(giornalettismo.com) - Stephan Faris ha intervistato per conto di Bloomberg Businessweek Beppe Grillo, il “semplice portavoce” del MoVimento Cinque Stelle, il quale ha espresso in maniera chiara quella che è la sua visione del futuro e della politica italiana. E’ opportuno segnalare che tale intervista non è stata linkata sul blog del Semplice Portavoce e che sopratutto non ha voluto rispondere per sei volte su una domanda chiave, ovvero su come voterebbe nel caso di un referendum che sancisca l’uscita dell’Italia dall’euro. Ufficialmente, per non influenzare l’opinione pubblica.
IL RICORDO DEI TEMPI DELLA YOMO - Intanto Grillo ha spiegato di essere ancora un “fantastico comico” e che la sua passione politica è cresciuta nel corso degli anni, quando è passato dagli sketch a valutare quello che le persone hanno nel loro frigo e che la politica era in grado di passare anche da uno yogurt che percorre 3600 chilometri in un camion -un riferimento alla pubblicità Yomo?- . Il resto l’ha fatto il pubblico che ai suoi show gli diceva che avevano riso ma anche pensato “cosa dovremmo fare?”. Ed alla fine ha tradotto le domande e la voglia di partecipazione in un movimento politico. Quindi, spiega Grillo, si è trattata di un’evoluzione dello stesso personaggio.
LA QUESTIONE DEL DEBITO - Interpellato riguardo alla sua “guerra” con i media italiani, Grillo spiega che loro vedono nel MoVimento una minaccia per l’Europa vista l’intenzione di rinegoziare il debito. Non vuole parlare dell’euro ma vuole rinegoziare i miliardi di euro d’interesse che “ci mangiano vivi”. Un debito che impedisce ad un Paese di crescere, un debito posseduto in massima parte dalle banche francesi e tedesche che vogliono il denaro. Per questo, spiega Grillo, sarà impossibile per l’Italia andare in bancarotta, perché in caso contrario cadrebbe tutta Europa e che il nostro Paese cadrà quando gli altri avranno recuperato i loro soldi.
UN PAESE VECCHIO - Parlando di debito pubblico, l’intervistatore spiega che è stato usato per pagare le pensioni e che ora è posseduto da banche private. Grillo risponde sul tema che l’età pensionabile è stata alzata a 70 anni mentre il tasso di disoccupazione giovanile è prossimo al 40 per cento. Per questo motivo non è sostenibile sfruttare il debito pubblico per pagare le pensioni, perché l’Italia è uno dei Paesi più vecchi d’Europa. Il Semplice Portavoce poi tende a prendere le distanze dal concetto di partito “per la prima volta i cittadini sono uniti tra di loro in un movimento nato senza contributi pubblici” e che ormai il MoVimento è pronto ad un’evoluzione, una specie di versione 2.0.
L’ACCORDO STATO – MAFIA FINANZIARIA - Secondo Grillo poi il problema dell’Italia è dato dagli italiani e che tutto ha iniziato ad andare male quando sarebbe stato siglato l’accordo tra Stato e Mafia, intesa come potere finanziario. E che la loro azione è stata bloccata da un colpo di stato nato nello spazio di una notte e che ha portato Giorgio Napolitano ad essere presidente per altri sette anni. Parlando di programmi, Grillo sostiene che se il MoVimento otterrà il potere, potrà far partire un’economia incentrata sulla piccola e media impresa che tuteli artigiani, agricoltura e turismo e che per fare questo punta alle prossime elezioni che, spera, avverranno prima del crash finanziario dell’Italia.
NON SI DISCUTE L’USCITA DALLA UE - L’intervista inevitabilmente cade sull’argomento Euro e referendum. Per il Semplice Portavoce la moneta unica non rappresenta più un problema perché l’Italia è già fuori dall’euro. Il vero nemico è rappresentato dal debito. Il referendum invece si rende necessario perché, secondo Grillo, l’Italia deve decidere della propria sovranità finanziaria, arrogandosi nel caso il diritto di stampare moneta. Da un lato l’inflazione salirebbe ma dall’altro aumenterebbe la competitività con il resto del mondo. E che la questione non intacca la presenza dell’Italia nell’Ue, visto che dei 28 paesi membri, 11 sono fuori dalla moneta unica.
“UN PROBLEMA MIO, NON VOSTRO” - Il punto forte dell’intervista arriva però quando il giornalista chiede al Semplice Portavoce se voterà per uscire dall’euro. La risposta, o meglio, la non risposta, è rappresentata dal silenzio. Ribadendo la domanda, il cronista ottiene questa risposta: “assolutamente, beh, ti dico…con un referendum, accetterei l’euro se fosse scelto dagli italiani”. Ma a livello personale Grillo non si sbilancia: “non è un voto personale perché non puo’ essere personale un qualcosa che riguarda l’Europa”. “Ma allora -incalza il cronista- voterà si o no ad un referendum?” e questa è la risposta: “E’ un mio problema, non vostro”. “Non vuole rispondere”, conclude Faris, con Grillo che rimarca: “E’ un mio problema”. Grillo poi spiega di non voler rispondere per non influenzare gli altri e che certe decisioni devono essere collegiali. Proprio come fece all’epoca di Adele Gambaro (/ironia). L’ultima domanda riguarda a come secondo lui sarà l’Italia nei prossimi cinque anni, con il Semplice Portavoce che sicuro risponde che senza la partecipazione attiva dei cittadini, non ci sarà alcun futuro. Certo, se avesse risposto alle domande sull’euro sarebbe stato anche meglio.