Apprendo che: “Maggiore conoscenza reciproca, rispetto delle regole, consapevolezza che le culture diverse sono un arricchimento e non una minaccia: questi i punti cardine degli accordi che verranno firmati lunedì 8 febbraio 2016 a Firenze e a Torino dai rispettivi sindaci Dario Nardella e Piero Fassino con i referenti musulmani delle due città.”
L’annuncio è stato fatto a margine del “Forum delle Città Metropolitane” tenutosi a Firenze.
Pare inoltre che il sindaco di Firenze Nardella abbia affermato: “A Firenze abbiamo tra l’altro il progetto di una Scuola internazionale per il dialogo inter-religioso”.

Ohibò! Scuola di Dialogo Inter-Religioso! Nientemeno! (detto da un sindaco “de-sinistra” poi! è -a rigore- tragicomico…mah! niente da fare, non ci sono più i progressisti di una volta.) A Torino, per lo meno, si moderano: avevano semplicemente costituito un grottesco “comitato comunale inter-fedi” (avente funzioni … ignote).
Nella mia forse distorta percezione della realtà, la faccenda dovrebbe interessare essenzialmente i “capi” religiosi, non già i Sindaci (per giunta “de sinistra”).
E la religione è una faccenda individuale… . Lo Stato e gli “enti parastatali” (in questo caso i Comuni), nel nostro Paese “laico” dovrebbero disinteressarsene.
Dalle nostre parti, oggi come oggi le due religioni numericamente significative sarebbero la cristiana e la islamica.
Storicamente, la rigida interpretazione del principio teologico “extra Ecclesiam nulla salus” ha condizionato non poco le relazioni cristiane/cattoliche con le altre confessioni religiose.
A comando della Chiesa Cattolica (vista la sua pretesa ierocratica) occorsero e occorrono tuttavia menti “politiche” ma fu ed è -sempre a rigore- un paradosso, giacché la C.C. dovrebbe pensare anzitutto allo “al-di-là” prima che allo “al-di-qua”. Quindi la C.C. dovrebbe essere prima “teologica”, e solo poi, caso mai, “sociologica”… .
Ad esempio, il Concilio Vaticano II, animato dalla leadership del Papa che lo indisse, si orientò verso una valorizzazione positiva delle religioni, fondamento necessario per la pratica del dialogo interreligioso, esortando alla collaborazione in atteggiamento di stima e di rispetto sincero per le tradizioni religiose. [ Dichiarazione “Nostra Aetate“ ]
Bella retorica. Ma, sempre ad esempio, chi ragiona non può non domandare: anche quando certe “tradizioni” (cioè = comportamenti) sono incompatibili con quelle cattoliche, o peggio con la legge dello Stato? E quale dialogo inter-religioso ne scaturirebbe?
L’unico “dialogo” (escluso sperabilmente l’alterco) non potrebbe che essere la contrapposizione di due monologhi su questioni incompatibili, e tutt’al più il reciproco (probabilmente vano) tentativo proselitistico.

Sfido i lettori a proporre qualche esempio di “dialogo inter-religioso”.

Che ve ne pare di questo esempio:
Il cristiano-cattolico dice al musulmano:
“Credi tu che Gesù è figlio di Dio, morto e risorto per noi?” “Credi che la Madonna è stata assunta in corpo e anima al cielo?”
Risposta del musulmano: “No” e “No”.
Il musulmano dice al cristiano-cattolico:
“Credi tu che Maometto è l’ultimo Profeta e salì al cielo su un cavallo bianco, visitò il Paradiso con l’Arcangelo Gabriele, per poi tornare sulla terra?”
Risposta del Cristiano-Cattolico: “No” e “No”.
Per quanto attiene al “non ammazzare” – “non rubare”…etc = in sintesi al rispetto delle leggi = queste sono prescrizioni del Codice Penale, che ogni persona civile rispetta e condivide senza bisogno di scomodare preti, imam, déi e démoni.
Dunque: FINE-DEL-DIALOGO… .

Tra cristiani e musulmani, il “dialogo-inter-religioso” non può essere fatto d’altro che di dinieghi reciproci, di ciance inutili, confusione, dissimulazione. Alla faccia di certi sindaci.
Suggerimento ai cristiani-cattolici e ai musulmani: limitatevi a dialogare tra voi di calcio.
I “papofili” si mettano il cuore in pace. E i sindaci badino piuttosto a opere comunali di urbanizzazione, e a smaltire bene i rifiuti.