Sono appena stati pubblicati  i dati macroeconomici sul Bollettino n°70 della Banca d’Italia e forse meritano una piccola riflessione poiché fotografano in modo esemplare l’attuale condizione del nostro Paese.

Tra tante tavole e dati, ho trovato particolarmente interessanti due tabelle rispettivamente sul valore della produzione industriale  e sul tasso di disoccupazione.

Sorvolando sulle già ampiamente trattate tematiche del livello di Pil “profetizzato” dal nostro Primo Ministro e così fragorosamente smentito dai fatti, dall’auspicata quanto inverosimile crescita del livello di entrate fiscali anch’esse in diminuzione costante e crescente, ritengo possa essere interessante valutare insieme il contenuto di queste tabelle statistiche.

Questa prima tabella concerne la produzione industriale nell’area Euro:

                        

Dunque, come si evince chiaramente dai valori sopra indicati pare che l’entrata in vigore dell’Euro ed il fatto di dover utilizzare una moneta comune non abbia portato grandi benefici al nostro Paese che infatti ha visto crollare la produzione industriale di ben 12 punti e tutto indica che il trend discendente sia lungi dal concludersi.

Peggio dell’Italia ha fatto la Spagna che dopo un balzo di circa 10 punti, dal 2005  al 2007 grazie ad una selvaggia politica di cementificazione, è velocissimamente ridiscesa di ben 24 punti.

L’unico paese che sembra essere riuscito a sfruttare appieno il decennio dell’Euro è senza dubbio la Germania, che è passata da un livello di produzione industriale nel 2003 di 93,7 ad uno strabiliante 111,8 del 2011.

Ora, per favore, non ci venite più a raccontare che l’Euro è stato una salvezza, che senza la moneta unica saremmo stati spazzati via dalla Cina e dai paesi emergenti, perché, a quanto sembra dai dati sopra riportati, l’operazione di killeraggio ai danni del sistema produttivo italiano lo ha fatto proprio l’Euro nel suo speriamo, unico decennio di vita.

Per definitivamente chiarire che l’Euro è stato una trappola fin dall’inizio,in questa seconda tabella, evidenziamo le dinamiche del mercato del lavoro  che, a me personalmente, destano  le maggiori preoccupazioni.

Premettendo che, in tale tabella non figurano i cosiddetti “inattivi”, ovvero coloro che non lavorano e non studiano, constatando che alla tipologia del contratto di lavoro a tempo indeterminato (contratto base per la normativa) si sono sostituiti una miriade di contratti a tempo determinato dalle più fantasiose tipologie retributive, ecco il quadro desolante rappresentato dalla Banca d’Italia:

                                          

In Italia siamo passati dal 9 % al 10,7% di disoccupati e persino  nel Nord Italia, la dinamica è molto sfavorevole,  arrivando a segnare un tasso di disoccupazione  dell’8%.

Consoliamoci perché c’è chi sta decisamente peggio, come la Spagna, il cui sviluppo monosettoriale e conseguente recessione, ha portato ad un innalzamento del tasso di disoccupazione del 25%.

Ed in Germania chissà quanti disoccupati ci saranno in strada? Quante famiglie percorse da un brivido per la paura di un probabile licenziamento…

                             

Mah….direi che tedeschi, olandesi e finlandesi possono dormire sonni tranquilli.

Dunque, possiamo oggi  affermare senza ombra di dubbio e timore di smentita, che dove han fallito due guerre mondiali, lo shock petrolifero, la corruzione e tangentopoli, l’immigrazione selvaggia e la spesa pubblica fuori controllo, è riuscito l’Euro.

In soli 10 anni ha messo in ginocchio il sistema industriale italiano paralizzando la crescita, gettando intere generazioni nel panico e nell’insicurezza più totale, portando migliaia di famiglie sul lastrico.

A celebrare il funerale del sistema Italia è stato chiamato Padre Monti, che con la sua proverbiale flemma sta procedendo alla tumulazione definitiva.(laggasi politiche di Austerity, riduzione della spesa pubblica,contrazione del credito,aumento delle imposte)

Non possiamo restare a guardare spegnersi anche l’ultima flebile fiammella di speranza.

Non dobbiamo permettere che si continui su questa strada che porta alla distruzione di un Grande Paese.

Dobbiamo tornare ad essere padroni del nostro destino e questo lo si potrà fare solo se riusciremo a riconquistare il diritto sovrano ad emettere moneta( lira od euro non importa!!).

L’alternativa a ciò è l’oblio economico e sociale.

Viva L’Italia.

Viva Io amo l’Italia.