ad Aosta alle ore 18,00, terrò una conferenza sul tema "Convivenza delle Religioni, perché siamo contrari alla costruzioni della moschea".
La verità vi renderà liberi, non il politicamente corretto.
La conferenza  è stata organizzata dal  signor Giovanni Faggionato. Vi parteciperemo Azer Sherif ed io.  Azer Sherif è il presidente della comunità copta di Torino. È un cittadino italiano. È un cittadino italiano a tutti gli effetti, non solo perché la piccola azienda che ha creato paga le tasse lo Stato italiano, ma perché ama profondamente lo Stato italiano, è fiero di farne parte. È stato aggredito e bastonato per ben due volte in quella che ormai è la casbah di Torino durante il Ramadan per punirlo del suo essere cristiano. 
 
 
E ora veniamo la risposta alla domanda: perché siamo contrari alla costruzione della moschea. La prima risposta è ovvia: perché siamo cattivi razzisti e contrari all’elementare libertà religiosa delle creature umane. Vogliamo discutere su questa affermazione? Il nostro ordinamento giuridico si basa sulla costituzione il cui articolo tre garantisce la libertà religiosa, ma, attenzione, la libertà religiosa si riferisce solamente alle religioni che non contrastino l’ordinamento giuridico sancito dopo la stessa costituzione, a sua volta basata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Da qualche parte del Borneo esiste l’etnia dei tagliatori di teste. Queste persone hanno l’abitudine di offrire alla loro divinità la testa di almeno un nemico per stagione. Se si trasferissero da noi potrebbero invocare la libertà religiosa di tagliare la testa al vigile urbano che ha fatto loro la multa. È evidente che è una follia. Il primo compito di uno Stato e preservare il proprio ordinamento, non rendere felici gli appartenenti a tutte le minoranze che decidono di vivere su suolo. Queste minoranze subiranno l’ingiustizia di non poter attuare la propria religione. La democrazia è sempre una scelta dell’ingiustizia minore. Un ordinamento senza ingiustizia non è tecnicamente possibile. L’ingiustizia che subiscono i tagliatori di teste non poter attuare la loro religione è meno grave della giustizia che subirebbe il vigile urbano ad essere decapitato.
In Italia abbiamo numerose minoranze religiose: ebrei, evangelisti, buddisti, testimoni di Geova, mormoni, induisti, scintoisti,  sikh e così via. Gli appartenenti a queste minoranze mediante una colletta mettono insieme il denaro grazie al quale costruiscono o affittano il locale dovesi si riuniscono a pregare. La costruzione di nessuno di loro luoghi di culto non è mai un problema per nessuno, non è fatto con denaro pubblico, e nemmeno con denaro proveniente dall’estero, nessun uomo politico va mai a inaugurarlo.  Il denaro pubblico, ripeto,  non viene utilizzato. Non così la moschea. La moschea deve essere costruita su suolo pubblico con denaro pubblico e con contributi provenienti da nazioni estere, come l’Arabia Saudita, che dichiarano ufficialmente che la costruzione delle moschee serve alla conquista del territorio europeo,  e ha la caratteristica di essere sempre faraonica. La moschea di Roma è enorme, un obbrobrio architettonico cacofonico con la città. La moschea di Colle Val d’Elsa è enorme, uno scempio architettonico in sgradevole contrasto con il panorama che la circonda e con la civiltà alla cultura che in quel luogo sono sorti. Se le persone di origine islamica desiderano un luogo di culto facciano come fanno gli evangelici: si riuniscono a casa di uno di loro oppure si tassino per affittare un locale. I motivi per cui siamo contrari alla costruzione della moschea sono due: le moschee sono sempre enormi costruite su suolo pubblico con denaro pubblico, nelle moschee si insegna l’islam e il Corano e il Corano come stato ufficialmente dichiarato dagli intellettuali islamici, a cominciare da Tariq Ramadan, come è stato ufficialmente riconosciuto all’Onu il 5 agosto 1990, è, e sempre sarà, contrario alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. In una terra possono esistere civiltà diverse: un paese può essere multicolore, arcobaleno. Persone di origine diversa, con vestiario diverso e con diverse maniere di cucinare possono convivere gli uni a fianco degli altri purché i valori fondamentali siano comuni. Noi non abbiamo nessun problema convivere con buddisti e sikh. Nessun sistema può convivere con l’islam, perché l’islam è dominazione. Chiunque si sia preso il disturbo di leggere il Corano, chiunque si sia preso il disturbo di studiare la storia, sa che l’unica maniera di convivere con l’islam è sottomettersi, acquistando la posizione di dhimmi, colui che si è comprato la pace cedendo il territorio. Siamo così certi che i nostri figli ci ringrazieranno  per aver lasciato loro in eredità un continente dove dovranno riconquistarsi la libertà elementari combattendo per le strade, come già sta succedendo nelle periferie a maggioranza islamica di Parigi, Stoccolma e Bruxelles?
Nel Corano c’è scritto “uccide gli infedeli ovunque si trovino”. Noi e  i nostri figli siamo infedeli. Prima di usare il nostro denaro per costruire faraonici centri di cultura islamici dove si insegnerà che è doveroso assassinare noi e i nostri figli, possiamo pensarci?  La mia decisione di combattere l’islam all'interno dell’Europa è nata e nel terribile giorno dell’attentato Londra. Mio figlio si trovava a Londra e io mi trovavo in un centro commerciale davanti a una serie di televisori che trasmettevano le terrificanti immagini un gruppo di uomini nordafricani rideva felice. Non portavano barbe e tuniche, non so se potessero essere definiti come integralisti o salafiti, avevano jeans e maglia, e ridevano felici. Non voglio sulla mia terra qualcuno che ride della morte di mio figlio. Questo qualcuno è un estraneo e un nemico. Non c’era mio figlio tra le vittime di quegli attentati, c’erano figli di altre madri. Una nazione ha il dovere di proteggere i propri figli. Ci dicono le statistiche che ”solo” un terzo degli immigrati islamici  è favorevole al terrorismo. Nessun immigrato buddista é favorevole al terrorismo. Nessun immigrato copto é favorevole al terrorismo. Non è necessario che un’intera popolazione sia violenta anche quella popolazione sia pericolosa: il 20% e più che sufficiente. La stragrande maggioranza dei tedeschi era  contrario lo sterminio degli ebrei: questo non ha salvato gli ebrei. La stragrande maggioranza dei turchi era contraria allo sterminio degli armeni. Questo non ha salvato gli armeni.
Lo Stato italiano deve proteggere i propri cittadini. Lo Stato italiano deve proteggere gli immigrati: gli immigrati copti che, come Azer Sherif, sono sistematicamente aggrediti a Torino oppure gli immigrati cristiani pakistani che da quando esiste la moschea di Bergamo sono costantemente aggrediti per gli immigrati islamici pakistani. Lo Stato deve difendere le minoranze induiste e sikh sistematicamente aggredite dalle minoranze islamiche. Lo Stato soprattutto deve difendere le minoranze di origine islamiche che sono venute in Italia a cercare libertà e pace, per sfuggire alle teocrazie dei loro paesi di origine, e che grazie alle moschee vengono di nuovo messi sotto chiave.
Uno Stato ha come primo dovere di difendere se stesso.