Carissimo, la tua richiesta di un parere sulla situazione attuale, mi onora e nello stesso tempo mi stringe il cuore. Grazie. Mi onora perché tu sei un maestro riconosciuto per tanti di noi , “gente” di scuola, e nelle tua domanda accorata c’è l’amicizia e la stima che ci unisce, pur nella diversità di opinioni. Ma al piacere per  la “finestra” di dialogo che  apri replico col disappunto di doverti rispondere con le tue stesse parole , e cioè “siamo proprio messi  male”. E anch’io sono molto preoccupato.

Giustamente inizi da un fatto  drammatico, di attualità, che porta alla ribalta per l’ennesima volta la questione del rapporto tra l’uomo e la donna,  in particolare nel mondo  islamico. Dopo i fatti di Colonia, proprio il verificarsi di quei problemi in un contesto territoriale e sociale europeo, pone in drammatico  risalto la questione. Un risalto aumentato dall’abissale contrasto di valori e costumi fra due mondi, quello islamico e quello di matrice cristiana, entrambi imperfetti, entrambi colpevole di ingiustizie verso la donna, ma non certo nei termini in cui, a Colonia, tanti musulmani l’hanno espresso, molestando centinaia di donne in poche ore. E’ stato superato in peggio l’immaginabile , e ciò ci ha fatto tornare indietro agli stupri etnici, al diritto di bottino di guerre passate in cui persone e cose venivano fatte prede del vincitore. 

Quello del rapporto tra i sessi  è un rapporto nodale, primario, di valore assoluto. E il dato insito nel  fatto di cronaca, drammaticamente concreto, è quello di una resa dei conti  a cui siamo  giunti  quasi inconsciamente, o avventatamente, per gli esiti di politiche improvvide e irresponsabili, per chi le subisce assai più che per chi le ha volute. Un problema emergente, sospinto “a galla” in un oceano ribollente di tante nuove e vecchie questioni irrisolte, tutte gravi e potenzialmente letali per la civiltà e l’umanità.. 

Dici: “Ma…c’era una volta l’illuminismo…”. Hai ragione, c’era. E peraltro, come sempre, idee e teorie devono, o dovrebbero, avere uno sviluppo coerente e tradursi in “vita migliore”. Sarebbe lungo approfondire, ma mi piacerebbe discutere con te, sul tema: che ”uso” s’è fatto dell’illuminismo? Detta così, è riduttiva e brutale, mi rendo conto, ma non c’è qui tempo e spazio. Comunque, illuministicamente o no, all’illuminismo nel tempo sono seguite teorie, ideologie, correnti politiche, vicende e catastrofi che si chiamano guerre mondiali (due, ora tre), colonialismo, schiavismo, genocidi, fascismo, comunismo, nazismo, armi atomiche, sfruttamento selvaggio e mercantile dell’uomo e delle risorse del pianeta e chi più ne ha, più ne metta. Forse l’illuminismo c’era una volta, e là è rimasto. Esagero, lo so. Ma farne un mito, non serve. Ha avuto le sue lacune e i suoi difetti. E ha avuto il seguito che l’uomo, i poteri mondiali e gli interessi economici e politici hanno consentito. 

Ora sentiamo la nostalgia, più che dell’illuminismo, più che di quel che di positivo ha portato, di quel tanto di più e di meglio che avrebbe potuto o dovuto generare. In ambienti  culturali del mondo arabo, proprio di questi tempi, c’è un gran parlare di illuminismo e forse (detto sommessamente, tanto su un social network non ci sente nessuno) anche per la sua forza critica nei confronti del cristianesimo e della Chiesa, che certo all’islam non dispiace. Ma a parte questa mia illazione, l’islam non ha saputo forse cogliere appieno, dall’illuminismo, una spinta innovatrice che tirasse fuori il mondo arabo-musulmano da un pensiero sedimentato  e aggrappato alle origini da più di mille anni, un “pensiero” al passato remoto, che ha pesantemente condizionato localmente progresso, economia, cultura, politica e società. Un mondo, quello islamico, ancora così ancorato allo spirito e alla lettera di una antica e vincolante ortoprassia, apparentemente nata vecchia non tanto rispetto a certi contenuti  dell’Antico Testamento (cui in alcuni tratti assomiglia), bensì rispetto al Nuovo Testamento, ai Vangeli. 

La “buona novella” rivoluzionaria del cristianesimo vedeva la luce seicento anni prima di Maometto. E il Corano ne dà una lettura parziale e adattata a corroborare la nuova ideologia politico religiosa guerresca dell’islam, finalizzata alla supremazia sugli infedeli e sui loro beni, donne comprese, tutto in vista di un paradiso, che è quanto di meno “teologico” si possa immaginare. Poi ricordiamoci che l’illuminismo è nato dove evidentemente il substrato civile e culturale lo consentiva: non nel mondo islamico, infatti, ma nell’ambito di quella civiltà di matrice cristiana da cui poteva “muover le penne”, contrapponendovisi. Nulla di strano. Nella vita di ciascuno di noi, la prima disubbidienza, la prima ribellione è contro il padre e la madre che ci hanno generato. E’ storia umana. 

