(Il Giornale, 24 maggio 2014) - È più che un tradimento dello spirito di Ratisbona, la testimonianza dell'indissolubilità di fede e ragione, che è intrinseca al cristianesimo mentre è incompatibile con l'islam. È più che uno schiaffo alla politica della schiena dritta di Benedetto XVI nei confronti dell'islam, quando nel gennaio 2011 denunciò l'ennesima strage di cristiani in Egitto. L'abbraccio in Vaticano di Papa Francesco al Grande imam della Moschea-Università di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, è una imbarazzante legittimazione di un apologeta del terrorismo islamico suicida palestinese, di un feroce predicatore di odio, violenza e morte degli ebrei e degli israeliani.

Persino l'islamofila Laura Boldrini fu costretta lo scorso anno ad annullare un invito ufficiale ad al-Tayyeb che avrebbe dovuto tenere alla Camera una lectio magistralis dal titolo beffardo “Islam, religione di pace”. Perché soltanto dopo scoprì che questo “Papa dell'islam maggioritario sunnita” disconosce la ragione e il cuore e riconosce solo ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto. 

Quando il 3 febbraio 2015 i terroristi dell’Isis diffusero un video in cui si vede la scena del pilota giordano musulmano Muaz Kassasbe, catturato e arso vivo in una gabbia, al Tayyeb emise una “fatwa”, sentenza legale islamica, in cui condanna “questo vile atto terrorista, che merita la punizione prevista nel Corano per quegli aggressori corrotti che combattono Dio e il suo profeta: la morte, la crocifissione o l’amputazione delle loro mani e piedi”. La sua condanna dei terroristi si basa sul versetto 33 della sura 5 del Corano che, incredibilmente, è la stessa sura invocata dai terroristi islamici per bruciare vivo il pilota giordano!

Il 4 aprile 2002 al-Tayyeb disse: “La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah”. Nel 2003 al-Tayyeb confermò: “Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica”.

Nessun cristiano vittima del genocidio islamico iniziato nel Settimo secolo, nessun ebreo e israeliano, principali bersagli del terrorismo islamico, potranno mai concepire che l'abbraccio tra il Papa e il Grande imam di Al Azhar sia “un messaggio contro il terrorismo”.