L’ENI è stata condannata recentemente con sentenza del Tribunale di Torino a pagare 1.833.475.405,49 (un miliardo ottocentotrentatremilioni quattrocentosettantacinquemila quattrocentocinque quarantanove) Euro per il disastro ambientale determinato da decenni di veleni nel Lago Maggiore dello Stabilimenti ENI di Pieve Vergonte. Una vera “mazzata” per l’Ente Nazionale Idrocarburi.
Una normale azienda sarebbe stata messa in ginocchio…ma l’Eni ,sappiamo, è una impresa in ottima salute che da decenni riesce a far utili sulla pelle delle popolazioni che vivono nei territori dove avviene lo sfruttamento del sottosuolo. Dico sulla pelle perché gli effetti dello sfruttamento selvaggio del territorio da parte di questo ente sono stati devastanti sulla salute e sull’equilibrio ambientale dei siti nei quali opera.
Tutto questo in barba alle più ovvie e logiche leggi,che esistono(!), sulla tutela del territorio e della persona..anzi!
Ricordo ,ancora, che la Procura di Gela sequestrò decine di serbatoi che contenevano benzina perché dal fondo perdevano, infiltrando nelle falde acquifere,avvelenandole, idrocarburi .
Nei terreni vicino lo stabilimento Eni gli agricoltori tiravano dai pozzi d’acqua benzina e gasolio ;era nato anche una sorta di “mercato parallelo” nella vendita di benzina grezza che fuoriusciva dai pozzi dei terreni agricoli…
Eppure quando è stato necessario(per necessario intendo che interveniva la magistratura con sequestri e sentenze), l’azienda ha fatto ricorso a benefici statali in merito ad abbattimenti di rischi e bonifiche ambientali.
Come dire l’Eni inquina,distrugge e lo Stato paga i danni.
Doppia beffa … i cittadini dei territori sfruttati,come i gelesi, pagano quindi due volte …
1.direttamente con la propria salute(inquinamento di falde acquifere,inquinamento attraverso emissione in atmosfera di gas e fumi ,scarti di lavorazione, con conseguenti danni alla salute quali malformazioni neonatali e tumori);
2.indirettamente pagando quelle imposte e tasse che poi lo Stato ,spesso complice di logiche aziendali terrificanti, gira graziosamente allo stesso Eni per bonificare. Ad esempio recentemente sono arrivati a Gela un centinaio di milioni di euro per la bonifica della “discarica fosfo-gessi”. La discarica è frutto di accumulo, a cielo aperto, di rifiuti di lavorazione per l’esattezza fosfati di gesso, dello stabilimento,con un tasso di radioattività elevatissimo. Ebbene lo stabilimento ha ottenuto il beneficio statale per risanare il sito ,una volta sanato l’Eni sullo stesso sito ha avuto approvato un impianto fotovoltaico di circa 7 megawatts che produrrà energia che verrà venduta e contestualmente sarà attivata la procedura di ottenimento di un beneficio europeo sulla produzione di energia alternativa(il GSE)…l’Eni così ha bonificato un sito che aveva inquinato con i soldi dello Stato,ci farà produzione di energia elettrica, alto business, che venderà ricavando soldi e siccome sono “bravi” riceveranno un ulteriore contributo dall’Europa.
Che dire …… siamo nel Bel Paese!!!!!! O meglio nella repubblica delle banane..dove ci sono i nuovi colonizzatori che ci usano e ci buttano via come meglio credono, altro che BUNGA BUNGA!!!!
E tutto questo mentre a Roma si vivono ore di spasmodica attesa per le sorti di un governo tradito dal suo interno…per merito di gente(non si possono certo definire politici) che insegue sogni di gloria …mentre qui..nel profondo sud si muore!!!!SI MUORE sul serio….
