La tanto attesa Onda Anomala alla fine è arrivata, con uno studiato ritardo, con effetti speciali teatrali e televisivi. Giovedì sera, primo agosto 2013, all’ora di cena e delle aperture dei TG, guarda caso arriva anche la sentenza della Cassazione. Poco prima delle venti compaiono in aula i giudici della sezione feriale della Cassazione che giudica il caso Mediaset, con Berlusconi e altri. Nella aula austera sembrano degli anziani impiegati che hanno fatto qualche ora di straordinario per arrotondare il magro stipendio, che non vedono l’ora di ritornare a casa, con tutta la famiglia al completo, davanti a un bel piatto di bucatini.
Le televisioni pubbliche e private hanno caricato da giorni l’evento, dicendo che avrebbe avuto l’effetto di una bomba atomica. Invece, è solo un’onda un po’ più grossa, un’onda “anomala” di proporzioni ragguardevoli ma non gigantesca, che al massimo bagna i piedi a qualcuno in spiaggia.
Al termine della lettura della sentenza, che conferma la condanna a quattro anni per Berlusconi, tutto procede come fosse già scritto in un copione di una commedia all’italiana.
Subito dopo, il Caimano, come è stato definito dalla sinistra intellettuale e cinematografica, è comparso in in televisione a recitare il suo pezzo forte: il monologo dello statista sfortunato.
Tutto da manuale, perfetta anche l’inquadratura: lui in primo piano in splendida forma, seduto dietro alla scrivania, con lampada d’epoca di valore inestimabile, frutto di un epoca florida.
La recita è un po’ retrò, alterna con sapienza le pause e le emozioni, arriva perfino sul punto di far quasi sgorgare una lacrima. Il discorso invece è deludente, un po’ riciclato, ed anche le conclusioni sono ovvie: non mi hanno lasciato fare come avrei voluto, ora venite con me nel mio nuovo movimento che metterò le cose a posto una volta per tutte.
In pratica ha utilizzato la collaudata retorica di stampo berlusconiano, per trasformare con la consueta abilità, un evento decisamente molto negativo, come una condanna definitiva, per farci sopra una campagna promozionale con i fiocchi e i controfiocchi, lanciando in prima, seconda, terza serata e mattinata successiva, a reti unificate, il suo vecchio gioiello riciclato come la plastica delle bottigliette: Forza Italia.
Questa volta il Caimano ha superato se stesso, facendo apparire i colleghi della maggioranza anomala, quelli del PD, come una banda di zombi. Al punto che le dichiarazioni del segretario provvisorio Epifani diventano un autogol, manco a dirlo, a favore del Caimano .
In ultimo arriva anche il Colle ad esprimere soddisfazione per il risultato della vicenda, in breve comunicato stampa:
“…Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità…”
Se questa non è una apertura di credito politico, poco ci manca. Infatti, se la vittoria politica è innegabile, c’è da aggiungere anche quella sul versante delle sue aziende che in Borsa hanno tenuto bene.
In conclusione, ancora una volta l’ossimoro politico è confermato: Berlusconi, perdendo, ha vinto alla grande, forse anche troppo.
Però, non tutte le ciambelle riescono con il buco, il prossimo prefetto di Milano, che sarà nominato da Alfano, il suo segretario, sarà costretto a segnalare la condanna e rischia il titolo di Cavaliere. Giovedì sera le telecamere hanno inquadrato l’arrivo dei vari personaggi che compongono la corte berlusconiana: Cicchitto, Santanchè, Verdini, Matteoli, Schifani, Gasparri ecc… Viene proprio da pensare che questa sia la vera pena accessoria, indigesta anche a stomaci forti come quello dei caimani.