da www.lindipendenza.it - I difetti del sistema vigente, gravemente lesivo della sovranità popolare, sono stati smascherati e messi a nudo dal politologo Giorgio Galli e dall’analista elettorale Daniele Vittorio Comero nel loro libro “Stella e corona. Sogni, utopie e brogli elettorali nella democrazia elettorale italiana. 1946-2011”, Solfanelli Editore, nel corso della serata di presentazione in data 6 febbraio 2012.
La proposta elettorale “Galli-Comero” ha quindi destato, dopo un iniziale ostracismo, un ampio dibattito politico. Ora in Senato si sta discutendo da tempo di una nuova legge elettorale che, a parole, tutti concordano debba superare il sistema dei nominati contenuto nel “porcellum”, la legge attuale, che è una cosa indegna per una democrazia come la nostra; nei fatti ciò non accade, anzi, i partiti, pur in forte disgregazione, sono disposti a tutto pur di non mollare i posti di potere e mantenere lo status quo. La scelta della nuova legge è diventata una moderna “tela di Penelope”, da tessere di giorno e disfare di notte, per rimandare il più possibile le modalità di scelta dei nuovi rappresentanti. Se la metafora storica è quella giusta, allora si è in attesa del ritorno di Ulisse, con la conseguente “resa dei conti”. Proprio al superamento di questo stallo è dedicata questa nuova opera, perché solo così si potrà Ricostruire la democrazia, come dice il titolo.
La storia di questi ultimi vent’anni ha dimostrato che chi ha messo mano alle leggi elettorali per trarne profitto immediato è stato poi punito dai risultati: il caso di Mattarella del 1993, che ha forgiato il maggioritario all’italiana, che invece ha permesso la vittoria di Berlusconi nel 1994, oppure il successivo sistema del 2005, firmato da Calderoli (Lega), il “porcellum”, che ha determinato la vittoria della sinistra e il naufragio dei suoi autori (UDC, FI, AN e Lega).
Merito degli Autori, che non hanno la pretesa di proporre un sistema elettorale perfetto, è di fare luce su un argomento spinoso e difficile, aiutando gli elettori a destreggiarsi sulla questione della legge elettorale al di là della propaganda politica e delle semplificazioni giornalistiche, con una proposta innovativa. Una riforma, quella proposta, in grado di chiudere questa triste agonia della “seconda Repubblica” e di aprire una fase nuova nella politica italiana, facendo sentire la vera voce dei cittadini, delle forze vive della società e della cultura.