Qualche anima gentile dell’Eni ha pensato ed ha dichiarato che per la bonifica della discarica Fosfo gessi, però, si farà ricorso solo a personale locale….rido…una sorta di compensazione….ma a dir la verità chi andrà a bonificare,mi riferisco agli operai, dovendo scavare una pista all’interno della discarica..a contatto diretto con i rifiuti tossici e radioattivi rischia concretamente di ammalarsi e morire…ricordate Chernobyl?!… Mi parte dal profondo del cuore un sincero GRAZIE al dirigente Eni che ha a cuore l’andamento occupazionale del nostro territorio….ma che ha il segreto intendimento di dare una mano al taglio delle pensioni!..si..così..taglio delle pensioni!..pensate che questi operai riusciranno a godersi la pensione?..mah?!
La richiesta di risarcimento all’Eni per i danni ambientali non si è limitata però solo a quel territorio che oggi grazie alla sentenza è stato risarcito, altre realtà(Brindisi, Napoli orientale, Pieve Vergonte, Crotone, Cengio, Avenza, Mantova, Priolo Gargallo, Porto Torres) sono in procinto di ricevere Giustizia per decenni di sfruttamento selvaggio e tra queste Gela. Sarebbe il caso di usare però in condizionale…infatti si hanno notizie da fonti giornalistiche che l’Eni starebbe confezionandosi un “Protocollo transattivo” che dovrebbe metterla al riparo da ogni contestazione. Questo protocollo dovrebbe essere siglato a breve con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATT). Il documento titola “Protocollo d’intesa per la determinazione degli obiettivi di riparazione ai fini della sottoscrizione di atti transattivi in materia di danno ambientale con riguardo ai siti di interesse nazionale di Priolo Gargallo, Brindisi, Napoli orientale, Pieve Vergonte, Crotone, Cengio, Avenza, Mantova, Gela e Porto Torres”. Una sorta di “condono tombale”, di sanatoria. L ‘ ENI non pagherà più per i disastri ambientali se non
indennizzando con briciole. INAUDITO!!!!
Il Movimento IO AMO L’ITALIA condanna fermamente questo tipo di iniziativa ,sarebbe l’ulteriore beffa ,la conferma del dominio,dello strapotere dell’Eni,novello colonizzatore a danno delle popolazioni che per anni hanno subito indifese(dallo Stato) la politica aziendale di ENI. E quando le popolazioni hanno reagito minimamente a tutto ciò per tutta risposta l’Eni ha minacciato di chiudere stabilimenti,ha ridotto le commesse alle ditte locali,insomma ha esercitato azioni di ricatto e di pressione di tipo “terroristico” verso il territorio.
E’ inaccettabile . Noi esprimiamo fermo dissenso e proponiamo l’istituzione di una commissione nazionale autonoma che valuti il comportamento dell’Eni in merito alla bonifica dei siti inquinati che riteniamo debba essere fatta non con soldi pubblici ma attraverso accantonamenti di bilancio della stessa azienda per poter far fronte ad eventuali risarcimenti per inquinamenti e disastri ambientali, una sorta di “fondo rischi ambientali”.
Il nostro Presidente On. Magdi Cristiano Allam si è già fatto carico di questa problematica . Ed è sul tavolo delle questioni che porremo al Governo.
Ci faremo parte diligente affinchè il Ministro dell’Ambiente receda da questa iniziativa di un protocollo transattivo che metterebbe al riparo da risarcimenti danni l’Eni. Nel contempo chiediamo che venga rivista la convenzione con la quale l’Eni a fronte dell’utilizzo del sottosuolo siciliano per l’estrazione del greggio versa alla Regione royalties irrisorie,chiediamo che le royalties vengono portate al 20% e che l’utilizzo di queste risorse sia destinato esclusivamente a beneficio delle popolazioni che subiscono lo sfruttamento del loro sottosuolo,una sorta di indisponibilità per la Regione che potrà utilizzare le somme introitate unicamente per realizzare iniziative a vantaggio di quelle popolazioni.
Concludiamo questo comunicato auspicando il ritorno di Gela a livelli di vivibilità “normali” ed il superamento delle “quotidiane emergenze”(quali acqua,degrado sociale e criminalità).