Ma “de hoc, satis”. Quello che succede in Italia, come nel mondo, non è casuale: ha suoi artefici interessati. Non è “complottismo”: è attenzione agli eventi. In Italia non è da oggi che della Costituzione si “fan polpette”. Da molto avremmo dovuto cominciare a occuparcene e preoccuparcene. Dai tempi della riforma Bassanini si è cominciato ad alterare un “meccanismo giuridico” fatto per altro tipo di funzionamento. E si è continuato poi  a tirare in ballo la Costituzione, ma solo per convenienze  politiche o di “schieramento”, mettendoci  le mani per riforme, riformicchie e controriforme, utili per far lavorare a vuoto la Corte Costituzionale, che sforna pareri di incostituzionalità di cui nessuno si cura. Vedi il “Porcellum” e le sue conseguenze. 

Viviamo una stagione di democrazia negata, di istituzioni, e le più alte, delegittimate; di governi non eletti, in un clima di bande in guerra. E non mi dilungo sulla riforma della scuola, e me ne scuso, perché mi preme arrivare ad un quadro globale e più vasto della situazione. L’Europa, intesa come EU, scricchiola da tutte le parti. Fondata su una moneta-debito, abito a  “taglia-unica” per paesi ed economie locali tutte diverse, ma costrette a stare in panni altrui, di marca tedesca; fondata su trattati sovranazionali, accettati e sottoscritti anche in contrasto con la nostra Costituzione, perché tanto sarebbe arrivata una Costituzione europea che non c’è e non ci sarà, perché certi “trattati” non possono essere spacciati per “Costituzioni”; governata da una Commissione di persone designate e non elette, in cui il potere legislativo ed esecutivo coincidono, col “supporto” di un parlamento  che non conta nulla se non per pareri da dare quando richiesti; senza una vera politica comune; con un’economia  fagocitata dai più forti a danno dei più deboli, alla faccia della “comunità”; con una politica dell’immigrazione contraddittoria, altalenante, improvvisata, improvvida, disorganica, inefficace e tendenzialmente suicida, manovrata dall’alto e fatta subire ai cittadini, i quali, nonostante tutto, tentano con eroismo, altruismo e con una accoglienza generosa di sopperire alle apparenti incongruenze governative. 

Chi ha portato l’Europa a questo e perché? E perché i governi hanno tradito i cittadini dei propri paesi portandoli a questo stato di cose? I grandi poteri economici e finanziari, sappiamo, contano più dei governi. Quando dittatori e primi ministri si riuniscono, i grandi banchieri-speculatori giungono a frotte a fare shopping. Hanno i loro consiglieri e loro “teorici” della “buona spesa”. E qui ci starebbe bene una digressione su Coudenhove-Kalergi e il Nuovo Ordine Mondiale, ma ora non posso. Più che determinare tutto, impossibile per chiunque, quei signori sanno come influire sul gioco, approfittare di quel che succede, farsi strumento utile, per guadagnarci, di qualsiasi evento, meglio se guerresco. Spendono “uno” e guadagnano “mille”, ma fanno pagare a noi, altrimenti non gli conviene. Gli affari sono affari. E sono affari loro, che si fanno anche i nostri. 

Ora c’è la guerra scatenata dall’integralismo islamico. E dilaga dall’Indonesia all’Africa centrale, passando per tutto quello che ci sta in mezzo e attorno. Certo non fanno tutto da soli, questi tagliagole: c’è chi spinge, aiuta, sobilla e cerca di trarne profitto. E  c’è il filo-islamismo di casa nostra, giustificazionista oltre ogni limite. Ed è questo un dato di grave complicità, nostra. E’ cosa certa che gli islamisti “non se lo fanno dire due volte”, anzi ci mettono tanto del loro, con la migliore, o peggiore, volontà guerresca. Ci mettono la vita, che tanto conta nulla. Li sostiene l’amore della morte. Morire per la vittoria finale dell’islam sugli infedeli è quanto di meglio possano desiderare. Tutto il bello viene dopo. Ed è una sorta di celeste bordello, a pagamento anticipato: con la vita, appunto.

Mi chiedi, ricordando il titolo d’un libro: “Stiamo aprendo le porte al medioevo prossimo venturo?”. La domanda mi fa venire in mente (non è certo colpa tua, sia ben chiaro, anche per tutti quelli che su un social network ci  stanno seguendo) tutta la retorica oggi  di moda, a glorificazione dell’ “apertura”, in contrapposizione alla “chiusura”, vuoi delle menti, vuoi  delle frontiere. Una cosa è certa: c’è chi sta forzando le porte, già semiaperte. Dovremmo evitare di spalancarle, riferito al senso della tua domanda. Perché oltretutto sarebbe, ed è già, un’imperdonabile complicità. E questo in risposta anche a una tua domanda precedente. Su come evitare di spalancarle, quelle porte, è materia per un altro capitolo, Ma questo è già troppo lungo. Alla prossima. Un abbraccio. Vittorio.