L’arida analisi matematica è in grado con pochi elementari passaggi di svelare la truffa della creazione di moneta che produce a sua volta un debito inestinguibile, di fronte al quale la Comunità (Stato, Imprese, Famiglie) sono per definizione insolventi. E fin qui ci siamo. Nulla di che.

Ciò che invece risulta più nascosto, difficile da scovare, è quali siano i reali effetti dell’aver demandato la creazione del denaro al sistema bancario piuttosto che allo Stato, su come la finanza modelli la società, i costumi e la vita di tutti noi.

Per fare un semplice esempio,esaminiamo l’interesse sul debito; per millenni, gli interessi sul debito sono stati considerati un costo per l’economia reale ed erano combattuti ed osteggiati ; oggi invece, la scuola economica dominante, il pensiero mainstream, ci dice che l’interesse è la giusta remunerazione del capitale e che dunque, se anche questo comporta l’accumularsi di interessi su interessi in modo esponenziale che divorano in modo improduttivo il 15-20% del PIL, è tutto giusto perché rientra nella logica della cose .Quello che negli scorsi secoli era un costo oggi è considerato un lecito guadagno!!

C’è da chiedersi perché oggi come mai prima d’ora nella storia dell’umanità, siamo in presenza di una quantità di debito esorbitante che è circa 3 volte la moneta in circolazione, quindi diamo per scontato si sia compreso che tutto il debito NON si potrà mai ripagare in moneta.

In Europa oggi abbiamo 32.000 miliardi di debiti, moneta per soli 9.800 ed un PIL di 9.700 miliardi di euro!!

La ragione è che il debito serve a permettere il funzionamento di un sistema economico che basato sulla globalizzazione selvaggia, permette l’accumulo di enormi squilibri commerciali, in termini di deficit e surplus senza pari nella storia. Un crescita squilibrata del sistema che può reggersi solo attraverso il continuo, sistematico ricorso all’indebitamento col sistema bancario. Per chi non se ne fosse accorto, il mondo è cambiato quando il 16 agosto 1971 gli USA diedero default sulla loro promessa di pagare in oro e Nixon dichiarò che si sarebbe trattata di una sospensione temporanea. Da quel momento in poi il mondo entrò nell’era della globalizzazione: fiumi di dollari inflazionarono le riserve delle Banche Centrali del mondo e il commercio globale esplose perché i deficit esteri potevano essere pagati in dollari “di carta” (una moneta internazionale sganciata da ogni valore intrinseco, che fosse oro, argento o un paniere di materie prime).

Quello che è interessante evidenziare è come vi sia una relazione diretta tra economia e società, come la prima tenda a plasmare la seconda, quando invece sarebbe dovuto essere il contrario. L’umanità tutta è schiava della finanza e non è la finanza al servizio del bene comune.

Facciamo un esempio pratico dando uno sguardo alle tipologie familiari in Italia:

A partire dalla fine degli anni 70, periodo in cui ebbe inizio la crescita fuori controllo del debito globale, l’effetto sulla società è stato un inarrestabile, progressivo, inesorabile declino dei nuclei familiari con figli, passati dal 60% a meno del 40% del totale delle famiglie. Meno figli significa declino demografico, invecchiamento della popolazione, riduzione della domanda di beni (i giovani spendono più degli anziani) e dei consumi.

Un ulteriore abominevole effetto della globalizzazione e della crescente finanziarizzazione dell’economia, lo si rileva nella condizione economica dei cittadini italiani, separati per classi d’età. Osserviamo il seguente grafico:

A partire dal 1990, si è evidenziata una dinamica che ha concentrato reddito e ricchezza nelle classi d’età superiori ai 55 anni ( non più giovani), mentre è drammaticamente peggiorata la condizione economica di coloro che hanno meno di 55 anni. Nello specifico, se nel 1991 il 9% degli over 65 era sotto la soglia di povertà, oggi la percentuale è ridotta al 5% ( si è quasi dimezzata). Parliamo di una classe di età che tende a non spendere, risparmiare, tesaurizzare (tendenzialmente non cambiano la macchina ogni 5 anni, il telefonino, pc o comprano case per le vacanze estive).

Per contro, la percentuale d’individui sotto la soglia di povertà di età compresa tra i 19 e 34 anni (coloro che invece sarebbero inclini a comprare, spendere, investire se ne avessero la possibilità) è passata dal 10% al 22%, cioè è più che raddoppiato!!

Questo accade ed è accaduto perché la rendita finanziaria premia chi ha già il denaro, ricchezza; chi oggi ha 65 anni, negli anni in cui lo Stato ingrassava le banche (anni 80) indebitandosi a tassi a doppia cifra, ha molto probabilmente potuto investire i propri risparmi in lire al tasso del 15% ottenendo guadagni esorbitanti, senza rischio e senza fatica. Si è dunque, in ossequio alle liberalizzazioni ed al mercato globale, verificato l’opposto di quello che Keynes diceva a proposito dell’eutanasia del rentier, ovvero di coloro che vivono di rendita alle spalle della società.

In termini sociali, questo indegno trasferimento di ricchezza ha significato la demolizione di due generazioni di individui che ad oggi sono ingabbiati tra un reddito che diminuisce, tasse che aumentano, lavoro scarso e mal retribuito ed incertezza sul futuro.

Poi ci si chiede perché gli italiani non facciano più figli! Ipocriti!

Se tutto ciò corrisponde al vero, dovremmo dunque aspettarci che in Italia la ricchezza sia concentrata nelle mani di over 55 o giù di lì: verifichiamo attraverso il seguente grafico:

Direi che ci siamo; i giovani padri di famiglia (linee gialla e verde scuro) sono ridotti quasi in miseria, mentre le classi più anziane se la passano decisamente meglio. La condizione degli under 34 è poi catastrofica; in soli 20 anni la loro ricchezza si è ridotta del 72%!!!

Questa è l’altra faccia della finanza e della globalizzazione; meno figli, meno lavoro, più debiti, incertezza sul futuro, miseria e povertà.

La creazione della moneta da parte del sistema bancario, causa della formazione del debito, ha determinato tre differenti forme di trasferimento di ricchezza:

1 – trasferimento di moneta dallo Stato al Sistema Bancario per via degli interessi sul debito realizzata attraverso la tassazione;

2 – trasferimento di ricchezza reale dalla Comunità (Stato e Privati) al settore bancario per il pagamento del debito;

3 – trasferimento di ricchezza reale dalle fasce più povere a quelle più ricche della popolazione a causa delle rarefazione della moneta.

Dobbiamo fare uno sforzo insieme per demolire questo sistema economico basato sulla truffa, che ci ha reso schiavi delle finanza, ci ha privato della spensieratezza e della gioia di vivere, della voglia di far figli e di tramandare loro la nostra cultura,esperienza,conoscenza a tutto vantaggio dell’egoismo e dell’avidità.

Solo comprendendo che il bene del singolo dipende da quello della comunità tutta, solo ragionando in termini di benessere collettivo, riusciremo a scardinare questo meccanismo di distruzione di massa, liberandoci dal debito e dalla truffa.

Togliamoci l’anello dal naso. Altro che politica corrotta, ruberie, burocrazia, evasione: impariamo a guardare alla Luna e non al dito.