Provo una profonda vergogna come italiana davanti alle ignobili parole della signora Boldrini: "Non credo ci sia stata una discussione teologica sulla barca", ha detto, in riferimento alla vicenda che ha visto dei clandestini islamici gettare in mare nove cristiani.

Gentilissima signora Boldrini, la discussione teologica c’è stata. La domanda: “Sei cristiano? Dimostrami che sei islamico citando versi del Corano”, è in tutto e per tutto una discussione teologica. La domanda riguarda la fede in Dio, in greco Teo, quindi è proprio una discussione teologica, è una discussione teologica che condanna a morte, circa 100.000 morti l’anno, un numero insufficiente, evidentemente, perché lei abbia un sussulto di indignazione. Lo stesso tipo di discussione teologica che ha condannato a morte i ragazzi in Kenya, i 21 martiri sgozzati in Libia perché il loro sangue tingesse di rosso il Mediterraneo, gli innumerevoli morti della Nigeria, il ragazzo bruciato vivo in Pakistan.

Per la signora Boldrini che riscrive la lingua italiana, si mette lo strofinaccio sulla testa quando va in moschea, il rispetto delle tradizioni islamiche è sacro, quanto sacro è lo spregio di quelle italiane: una posizione accettabile se fosse un privato cittadino, ma è inaccettabile da parte della terza carica dello Stato.

Denuncio la vigliaccheria di innumerevoli giornalisti che spacciano i morti ammazzati per gli effetti di “una guerra di religione” e “le guerre di religione sono tutte sbagliate”. Le guerre sono situazioni dove tutti sono armati, mentre dove le armi sono da una parte sola si tratta di massacro. Le guerre non sono tutte sbagliate, chi combatte perché sta aggredendo e chi combatte perché difende non sono sullo stesso piano, chi li mette sullo stesso piano fa il gioco degli aggressori.

Le verità più elementari sono travolte e annientate.  E adesso visto che su questa pagina FB, periodicamente bloccata, siamo tutti brutti sporchi e cattivi, parliamo di xenofobia. La xenofobia vuol dire letteralmente paura dello straniero ed è la norma di qualsiasi consorzio di creature umane, in realtà di creature viventi.  

Appartenere a un gruppo, a una tribù, a una nazione significa aver riconosciuto il patto sociale, il rispetto della legge comune, non uccidere, non rubare, con commettere stupro sugli altri appartenenti al gruppo.

Chiunque venga dall’esterno non ha riconosciuto questo patto, potrebbe sottoscriverlo o non sottoscriverlo, cioè essere un amico o un nemico e se me ne accorgo tardi, dopo che ne ho permesso l’ingresso, ho un nemico in casa.

L’affermazione: tutti gli immigrati sono cattivi e pericolosi è razzista, tra l’altro tre delle personalità politiche europee che più amo, Magdi Cristiano Allam, Souad Sbai e Ayan Hirsi Alì, sono immigrati.

L’affermazione tutti gli immigrati sono buoni. È altrettanto razzista e follemente pericolosa.  

La xenofobia, paura dello straniero, non è una colpa, ma un elementare diritto umano perché è onere dello straniero dimostrare di essere innocuo. Ed è dovere di ogni popolo difendere la terra ereditata dai propri padri che darà in eredità ai propri figli.

Un popolo che non o fa, si sta candidando a essere un popolo di schiavi oppure di morti.

Grazie signora Boldrini.